lunedì 29 gennaio 2018

It

Derry per me è l’inverno dei miei quattordici anni, un librone preso dallo scaffale di una casa dove ora non abita più nessuno, il regalo di Natale di quella che è stata, a lungo, la mia persona preferita. Sa di notti insonni e di pagine sottili ed ingiallite, delle nevicate in quel lontano dicembre in cui mi sentivo, quasi sempre, al posto sbagliato.
It ha segnato la mia adolescenza in un modo così indelebile che oggi riaprirlo è dolceamaro, punge in un punto profondo e doloroso, ed allo stesso tempo mi ricorda la sensazione di onnipotenza mischiata col terrore che solo al primo anno di scuola superiore si può provare.
Tredici anni più tardi, in rete il trailer del nuovo film non mi ha dato tregua per settimane. Quella ragazzina con il parka verde militare, lo zaino con la bandiera della pace cucita sopra a coprirne il marchio, che aveva sette Perdenti per amici, si è risvegliata dentro di me e mi ha fatto avvertire l’insopprimibile bisogno di riaprire la mia copia un po’ rovinata, invecchiata ancora un po’, e ritrovare le atmosfere di Derry, la caccia ad It ed i sette Perdenti del Club.




Titolo: It
Autore: Stephen King
Anno della prima edizione: 1986
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 1344





Sette sono infatti i protagonisti di questo libro: Ben Hanscom, Beverly Marsh, Bill Denbrough, Eddie Kaspbrak, Mike Hanlon, Richie Tozier e Stanley Uris. Sono bambini, dapprima, negli anni Cinquanta, e poi adulti ventisette anni dopo, quando il Club dei Perdenti avrà un componente in meno: Stanley, che amava l’ordine e la pulizia sin da bambino, e non se la sentirà di combattere una seconda volta contro l’altro protagonista della storia, quello che dà il titolo al romanzo, It.
Che cos’è It? Domanda reiterata che troverà una risposta solo dopo un migliaio di pagine. It assume molte sembianze: il famosissimo pagliaccio Pennywise, la mummia con i palloncini che volano controvento vista da Ben, il lebbroso che incontra Eddie, l’enorme uccello che aggredisce Stanley, il sangue che sgorga a fiotti dal lavandino di casa di Beverly. It è una forza maligna che abita a Derry, che impregna Derry, cittadina del Maine dove i nostri sette Perdenti sono nati e cresciuti; è una forza che Derry ha assorbito, e che ogni quarto di secolo dà vita in città ad un ciclo di morti violente e sparizioni.




Stephen King racconta con esemplare maestria l’infanzia di sette bambini apparentemente deboli, vittime predilette dei bulli della scuola, il temibile Henry Bowers e i ragazzi che lo accompagnano: Bill a causa della sua balbuzie, Ben perché è obeso, Stanley invece è ebreo ed Eddie non fa un passo senza il proprio inalatore per l’asma (che contiene soltanto un placebo). Bev è già bellissima sin da bambina, con i suoi capelli rosso fiamma, ma di famiglia povera e figlia di un padre violento che troppo spesso le lascia lividi addosso.
La caratterizzazione dei personaggi, bambini prima ed adulti poi, è eccezionale. Davanti agli occhi del lettore si materializzano tutti e sette, con il loro vissuto, i mestieri che scelgono, le persone che sposano (così simili ai loro genitori, almeno nel caso dell’iperprotettiva moglie di Eddie e del manesco e prevaricatore marito di Beverly, e così simile a Beverly invece è la moglie di Bill). Uno dei ritratti più vividi, di quelli strazianti e indimenticabili, è quello che ci racconta la vita di coppia di Stanley e sua moglie, Patricia; impossibile togliersi di dosso il pensiero di cosa sarà stato di lei, mentre leggiamo delle gesta degli altri Perdenti intenti a combattere It per la seconda volta.
Sono tutti diventati adulti di successo: scrittore affermato Bill, che dà corpo sulla carta ai propri incubi, dj Richie che ha sviluppato le sue voci, Ben architetto straordinariamente giovane e talentuoso, Eddie ha una compagnia di limousine e Beverly è nel campo della moda. L’unica eccezione è Mike: l’unico rimasto a Derry, l'unico a ricordare, tiene meticolosamente traccia di ogni avvenimento nella cittadina e ricopre il ruolo di bibliotecario in quella biblioteca teatro di tante sinistre apparizioni di It.


Derry è il centro di tutto, il luogo dove i sei ritornano, assaliti ad ogni passo dai propri ricordi che erano stati fino a quel momento rimossi, riappropriandosi dell’amicizia che li aveva resi così forti all’epoca della prima battaglia contro It. Erano stati sette bambini, con la potenza dell’immaginazione, a sconfiggere le proprie paure e con esse il mostro che tanto abilmente le incarnava.
Ventisette anni dopo, al riprendere del ciclo di lutti ed eventi sanguinosi che investe Derry, Mike li convoca tutti per adempiere alla promessa che si erano fatti, suggellandola col sangue dei palmi delle mani: tornare, e sconfiggere It una volta per tutte, se fosse tornata a farsi viva. Sarà l’ultimo scontro che chiuderà il romanzo, spalancando voragini ad inghiottire il male e con esso una buona parte della città di Derry che vi era indissolubilmente legata.




Tredici anni dopo, la rilettura di It non mi ha delusa, anche se oggi mi rendo conto di avere serie difficoltà a riassumere la trama di questo corposo romanzo. All’epoca della sua scoperta mi erano di certo sfuggiti alcuni aspetti che oggi sento di non aver amato: una certa “fretta” nel concludere, alcune ingenuità oserei dire, o perlomeno particolari che non vengono argomentati e spiegati bene come il resto del romanzo che li precede. Ciò nonostante, queste imperfezioni non sono state sufficienti per scalfire la marea di emozioni che It ha nuovamente fatto affiorare in me, e l’unico consiglio che mi sento di darvi è quello di leggere questo libro pieno di sfaccettature, di non farvi spaventare dalla sua mole imponente e di teletrasportarvi a Derry, dove rimarrà sempre una parte di voi.

sabato 27 gennaio 2018

I figli dei nazisti

I loro padri sono stati gerarchi nazisti, accusati di crimini contro l'umanità, colpevoli di aver partecipato allo sterminio di milioni di ebrei e non solo. Quando i loro padri indossavano l'uniforme delle SS, quando sedevano accanto ad Hitler nel corso di cene e banchetti, quando impartivano o eseguivano l'ordine di uccidere degli innocenti, i protagonisti di queste biografie erano soltanto bambini. La maggior parte di loro è crescita sull'Obersalzberg, località montana vicina alla frontiera austriaca, lontana dai bombardamenti e dalle privazioni subite dal resto della popolazione tedesca; l'unica eccezione sono i piccoli Höss, figli del comandante ad Auschwitz, che nella località polacca trascorrono un'infanzia serena e gioiosa a pochi passi dal terribile campo di sterminio, ed i piccoli Frank, cresciuti a Cracovia e testimoni del ghetto ebraico.




Titolo: I figli dei nazisti
Autrice: Tania Crasnianski
Anno della prima edizione: 2016
Titolo originale: Enfants de nazis
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 280




Heinrich Himmler fu per anni il braccio destro di Hitler; si suicidò prima di venire processato a Norimberga. Ebbe un'unica figlia legittima, Gudrun: ancora viva, ha seguito le orme del padre senza mai rinnegarne la memoria, ed anzi sostiene attivamente l'NDP. Prima di Himmler, era stato Rudolph Hess il delfino del Fuehrer, fino ad un misterioso volo aereo in cui sembrò cercare di ottenere una pace separata con gli Alleati; fu condannato all'ergastolo e morì a 93 anni, dopo una lunghissima prigionia. A questo padre carcerato il suo unico figlio, Wolf Rüdiger Hess ha dedicato l'esistenza, nel tentativo di riabilitarne la figura e considerandolo un martire, non un colpevole. Un'altra figlia unica, amatissima quanto lo furono Gudrun e Wolf bambini, è stata Edda Göring: comandante dell'aviazione, anche Hermann Göring si suicidò prima dell'esecuzione a Norimberga. Edda, sua unica bambina, aveva allora meno di dieci anni; era stata "la sua bambolina", adorata e viziata, del tutto inconsapevole delle circostanze della guerra. In lei è sempre rimasta viva la memoria di quel padre amatissimo che non ha mai rinnegato.

Gudrun Himmler con il padre
Altri tra i figli hanno preso maggiormente le distanze dai padri artefici di tante e tali mostruosità: tra di loro Rolf Mengele, il figlio del cosiddetto "angelo della morte", che ha preso il cognome della madre per non trasmettere ai propri discendenti quello tanto disprezzato. Al tempo stesso tuttavia il suo crudele padre è morto da uomo libero, fuggito in Argentina e poi emigrato in Brasile, senza che il figlio ne denunciasse mai l'esatta posizione per farlo arrestare.
L'unico in questo romanzo ad esprimere vero e proprio orrore nei confronti del proprio padre è Niklas Frank, il minore dei figli dell'uomo che governò la Polonia dopo l'invasione nazista e fece dello sterminio degli ebrei rinchiusi nei ghetti la propria missione. Niklas Frank ha voluto conoscere ogni dettaglio delle mostruosità compiute dalla sua famiglia, ricorda con disprezzo la propria madre nell'atto di acquistare per pochi spiccioli i beni degli ebrei nel ghetto di Cracovia, è pienamente d'accordo con la sentenza che ha condannato a morte Hans Frank. 


Niklas Frank con i genitori
Ho trovato questo saggio estremamente interessante, nonostante io lo abbia scoperto per caso e non stessi cercando di proposito una lettura sul tema. Mi ha fatto riflettere sul peso che le colpe dei padri possono far ricadere sulle vite dei figli, ma soprattutto sul potente meccanismo di negazione con il quale la maggior parte di questi individui ha valorizzato unicamente il lato genitoriale della figura storica che li ha cresciuti, senza tenere veramente in considerazione le atrocità da loro commesse. 
Questo saggio mi ha ricordato molto il memoir autobiografico di Helga Schneider, "Lasciami andare madre", di cui vi parlerò presto più approfonditamente: l'autrice è infatti figlia di una delle sorveglianti di Auschwitz-Birkenau ed ha scritto quest'opera per descrivere il suo ultimo incontro con la propria genitrice, nel corso del quale non ha certo evitato gli argomenti più delicati. 

giovedì 25 gennaio 2018

Bunker Diary

Ho scoperto Bunker Diary grazie a diverse recensioni entusiaste, che mi avevano molto incuriosita: lo descrivevano come un romanzo appassionante, impossibile da chiudere fino all’ultima pagina, indimenticabile. Per quanto mi riguarda, mi dispiace dire che sarà invece la prima stroncatura del 2018…



Titolo: Bunker Diary
Autore: Kevin Brooks
Anno della prima edizione: 2013
Titolo originale: The Bunker Diary
Casa editrice: Piemme
Pagine: 277




Il protagonista e narratore in prima persona di Bunker Diary è Linus, un adolescente che, come si intuisce dal titolo, racconta la sua storia sotto forma di diario. Non si tratta però di un comune diario segreto, ma delle memorie della sua prigionia: infatti un giorno, senza apparente motivo, Linus viene rapito da uno sconosciuto che lo confina in un bunker sotterraneo dove vi sono sei stanze identiche. Oltre a quella a cui Linus si adatta suo malgrado, le altre cinque stanze verranno occupate nel corso di alcuni giorni da altre vittime di rapimento da parte dello stesso criminale: una bambina di appena nove anni, un tossicodipendente, un anziano fisico gravemente malato, una donna ed un uomo in carriera. I giorni nel bunker scorrono pressoché immutati, tra tentativi di fuga falliti e conseguenti punizioni; Linus annota gli avvenimenti e le sue riflessioni in un taccuino trovato nella stanza dove dorme. 
Il ritmo della narrazione è senza dubbio incalzante, specialmente perché si desidera scoprire cosa succederà agli ospiti del bunker, quali altre atrocità si inventerà il sequestratore, cosa ne sarà di loro. Verso la metà del romanzo, da parte del rapitore arriva una comunicazione: “quello che ucciderà un altro, sarà libero”.

Attenzione! Al di sotto di questa immagine sono presenti spoiler!
Dall'episodio "North Mammon" della serie TV Criminal Minds

Questo momento mi ha ricordato moltissimo una puntata della serie TV Criminal Minds, “North Mammon”, che è stato trasmesso per la prima volta nel 2006: non mi sentirei di escludere che Kevin Brooks ne possa essere stato influenzato.
Tuttavia è da questo momento in poi che la potenzialità che avevo intravisto nelle pagine precedenti è andata sprecata. Le domande che il lettore si pone per tutto il romanzo (perché i sei personaggi si trovano nel bunker? Chi è l’uomo misterioso che li ha rapiti e qual è il suo movente?) restano completamente senza risposta, fino ad un epilogo oltremodo tragico ed irrisolto, che lascia colmi di interrogativi e di insoddisfazione.
Per farla breve, le aspettative che mi ero creata sia leggendone diverse recensioni, sia leggendo la prima parte del romanzo (che mi è piaciuta molto) sono state molto deluse dalla conclusione: quando ho terminato l’ultima pagina, ho sperato di essere in possesso di una copia difettosa!

lunedì 22 gennaio 2018

Il viaggio delle bottiglie vuote

Di Kader Abdolah ho letto, quasi un anno fa, “Un pappagallo volò sull’Ijssel”. Era un periodo difficile della mia vita lavorativa, l’unico momento tollerabile della giornata era l’ora esatta di pausa pranzo che passavo in un parco, in compagnia del libro che leggevo in quei giorni. Uno di quei libri è stato appunto “Un pappagallo volò sull’Ijssel”, che mi è piaciuto molto e mi ha lasciato il desiderio di approfondirne l’autore. Proposito che ho iniziato a mettere in pratica!



Titolo: Il viaggio delle bottiglie vuote
Autore: Kader Abdolah
Anno della prima edizione: 1997
Titolo originale: De reis van de lege flessen
Casa editrice: Iperborea
Pagine: 176




“Il viaggio delle bottiglie vuote” è il primo romanzo di Abdolah (pseudonimo di Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani) e mi ha ricordato molto i temi della mia precedente lettura.
Il protagonista di questa storia è Bolfazl, emigrato dall’Iran in Olanda; qui, sulle rive dell’Ijssel, crea un rapporto con Renè, il proprio vicino. Due solitudini si incontrano grazie ai giardini confinanti: Bolfazl porta con sé la solitudine dell’esule, dell’emigrato che non tornerà indietro (è infatti un rifugiato politico in Olanda), mentre René ha alle spalle un matrimonio terminato a casa della sua omosessualità. Entrambi sono personaggi isolati, che si sentono incompresi, che faticano a trovare il proprio posto nel mondo.
Quella di Bolfazl è la storia di un emigrato in esilio, che fonde il proprio passato ed i ricordi della sua terra natale con un presente che non riesce a capire del tutto. Fatica ad imparare la lingua olandese, a trovare un impiego; gli olandesi sono così diversi dagli iraniani, esibiscono in pubblico la propria nudità, possono dichiararsi apertamente omosessuali e due uomini possono condividere il letto. Bolfazl è smarrito davanti alle enormi differenze culturali, anche davanti alla progressiva emancipazione di sua moglie che non cerca più la sua approvazione, e davanti alla sparizione di René che era l’unico con il quale avesse formato un legame.

Dettaglio dalla copertina dell'edizione olandese

Siamo davanti ad un romanzo di evidente ispirazione autobiografica che fonde le narrazioni persiane che Bolfazl ricorda ai dilemmi degli immigrati, contesi tra la memoria e l’integrazione, tra il luogo dal quale sono partiti e quello dove si trovano a vivere. Non può essere definito un testo ricco di avvenimenti, siamo davanti ad una storia piuttosto semplice, i cui elementi di ricchezza sono dati proprio dai ricordi iraniani del protagonista ed i parallelismi tra essi e le situazioni che affronta in Olanda; un romanzo senza dubbio interessante per gli amanti della letteratura della migrazione ed un autore che approfondirò ulteriormente, perché il suo stile pulito e ricco di immagini mi piace molto.

giovedì 18 gennaio 2018

Appunti per una storia di guerra

Il primo romanzo grafico di Gipi (l'opera precedente, Esterno notte, è una raccolta di diverse storie) ci parla di guerra: una guerra che sa di Jugoslavia ma ha l'aspetto e i nomi delle cittadine italiane. Ci parla anche di formazione, quella dei tre protagonisti, adolescenti inquieti e confusi dal panorama politico che li circonda.




Titolo: Appunti per una storia di guerra
Autore: Gipi
Anno della prima edizione: 2004
Casa editrice: Coconino Press
Pagine: 112





Christian, Giuliano e Stefano sono tre amici dalle vite piuttosto diverse: Giuliano ha frequentato il liceo, ha genitori benestanti, mentre Christian è cresciuto negli istituti dopo essere stato abbandonato alla nascita e Stefano, detto il Killerino, si è formato tra gli ultras di periferia, braccato e sporadicamente riportato a casa dai servizi sociali.
Nel loro paese, San Giuliano, la guerra che imperversa nei comuni limitrofi scoppia il diciotto gennaio. Sono ragazzi già fuggiaschi, soli, che si rifugiano dove possono; obbligati dalla fame e dal freddo a procurarsi denaro si rivolgono Felice, detto Felix, a un losco individuo locale che cambierà le loro vite affidando al Killerino, del quale istintivamente si fida e che vede in lui una figura paterna, incarichi che li spingono verso la grande città. Diventati a tutti gli effetti dei criminali, capitanati da Stefano, arriva il giorno in cui Felix propone loro di seguirlo nelle zone dove si svolgono i combattimenti.
Questa è la storia che Giuliano racconta tre anni dopo a un regista; da tre anni non sa più nulla di Killerino e Christian, perché lui dalle zone dei conflitti è scappato nella notte, tornando dalla sua famiglia: lui era l'unico dei tre ad avere quella alternativa. Intanto la guerra è finita, e in città arrivano i primi treni colmi di prigionieri...


Nelle sfumature del grigio, Gipi ci trasporta in un universo di personaggi fragili, di adolescenti che non hanno figure di riferimento, che si barcamenano tra un pestaggio e un recupero crediti tutt'altro che pacifico. La narrazione è divisa in tre capitoli, in cui seguiamo le avventure dei protagonisti in luoghi diversi e tempi diversi. 


Non posso dire che questo romanzo grafico non mi sia piaciuto, apprezzo molto i disegni dell'autore e come aggiunge le parole alle immagini. Mi ha fatto inoltre porre molte domande su questa guerra che racconta ma di cui sappiamo assai poco, e mi hanno convinta i suoi protagonisti violenti ed innocenti al tempo stesso. C'è un ma? Sì, c'è un ma: mi è piaciuta quest'opera, ma non posso dire che mi abbia emozionata; i personaggi sono credibili ed intensi, ma non ho provato nulla nei loro confronti.
Nonostante non abbia toccato in me alcun punto in profondità, è un libro che si legge molto volentieri, e che consiglierei; dopo questa lettura sento ancora di più il bisogno di formarmi sul genere graphic novel per comprenderle meglio e saperle apprezzare come meritano.

lunedì 15 gennaio 2018

Heather, più di tutto

Ho scritto questa recensione qualche mese fa, non appena terminata la lettura di questo breve thriller, che mi aveva fatto compagnia in una domenica pomeriggio. Me ne sono ricordata riordinando la memoria dell'e-reader, e mi sono resa conto che questa lettura non mi è affatto rimasta impressa nonostante sul momento fosse stata piacevole.



Titolo: Heather, più di tutto
Autore: Matt Weiner
Anno della prima edizione: 2017
Titolo originale: Heather, the Totality
Casa editrice: Einaudi 
Pagine: 113


Mark e Karen sono stati piuttosto anonimi, abituati da bambini ad essere poco considerati e per questo autonomi, indipendenti. Sono diventati adulti di un certo successo, alla ricerca dell’anima gemella, e quando si sono incontrati hanno costruito la propria vita familiare dividendo i ruoli in maniera tradizionale: Karen ha scelto di fare la casalinga e la madre, Mark di lavorare per mantenere la moglie e la figlia che nascerà a breve.
È proprio la nascita della piccola Heather a trasformare Mark e Karen, che si sentono realizzati nel proprio ruolo di genitori come mai prima. Heather si dimostra sin da subito una bambina sveglia, precoce e di grandissima sensibilità, capace di cogliere i sentimenti delle persone anche quando sono sconosciuti nella metropolitana, bravissima a scuola e nelle attività sportive.
Passano anni idilliaci per Mark, Karen e Heather. Non lo sono altrettanto per Bobby, all’epoca adolescente, figlio di una madre tossicodipendente e violenta, che gli dedica attenzioni solo per derubarlo. Bobby cresce pieno di risentimento nei successivi quindici anni, di rabbia e di istinti pericolosi; finisce in carcere per aggressione e lì invece di redimersi capisce che l’avrebbe scampata se fosse diventato più pericoloso ed invece di aggredire avesse ucciso. Si trasforma insomma piano piano in un potenziale criminale ma nel frattempo esercita il mestiere di operaio nell’edilizia, ed è così che incontra Heather, o perlomeno la vede.
Heather nel frattempo è diventata un’adolescente, dall’aspetto attraente che fa scattare immediatamente in Bobby un irresistibile desiderio, intossicato dalla violenza di cui è intriso. Mentre Heather, che si scontra quotidianamente con i propri genitori, cerca di capire se potrebbe volersi relazionare con l’operaio che la guarda con tanta concupiscenza, Mark si rende conto molto bene che l’uomo potrebbe costituire una minaccia; e così, nell’animo di quell’uomo mite e rassegnato, il coraggio di chi è disposto a tutto per difendere la propria figlia si risveglia.


Matthew Weiner è sceneggiatore di Mad Man e de I Soprano, ed ha uno stile asciutto, composto da periodi brevi. La storia di Heather e dei suoi genitori è avvincente, dal ritmo serrato, le pagine scorrono veloci per il desiderio di sapere come andrà a finire; inoltre la struttura del racconto sembra proprio perfetta per una trasposizione cinematografica.
Nonostante questi aspetti indubbiamente positivi in un thriller, devo dire che la conclusione non mi ha particolarmente colpita, e la parte del romanzo colma di tensione è piuttosto breve se comparata con le approfondite descrizioni che riceviamo sul percorso di vita e genitorialità dei personaggi.
In conclusione direi che non mi ha entusiasmata, ma è una lettura scorrevole, perfetta per un pomeriggio in cui non si ha voglia di confrontarsi con temi importanti!

giovedì 11 gennaio 2018

L'ibisco viola

Dell’autrice del romanzo in oggetto avevo già letto qualcosa. Si trattava però di un breve saggio, trascrizione del suo discorso alla conferenza TED, “Dovremmo essere tutti femministi”. Per quanto trattasse di un tema che mi è molto caro, lo avevo trovato un po’ troppo semplicistico (ve ne ho parlato qui); ho apprezzato decisamente di più questa nuova lettura.
 



Titolo: L'ibisco viola
Autrice: Chimamanda Ngozi Adichie
Anno della prima edizione: 2003
Titolo originale: Purple Hibiscus
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 275


 
Kambili e Jaja sono due adolescenti nigeriani, figli di Eugene, proprietario di una testata giornalistica, fervente cattolico, molto rispettato dalla comunità e decisamente benestante. Hanno a loro disposizione una grande casa, una domestica, la migliore istruzione privata; parlano l’inglese invece dell’igbo anche con i propri genitori, e sembrano due ragazzi invidiabili nel panorama di una Nigeria impoverita e minacciata dalle conseguenze di un colpo di stato.
Tuttavia non è affatto rose e fiori la vita di Kambili, Jaja e la loro madre: il padre che sembra tanto perfetto in apparenza è dentro le mura domestiche un vero e proprio padre padrone, che picchia la propria moglie procurandole ripetuti aborti, che mantiene la disciplina con il terrore e sadiche punizioni corporali, che ritiene il proprio stesso padre un eretico perché fedele alla religione tradizionale.
Così Kambili e Jaja sono due ragazzi silenziosi, fin troppo timidi. Il cambiamento arriva per loro attraverso la zia Ifeoma, donna coraggiosa ed intraprendente, vedova e madre di tre figli; i suoi ragazzi ridono, parlano a voce alta, si autodeterminano in un modo che Jaja e Kambili non avrebbero potuto immaginare prima di trascorrere con loro del tempo. La formazione della loro vera personalità avviene in questo incontro: i due fratelli scoprono se stessi, Jaja impara a far crescere l’ibisco viola, ad essere un uomo, Kambili si innamora di un pastore locale e scopre la propria femminilità, le proprie emozioni che sino ad allora aveva sempre soffocato.
Sullo sfondo però la situazione in Nigeria non fa che peggiorare, la redazione di Eugene viene attaccato anche attraverso l’omicidio dei suoi giornalisti, la benzina non si trova più, zia Ifeoma fa domanda per un visto per gli Stati Uniti dopo aver perso il suo impiego all’università… e un’altra donna, la madre di Jaja e Kambili, capisce che è giunto il momento di ribellarsi alle costanti violenze subite.


Un romanzo di formazione che ha per sfondo le tensioni di un Paese in grande sofferenza, dove la corruzione dilaga, dove la popolazione soffre; le religioni e le lingue sono influenzate dal periodo coloniale, l’inglese si mischia all’igbo, il cattolicesimo ai riti pagani. Jaja e Kambili sono due protagonisti per cui si prova grande tenerezza, per cui si parteggia, mentre Eugene è temibile, opprimente, spaventoso nella sua doppiezza. La zia Ifeoma è uno splendido personaggio femminile, che incarna l’immagine ideale della donna padrona di se stessa, lavoratrice, madre, che trova anche le risorse per occuparsi dell’anziano padre e dei nipoti a cui offre l’unica vera opportunità di una vita migliore, di una ribellione alla loro violenta figura paterna.
I personaggi e la loro eccellente caratterizzazione è l’aspetto che ho apprezzato di più questo romanzo, oltre all’intreccio tra le loro singole storie e la più grande storia dello stato africano. L’unico elemento che non mi ha completamente soddisfatta è stata la conclusione, forse un po’ affrettata (speravo di saperne di più delle vite di Kambili e di Jaja dopo la svolta avvenuta a poche pagine dalla fine). Nel complesso però è stata un’ottima lettura e mi ha convinta a continuare con i romanzi dell’autrice -il prossimo sarà, in ordine cronologico, “Metà di un sole giallo”.

lunedì 8 gennaio 2018

Il barone rampante

Il secondo capitolo della “Trilogia degli antenati” (del primo, "Il visconte dimezzato", vi ho parlato qui) è un libro col quale mi sono incontrata e scontrata diverse volte nel corso della mia carriera scolastica. Col senno di poi credo che non fosse semplicemente il momento adatto, allora, per avvicinarsi a Calvino, e che oggi sia decisamente un periodo migliore.


Titolo: Il barone rampante
Autore: Italo Calvino
Anno della prima edizione: 1957
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 272





Il protagonista di questa storia è Cosimo, il barone Cosimo Rondò di Piovasco; chi ci racconta però le sue avventure è Biagio, suo anonimo fratello minore, il quale rimane piuttosto nell’ombra nonostante il proprio ruolo di narratore: non vivrà grandi imprese Biagio, né incontri emozionanti, seguirà semplicemente il percorso tracciato per lui anche alla luce della rivoluzione operata da Cosimo. Quest’ultimo infatti, in una tranquilla giornata dei suoi dodici anni, a seguito di un litigio con i propri genitori scaturito da futili motivi (un piatto di lumache che non ha alcuna intenzione di mangiare) si arrampica su un albero e prende la decisione di non scendere mai più.
Quella che potrebbe sembrare una ribellione adolescenziale in piena regola, ed in effetti lo è, non è affatto passeggera come ci si potrebbe aspettare. Sugli alberi infatti Cosimo crea la propria dimensione, una vita che gli si addice molto più di quella che conduceva e gli avrebbe riservato il futuro sulla terraferma; sugli alberi trascorre la propria giovinezza e diventa adulto, vive le proprie avventure amorose conquistandosi fama di notevole amante, incontra personaggi di ogni genere.
I più importanti incontri di Cosimo saranno due: il primo è Viola, che conosce da ragazzino, al principio della sua vita sugli alberi. Della bambina viziata ed impertinente dai biondi capelli Cosimo si innamora già allora, e non la dimentica per tutti gli anni a venire, anche quando molti chilometri li separano. Al ritorno di Viola la scintilla per Cosimo è ancora ben viva, anche se Viola non è cambiata molto rispetto alla ragazzina che era, e nonostante ricambi la sua passione è anche in grado di spezzargli il cuore.
Il secondo incontro è quello con Gian dei Brughi, un brigante molto conosciuto e temuto nella zona. Di questo fuorilegge Cosimo diventerà un grande amico ed un procacciatore di libri, profonda passione del brigante che proprio il barone gli trasmette. A Gian dei Brughi Cosimo addirittura leggerà la fine di un romanzo mentre egli attende l’esecuzione in una cella della prigione; il brigante è decisamente il personaggio del romanzo di Calvino che ho preferito!
Le vicende di Cosimo si intrecciano a quelle della Storia, in particolare all’Illuminismo ed alla Rivoluzione Francese: infatti il barone intrattiene corrispondenze con Voltaire ed incontra di persona Napoleone Bonaparte. La vita di Cosimo insomma è ricca di eventi e di conoscenze, nonostante presti fede al proprio giuramento di non posare piede a terra mai più, dal giorno della lite in famiglia fino alla vecchiaia, dove viene assistito il più possibile nella sua postazione sugli alberi del giardino. Anche quando la morte è ormai prossima Cosimo resta fedele a se stesso, e pur di non scendere e farsi seppellire come un uomo comune preferisce prendere il volo, aggrappandosi ad una mongolfiera di passaggio, facendo perdere a Biagio le proprie tracce.
Illustrazione dal silent book "Cosimo" di Roger Olmos
(Logos edizioni)
Questo è il mio secondo incontro con Calvino una volta terminato il percorso scolastico, ed è un libro con il quale continuo ad avere anche oggi un rapporto tormentato. Non posso dire infatti di esserne stata conquistata come nel caso de “Il visconte dimezzato”, che non avevo mai provato a leggere prima di quest’anno; sebbene lo abbia apprezzato oggi molto più di quando ero adolescente e le pagine non scorrevano mai, anche a distanza di anni un po’ di noia nella lettura  confesso di averla provata.
Non tutte le avventure di Cosimo mi hanno coinvolta e convinta: per Viola ho provato un autentico fastidio, ma le pagine dedicate all’amore di Cosimo per lei sono incredibilmente dolci e delicate; anche Gian dei Brughi è un personaggio che porterò nel cuore, con il suo amore per la lettura che scopre libro dopo libro. Molto del resto invece ha suscitato in me una certa indifferenza e desiderio di terminare il romanzo un po’ più in fretta di quanto sia riuscita in realtà a fare. Forse devo arrendermi al fatto che io ed il Barone non saremo mai anime gemelle!

giovedì 4 gennaio 2018

La strada

Uno dei miei propositi per questo nuovo anno, come vi raccontavo in questo post, è leggere libri che abbiano davvero qualcosa da dirmi e da darmi, che mi emozionino, che restino. Non avrei potuto fare una scelta migliore di questa per onorare il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera”!
 
 
 
Titolo: La strada
Autore: Cormac McCarthy
Anno della prima edizione: 2006
Titolo originale: The Road
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 218
 
 
 
 
In un’America post-apocalittica, un padre ed un figlio che non hanno nome e non hanno età sono in cammino. Hanno con sé un carrello dove sono ammassati i pochi loro averi, scorte di cibo che non bastano mai, qualche indumento di ricambio e un telo di plastica per ripararsi alla meglio dalla pioggia. Del mondo come lo conosciamo non è rimasto granché: la vegetazione è bruciata, il terreno è ricoperto di cenere, le città sono disabitate, le case ed i negozi sono stati saccheggiati e dell’umanità non restano che poche persone. Tra queste, vi sono gruppi di soggetti pericolosi dediti alla violenza ed al cannibalismo, e poi i “buoni”: quelli che non mangiano le persone, che cercano di sopravvivere alla fame, al freddo, alle intemperie come possono, come il padre e il figlio protagonisti.
 
Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee in una scena del film
"The Road" di J. Hillcoat (2009)
 
La strada” è stata una lettura dolorosissima. Uno di quei libri che ti scavano dentro, che ti aprono uno squarcio nell’anima, che ti fanno soffrire come se ci fossi tu, a camminare verso Sud, alla ricerca di non si sa cosa, a sopportare l’assenza di cibo, a nascondersi dalle orde che ti rubano tutto il poco che hai, a tremare zuppo di pioggia nel freddo dell’inverno, a dormire all’addiaccio. Ero insieme al padre e al figlio in quei pochi momenti di sollievo dopo aver trovato un riparo dove c’erano ancora dei viveri, ma anche le troppe volte in cui soffrivano, in cui il figlio chiedeva al padre “e noi siamo i buoni, vero?”, in cui sembrava non esserci più alcuna speranza.
Non è un romanzo che lascia indifferenti. Immedesimarsi nei protagonisti è istintivo, tanto bene sono descritte le loro sensazioni, i ricordi di una vita precedente che tormentano il padre, le paure che provano, nonostante sia del tutto assente una loro caratterizzazione precisa. Sono tutti i padri e tutti i figli del mondo, di quelli che si guardano le spalle a vicenda, tutti i padri disposti a mettere nelle mani del figlio una pistola carica da usare nel caso dovessero farlo prigioniero, tutti i padri disposti a tutto pur di salvare quel figlio magro, debole, ma sopravvissuto.
McCarthy mi ha fatto male, mi ha tolto il sonno finché non ho finito, con gli occhi pieni di lacrime, questo libro meraviglioso; e di certo mi ha regalato una lettura che non dimenticherò facilmente.

martedì 2 gennaio 2018

Buoni propositi per il 2018

Il 2017, come vi dicevo in questo post, mi ha regalato letture memorabili ma anche molte altre piuttosto dimenticabili e poco significative. Questo è uno dei motivi principali per i quali per il 2018 mi sono prefissata alcuni buoni propositi "letterari", che ora vado ad elencarvi.

Organizzare. Innanzitutto ho intenzione di riordinare gli scaffali della mia affollatissima libreria, di riorganizzarli in modo da renderli più fruibili e riscoprire titoli che rischio di aver dimenticato, sepolti sotto ad altri o non adeguatamente valorizzati. Vorrei in questo modo anche leggere cartacei che ho acquistato o che mi sono stati regalati ma che poi non ho mai trovato il tempo per leggere.
 
Work in progress!
 
Leggere libri significativi. Non parlo soltanto di classici, di testi considerati importati all'unanimità, ma libri che mi diano davvero qualcosa, che abbiano un significato. Vorrei evitare i best-seller, i libri gonfiati dalla pubblicità e posti in cima alle classifiche ma che poi si dimenticano nel giro di un paio di settimane.

Leggere le immagini. Vorrei dedicare più attenzione e più tempo alle graphic novel ed ai libri illustrati, che leggo più raramente e conosco ben poco, ma mi incuriosiscono molto. Ho intenzione di partire dagli splendidi regali di compleanno e Natale che ho ricevuto quest'anno e mi attendono già sugli scaffali della libreria!
 
Graphic novels in attesa!
Rileggere. Ci sono molti titoli che ho letto anni fa, che ho amato ma che ho parzialmente dimenticato. Quando ho riletto pochi giorni fa "Rumori di galoppo lontano" per parlarvene qui, mi sono ricordata di quanto amavo rileggere i miei libri preferiti quando ero piccola; il mio proposito per il nuovo anno è riprendere questa abitudine per riscoprire storie che hanno senza dubbio ancora molto da raccontarmi.
 
Un altro dei miei propositi è senz'altro quello di lavorare a questo blog ed alla pagina Facebook, di lasciare traccia delle mie letture e di condividerle con voi!
E in attesa della prossima recensione... Vi auguro uno splendido 2018 ricco di amore, di soddisfazioni e di pagine capaci di emozionare, un anno che vi sorprenda e che vi renda felici, dal primo all'ultimo giorno!
 
 

lunedì 1 gennaio 2018

Tutte le recensioni!

In ordine alfabetico per autore:

Abdolah, Kader - Il viaggio delle bottiglie vuote
Abdolah, Kader - Scrittura cuneiforme
Agassi, Andre - Open
Ailhaud, Violette - L'uomo seme
Al-Busati, Muhammad - Fame
Al-Mabkhout, Shukri - L'italiano
Alderman, Naomi - Ragazze elettriche
Alexie, Sherman - Danze di guerra
Alvar, Mia - Famiglie ombra
Ammaniti, Niccolò - Anna
Ammaniti, Niccolò - Io non ho paura
Ammirati, Maria Pia - Due mogli. 2 agosto 1980
Ardone, Viola - Il treno dei bambini
Arjouni, Jakob - Happy birthday, turco!
Arsenault, Isabelle e Britt, Fanny - Jane, la volpe e io
Asher, Jay - 13
Atwood, Margaret - Fantasie di stupro
Atwood, Margaret - Il racconto dell'ancella

Balzano, Marco - Pronti a tutte le partenze
Balzano, Marco - Resto qui
Balzano, Marco - L'ultimo arrivato
Barbato, Paola - Io so chi sei
Barbato, Paola - Non ti faccio niente
Barbato, Paola - Zoo
Beard, Philip - Cara Zoe
Beckett, Simon - Jacob
Benmiloud, Yassir - Allah Superstar
Ben Mohamed, Takoua - Sotto il velo
Berrada Berca, Lamia - Kant e il vestitino rosso
Bertotti, Ugo - Il mondo di Aisha
Bertotti, Ugo - Vivere
Bianchini, Luca - So che un giorno tornerai
Blaedel, Sara - Le bambine dimenticate
Blaedel, Sara - La foresta assassina
Bowen, James - A spasso con Bob
Bronsky, Alina - L'ultimo amore di Baba Dunja
Brooks, Kevin - The Bunker Diary


Calvino, Italo - Il barone rampante
Calvino, Italo - Il visconte dimezzato
Campi, Thomas e Zabus, Vincent - Macaroni!
Carrère, Emmanuel - La settimana bianca
Catozzella, Giuseppe - E tu splendi
Cattaneo, Cristina - Naufraghi senza volto
Cavalli, Giulio - Carnaio
Cavina, Cristiano - Ottanta rose mezz'ora
Cercenà, Vanna - Una gatta in fuga
Chevalier, Tracy - Il ragazzo nuovo
Clima, Gabriele - Continua a camminare
Cline, Emma - Le ragazze
Cohen, Dalia Y. - Uri e Sami
Cohen-Scali, Sarah - Max
Collette, Sandrine - Dopo l'onda
Crasnianski, Tania - I figli dei nazisti

Dahl, Roald - Il GGG
Dalcher, Christina - Vox
De Vigan, Delphine - Giorni senza fame
Diaz, Junot - La breve favolosa vita di Oscar Wao
Di Camillo, Kate - Lo straordinario viaggio di Edward Tulane
Dones, Elvira - La vergine giurata
Doyle, Roddy - Irlandese al 57%
Dozzini, Giovanni - E Baboucar guidava la fila

Eggers, Dave - Il Cerchio
Eggers, Dave - Erano solo ragazzi in cammino
Egholm, Elsbeth - Il danno
El Rashidi, Yasmine - Cronaca di un'ultima estate
Enia, Davide - Appunti per un naufragio
Erpenbeck, Jenny - Voci del verbo andare

Fallada, Hans - Ognuno muore solo
Fayyad, Sulayman - Voci
Flinn, Gyllian - Un buon presagio
Flinn, Gyllian - Sulla pelle
Foley, Bridget - Hugo e Rose

Gaiman, Neil - Il figlio del cimitero
Geda, Fabio - Nel mare ci sono i coccodrilli
Geda, Fabio e Magnone, Marco - Berlin. I fuochi di Tegel
Giopota e Vanzella, Luca - Un anno senza te
Gipi - Appunti per una storia di guerra
Grande, Valentina e Rossetti, Eva - Il mio Salinger
Green, John - Let it Snow
Grossman, David - La vita gioca con me
Gunnarsson, Gunnar - Il pastore d'Islanda
Guven, Mahir - Fratello grande

Hackl, Erich - Addio a Sidonie
Hamid, Mohsin - Exit West
Haruf, Kent - Benedizione
Haruf, Kent - Canto della pianura
Haruf, Kent - Crepuscolo
Haruf, Kent - Le nostre anime di notte
Hayden, Torey L. - Una bambina
He, Chen - A modo nostro
Hénin, Nicolas e Park, Kyungeun - Haytham. Crescere in Siria
Hoffman, E.T.A. - Lo schiaccianoci
Hornby, Nick - Tutto per una ragazza
Hosseini, Khaled - Preghiera del mare

Ilis, Florina - La crociata dei bambini

Jackson, Shirley - Abbiamo sempre vissuto nel castello
Jackson, Shirley - La lotteria
Jones, Cynan - Le cose che non vogliamo più

Kanafani, Ghassan - Ritorno ad Haifa
Kanafani, Ghassan - Se tu fossi un cavallo
Kanafani, Ghassan - Uomini sotto il sole
Kang, Han - La vegetariana
Kawamura, Genki - Se i gatti scomparissero dal mondo
Kepler, Lars - L'ipnotista
Khadra, Yasmina - Khalil
Khemiri, Jonas Hassen - Tutto quello che non ricordo
King, Stephen - Carrie
King, Stephen - It
King, Stephen - Joyland
King, Stephen - La lunga marcia
King, Stephen  - Misery
King, Stephen - Le notti di Salem
King, Stephen - Ossessione
King, Stephen - Pet Sematary
King, Stephen - L'uomo in fuga
Konaté, Moussa - L'impronta della volpe
Kuper, Peter - Rovine

Lacey, Catherine - Le risposte
Laferrière, Dany - Tutto si muove intorno a me
Lamarque, Viviane - Tre storie di neve
Larsson, Björn - La lettera di Gertrud
Leino, Marko - Miracolo in una notte d'inverno
Lindgren, Astrid - Peter e Petra
Luiselli, Valeria - Dimmi come va a finire

Mahfouz, Nagib - Canto di nozze
Malaj, Elvis - Dal tuo terrazzo si vede casa mia
Matrone, Maurizio - Piazza dell'Unità
Mazzantini, Margaret - Mare al mattino
Mazzariol, Giacomo - Mio fratello rincorre i dinosauri
Mazzucco, Melania - Vita
McCarthy, Cormac - La strada
McEwan, Ian - Chesil Beach
McEwan, Ian - L'inventore di sogni
McEwan, Ian - Nel guscio
Mohafez, Sudabeh - Cielo di sabbia
Montero, Andrès - Tony Nessuno
Moriarty, Liane - Piccole grandi bugie
Morrison, Toni - Amatissima
Moyes, Jojo - Dopo di te
Moyes, Jojo - Io prima di te
Murail, Marie-Aude - La figlia del dottor Baudoin
Murgia, Michela - Il mondo deve sapere

Nabb, Magdalen - Rumori di galoppo lontano
Nadzam, Bonnie - Lamb
Nadzam, Bonnie - Lions
Nelli, Divier - Il giorno degli orchi
Némirovsky, Irène - Come le mosche d'autunno
Nesbo, Jo - L'uomo di neve
Ness, Patrick - Sette minuti dopo la mezzanotte
Neuman, Andres - Vite istantanee
Ngozi Adichie, Chimamanda - Dovremmo essere tutti femministi
Ngozi Adichie, Chimamanda - L'ibisco viola
Ngozi Adichie, Chimamanda - Metà di un sole giallo
Nicoletti, Gianluca - Una notte ho sognato che parlavi
Nimrod - Le gambe di Alice

O'Neill, Louise - Solo per sempre tua
O'Neill, Louise - Te la sei cercata
Ohlsson, Kristina - Bambini di cristallo

Pachico, Julianne - Le più fortunate
Palacio, R. J. - Wonder
Paolini, Marco - Ausmerzen
Paris, B. A. - La coppia perfetta
Parrella, Valeria - Almarina
Pennac, Daniel - Il paradiso degli orchi
Pistacchio, Mario e Toffanello, Laura - L'estate del cane bambino
Pitzorno, Bianca - L'incredibile storia di Lavinia
Postorino, Rosella - Le assaggiatrici
Proulx, Annie - I segreti di Brokeback Mountain
Pugno, Laura - Sirene

Radice, Teresa e Turconi, Stefano - Non stancarti di andare
Randazzo, Luca - Diario di Sunita
Reviati, Davide - Sputa tre volte
Rizzo, Marco e Bonaccorso, Lelio - Jan Karski. L'uomo che scoprì l'Olocausto
Rizzo, Marco e Bonaccorso, Lelio - Salvezza
Rowling, J.K. - Il richiamo del cuculo
Ruillier, Jerome - Se ti chiami Mohamed

Safran Foer, Jonathan - Molto forte, incredibilmente vicino
Salih, Tayeb - Le nozze di Al-Zain
Salih, Tayeb - La stagione della migrazione a Nord
Salinger, J.D. - Nove racconti
Sattouf, Riad - L'arabo del futuro 1 e 2
Saunders, George - Lincoln nel Bardo
Scarnera, Pietro - Una stella tranquilla
Schneider, Helga - Lasciami andare, madre
Sclavi, Tiziano - Le voci dell'acqua
Sellou, Abdel - Mi hai cambiato la vita
Sepulveda, Luis - Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
Segre, Liliana - La memoria rende liberi
Shafak, Elif - La bastarda di Istanbul
Sirees, Nihad - Il silenzio e il tumulto
Slimani, Leila - Ninna nanna
Snicket, Lemony - Un infausto inizio
Stefansson, Jon Kalman - Luce d'estate ed è subito notte
Stoker, Bram - Dracula
Sukkar, Sumia - Il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra
Sulaiman, Hamid - Freedom Hospital

Tallent, Gabriel - Mio assoluto amore
Tan, Shaun - L'approdo
Taylor, Katherine Kressman - Destinatario sconosciuto
Terranova, Nadia - Gli anni al contrario
Thomas, Angie - The Hate U Give
Thompson, Craig - Blankets
Thompson, Craig - Carnet di viaggio
Toews, Miriam - Donne che parlano
Toffolo, Davide - L'inverno d'Italia
Toulmé, Fabien - Non è te che aspettavo

Uba, Wendy - Il mio nome non è Wendy

Vandermeer, Jeff - Annientamento
Venezia, Mariolina - Da dove viene il vento
Vinci, Simona - La prima verità
Vinci, Simona - Scheletrina Cicciabomba
Viviano, Francesco e Ziniti, Alessandra - Non lasciamoli soli

Ward, Jesmyn - Canta, spirito, canta
Ward, Jesmyn - Salvare le ossa
Wass, Eliza - Onora il padre
Weiner, Matthew - Heather, più di tutto
Westover, Tara - L'educazione
Whitehead, Colson - La ferrovia sotterranea
Wilson, Jacqueline - Bambina affittasi

Yoon, Nicola - Noi siamo tutto

Zafon, Carlos Ruiz - L'ombra del vento
Zander, Joakim - Disordine
Ziedan, Youssef - Guantanamo
Ziedan, Youssef - Sette luoghi