Il secondo capitolo della “Trilogia degli antenati” (del primo, "Il visconte dimezzato", vi ho parlato qui) è un libro col quale mi sono incontrata e scontrata diverse volte nel corso della mia carriera scolastica. Col senno di poi credo che non fosse semplicemente il momento adatto, allora, per avvicinarsi a Calvino, e che oggi sia decisamente un periodo migliore.
Titolo: Il barone rampante
Autore: Italo Calvino
Anno della prima edizione: 1957
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 272
Il protagonista di questa storia è Cosimo, il barone Cosimo Rondò di Piovasco; chi ci racconta però le sue avventure è Biagio, suo anonimo fratello minore, il quale rimane piuttosto nell’ombra nonostante il proprio ruolo di narratore: non vivrà grandi imprese Biagio, né incontri emozionanti, seguirà semplicemente il percorso tracciato per lui anche alla luce della rivoluzione operata da Cosimo. Quest’ultimo infatti, in una tranquilla giornata dei suoi dodici anni, a seguito di un litigio con i propri genitori scaturito da futili motivi (un piatto di lumache che non ha alcuna intenzione di mangiare) si arrampica su un albero e prende la decisione di non scendere mai più.
Quella che potrebbe sembrare una ribellione adolescenziale in piena regola, ed in effetti lo è, non è affatto passeggera come ci si potrebbe aspettare. Sugli alberi infatti Cosimo crea la propria dimensione, una vita che gli si addice molto più di quella che conduceva e gli avrebbe riservato il futuro sulla terraferma; sugli alberi trascorre la propria giovinezza e diventa adulto, vive le proprie avventure amorose conquistandosi fama di notevole amante, incontra personaggi di ogni genere.
I più importanti incontri di Cosimo saranno due: il primo è Viola, che conosce da ragazzino, al principio della sua vita sugli alberi. Della bambina viziata ed impertinente dai biondi capelli Cosimo si innamora già allora, e non la dimentica per tutti gli anni a venire, anche quando molti chilometri li separano. Al ritorno di Viola la scintilla per Cosimo è ancora ben viva, anche se Viola non è cambiata molto rispetto alla ragazzina che era, e nonostante ricambi la sua passione è anche in grado di spezzargli il cuore.
Il secondo incontro è quello con Gian dei Brughi, un brigante molto conosciuto e temuto nella zona. Di questo fuorilegge Cosimo diventerà un grande amico ed un procacciatore di libri, profonda passione del brigante che proprio il barone gli trasmette. A Gian dei Brughi Cosimo addirittura leggerà la fine di un romanzo mentre egli attende l’esecuzione in una cella della prigione; il brigante è decisamente il personaggio del romanzo di Calvino che ho preferito!
Le vicende di Cosimo si intrecciano a quelle della Storia, in particolare all’Illuminismo ed alla Rivoluzione Francese: infatti il barone intrattiene corrispondenze con Voltaire ed incontra di persona Napoleone Bonaparte. La vita di Cosimo insomma è ricca di eventi e di conoscenze, nonostante presti fede al proprio giuramento di non posare piede a terra mai più, dal giorno della lite in famiglia fino alla vecchiaia, dove viene assistito il più possibile nella sua postazione sugli alberi del giardino. Anche quando la morte è ormai prossima Cosimo resta fedele a se stesso, e pur di non scendere e farsi seppellire come un uomo comune preferisce prendere il volo, aggrappandosi ad una mongolfiera di passaggio, facendo perdere a Biagio le proprie tracce.
Il secondo incontro è quello con Gian dei Brughi, un brigante molto conosciuto e temuto nella zona. Di questo fuorilegge Cosimo diventerà un grande amico ed un procacciatore di libri, profonda passione del brigante che proprio il barone gli trasmette. A Gian dei Brughi Cosimo addirittura leggerà la fine di un romanzo mentre egli attende l’esecuzione in una cella della prigione; il brigante è decisamente il personaggio del romanzo di Calvino che ho preferito!
Le vicende di Cosimo si intrecciano a quelle della Storia, in particolare all’Illuminismo ed alla Rivoluzione Francese: infatti il barone intrattiene corrispondenze con Voltaire ed incontra di persona Napoleone Bonaparte. La vita di Cosimo insomma è ricca di eventi e di conoscenze, nonostante presti fede al proprio giuramento di non posare piede a terra mai più, dal giorno della lite in famiglia fino alla vecchiaia, dove viene assistito il più possibile nella sua postazione sugli alberi del giardino. Anche quando la morte è ormai prossima Cosimo resta fedele a se stesso, e pur di non scendere e farsi seppellire come un uomo comune preferisce prendere il volo, aggrappandosi ad una mongolfiera di passaggio, facendo perdere a Biagio le proprie tracce.
Illustrazione dal silent book "Cosimo" di Roger Olmos (Logos edizioni) |
Questo è il mio secondo incontro con Calvino una volta terminato il percorso scolastico, ed è un libro con il quale continuo ad avere anche oggi un rapporto tormentato. Non posso dire infatti di esserne stata conquistata come nel caso de “Il visconte dimezzato”, che non avevo mai provato a leggere prima di quest’anno; sebbene lo abbia apprezzato oggi molto più di quando ero adolescente e le pagine non scorrevano mai, anche a distanza di anni un po’ di noia nella lettura confesso di averla provata.
Non tutte le avventure di Cosimo mi hanno coinvolta e convinta: per Viola ho provato un autentico fastidio, ma le pagine dedicate all’amore di Cosimo per lei sono incredibilmente dolci e delicate; anche Gian dei Brughi è un personaggio che porterò nel cuore, con il suo amore per la lettura che scopre libro dopo libro. Molto del resto invece ha suscitato in me una certa indifferenza e desiderio di terminare il romanzo un po’ più in fretta di quanto sia riuscita in realtà a fare. Forse devo arrendermi al fatto che io ed il Barone non saremo mai anime gemelle!
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