lunedì 30 novembre 2020

Le ricette della signora Tokue

Tempo fa sono stata attratta dalla locandina di un film sulla piattaforma di Amazon: fiori di ciliegio, personaggi assorti in un panorama giapponese che non mi è familiare ma di certo è suggestivo. È così che ho guardato “Le ricette della signora Toku”, che ho scoperto essere tratto da un romanzo al quale poi non ho certo potuto resistere!


Titolo: Le ricette della signora Tokue
Autore: Durian Sukegawa
Anno della prima edizione: 2013
Titolo originale: An
Casa editrice: Einaudi
Traduttrice: Laura Testaverde
Pagine: 173


LA STORIA

Sentaro lavora in un negozio che vende dorayaki per ripagare un debito contratto anni prima, una volta uscito di prigione. Non ama il proprio mestiere, che vive anzi come un’imposizione ed esercita controvoglia; non è certo un uomo soddisfatto, Sentaro, ma tutto cambierà il giorno in cui l’anziana signora Tokue metterà piede nel suo esercizio commerciale e si proporrà come aiutante. E da scoprire sulla signora Tokue c’è molto di più della ricetta per il suo straordinario an


COSA NE PENSO

“Le ricette della signora Tokue” è un libro di quelli che fanno bene all’anima. Innanzitutto perché la sua protagonista femminile è una grande fonte di ispirazione: nonostante un passato di reclusione, Tokue è in armonia con gli elementi naturali e con il mondo, sa apprezzare le sfumature delle stagioni, le foglie in boccio, l’apparire della luna, il canto dei canarini.

Secondo me si può prestare ascolto a tutto, ai passanti sulla strada, ovviamente, ma anche a tutti gli esseri viventi, e persino ai raggi del sole e al vento. Forse per lei ero solo una vecchia chiacchierona ma, malgrado tutte le mie parole, mi è rimasto il rimpianto di non essere riuscita a trasmetterle l’essenziale.

Tokue porta con sé un passato di cui non sapevo nulla: il morbo di Hansen in Giappone (comunemente noto come lebbra) che dai primi decenni del Novecento costrinse centinaia di persone all’isolamento forzato all’interno di sanatori da cui non sarebbero usciti fino agli anni Ottanta, all’abolizione della legge. In questi luoghi le persone dovettero inventarsi una nuova vita, fare del proprio meglio per lottare al tempo stesso contro la malattia e contro l’ostracismo da parte della società, famiglie comprese. Questo risvolto storico arricchisce il romanzo rendendolo più stratificato, ma senza togliere nulla alla sua delicatezza.

Per sopravvivere dovevamo unire le forze: non avevamo scelta. La ragazza che quando aveva contratto la malattia faceva la geisha cuciva a mano i kimono e dava lezioni di poesia e canto. Gli ex insegnanti organizzavano dei corsi per i bambini. Le ex parrucchiere tagliavano i capelli. Ecco come abbiamo tentato di vivere tutti insieme. Avevamo un circolo di cucito in stile occidentale e un altro in stile giapponese, uno di giardinaggio e anche una brigata dei pompieri.


“Le ricette della signora Tokue” è un romanzo ricco di colori e di sapori: il glossario è fondamentale per orientarci tra la vasta gamma di dolci che la signora Tokue sa preparare, e che ho spesso cercato online gustandoli con gli occhi. Li accompagnano i petali di ciliegio, gli alberi in fiore che fanno da contorno ai passi di Tokue e di Sentaro, e da sfondo alle riflessioni di lei nel parco che circonda la sua residenza. I paesaggi del Giappone e la sua cucina sono l’elemento che più fa viaggiare il lettore, che lo trasporta in un altro continente seguendo i dialoghi tra i protagonisti ed immaginando i contesti dove si trovano.

Se non avesse raccolto il testimone di Tokue al piú presto, tutta quella sapienza in materia di pasticceria sarebbe scomparsa da questo mondo. E quella sapienza era anche la testimonianza del passaggio sulla terra di una donna chiamata Yoshii Tokue.


Dal romanzo di Sukegawa, breve ma decisamente intenso, abbiamo tutti da imparare. Non solo Sentaro, che ha molte delusioni da cui riprendersi e molto da perdonare a se stesso, ma anche tutti coloro che impareranno a conoscere la signora Tokue e potranno ispirarsi ai suoi preziosi consigli. Perché non è mai tardi per realizzare i desideri di una vita, per fare pace col passato e vivere finalmente l’esistenza che ci meritiamo. 

Fa bene a restare all’ascolto, magari non sente ancora niente, ma la prego, non si arrenda, continui a impegnarsi. Perché io credo che qualsiasi siano i nostri sogni, prima o poi troveremo per forza ciò che cerchiamo, grazie alla voce che ci guida. La vita di un essere umano non è mai uniforme: ci sono momenti in cui il colore cambia di colpo.


“Le ricette della signora Tokue”, vi dicevo, è un libro che fa bene. Uno di quelli al termine del quale, voltata l’ultima pagina, ci sentiamo arricchiti e rigenerati, in pace con l’universo e con noi stessi. È dunque un libro che vi consiglio di cuore (abbinato, se volete, alla visione del film), soprattutto se vi trovate in un momento di difficoltà: potrebbe essere davvero quello che ci vuole per superare un ostacolo

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