"Ninna nanna a Teheran" è un fumetto dal formato piuttosto piccolo, quasi un tascabile; il retro di copertina promette di regalarci un mix “tra Persepolis e Oliver Twist”, e recita infatti “una storia di ragazzi di strada nel cuore dell’Iran”. Ho deciso di acquistarlo proprio dopo aver terminato "Persepolis" di Marjane Satrapi, del quale ho già scritto qui.
Titolo: Ninna nanna a Teheran
Autrice: Nassim Honaryar
Anno della prima edizione: 2019
Casa editrice: Rizzoli Lizard
Pagine: 158
In effetti è proprio una storia di bambini di strada quella che ci racconta l’autrice, un’autrice di origini iraniane che oggi scrive in italiano ma ambienta il suo racconto in patria. Lo fa seguendo l’artificio della storia nella storia poiché le vicissitudini dei ragazzini che seguiamo tra le pagine sono in realtà raccontate da parte di un anziano iraniano ad altri giovanissimi che ha incontrato per strada e i quali decide di narrare appunto le vite dei protagonisti, Ali, Pasha, Shila e Gholam.
Le vite di questi ragazzini sono tutt’altro che facili, dal momento che si trovano a chiedere l’elemosina, sfruttati da alcuni adulti che poi requisiscono loro tutto il denaro e che hanno intenzione di far prostituire a breve Shila, l’unica femmina del gruppo. L’unica alternativa rimane quindi quella della fuga, e ai loro piani per la libertà si aggiunge, nel corso delle loro scorribande accompagnate da piccoli furti, il ritrovamento di una pistola che cambierà il loro destino.
"Ninna nanna a Teheran" nel complesso è un fumetto molto semplice, che si potrebbe consigliare anche a dei lettori coetanei dei protagonisti per avvicinarli a temi molto attuali come lo sfruttamento minorile e il dramma dei bambini di strada in paesi come l’Iran attraverso una lettura poco impegnativa.
Per lettori adulti, abituati a romanzi e fumetti del calibro di Persepolis, "Ninna nanna Teheran" non è un capolavoro del suo genere, proprio per la sua elementarità e per la brevità della storia. Nonostante questo è una lettura che io ho apprezzato, che mi ha tenuto compagnia per una serata in cui non me la sentivo di dedicarmi a letture complesse, e comunque mi ha fatto riflettere sulla condizione di tanti bambini nel mondo ai quali spesso non vogliamo rivolgere un pensiero.
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