mercoledì 13 luglio 2022

Fratellino

Come alcuni di voi sanno lavoro come educatrice e mi è capitato qualche anno fa di occuparmi di insegnamento di italiano L2, cioè italiano per stranieri. Un giorno ero insieme ad un ragazzo residente in una comunità per minori e in una conversazione gli venne domandato se fosse arrivato in Italia da solo quando parlando di mezzi di trasporto raccontò di essere arrivato "con la barca". Rispose: "No, con mio fratello" e all'ingenua domanda "Ora tuo fratello dov’è?" lui rispose: "Nel mare".

"Fratellino" è la storia di uno di questi ragazzi che attraversano il mare, subiscono torture e quando arrivano hanno davanti anni di attesa, di esclusione, circondati da persone che credono che stiano ricevendo troppo dai servizi di accoglienza e che ritengono incomprensibili e pericolosi i loro disturbi mentali. 


Titolo: Fratellino
Autori: Amets Arzallus Antia e Ibrahima Balde
Anno della prima edizione:
Titolo originale: 
Miñan
Casa editrice: Feltrinelli
Traduttrice: Roberta Gozzi
Pagine: 128

È il racconto autobiografico di Ibrahima Balde, che inizia in Guinea e termina in Europa: appena bambino deve rinunciare all’innocenza dell’infanzia per aiutare il padre nel suo lavoro e la sua situazione peggiora ulteriormente alla morte dell’uomo. Rimasto ad essere il figlio maggiore e dunque il capofamiglia è costretto a farsi carico della madre, delle sorelle e del fratellino allontanandosi da casa per guadagnare. Della famiglia non ha più notizie o quasi e così scopre in ritardo che il suo fratellino (da qui il titolo) se n'è andato di casa deciso a migrare verso l’Europa: e così Ibrahima parte, a cercarlo.

Ibrahima è molto bravo a spiegare la sensazione di impazzire che prende quando non sai cosa fare della tua vita, quando ti hanno torturato, quando hai dormito nelle jungles, nei cartoni nel bosco sotto la pioggia, sdraiato sul cemento nei cantieri dove hai lavorato come uno schiavo. Ci racconta cosa si prova ad essere venduti e rinchiusi in un pollaio, quando la tua vita vale meno di quella delle galline. 

Non usa neanche una parola di troppo questo libro, scritto nel linguaggio semplice di chi non ha mai imparato a leggere e scrivere, troppo impegnato a sopravvivere com’era. Il poeta basco Amets Antia Arzallus non ne altera l'essenzialità e ci ricorda quanto sia importante tenere presente che dietro ai ragazzi che incontriamo quotidianamente nella nostra città c’è una storia personale, un vissuto fatto di traumi, di perdita e di fatiche che non possiamo nemmeno immaginare.

Qual è l'ultima storia vera che avete letto?

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