Gli argomenti di "Finché le stelle saranno in cielo" di Kristin Harmel, pubblicato da Garzanti, sono tra quelli più nelle mie corde: una storia familiare, il tema della memoria intrecciato a quello della storia, in particolare al dramma dell’Olocausto.
Il romanzo si snoda tra il presente negli Stati Uniti, dove Hope è una madre divorziata da poco di una figlia adolescente, Annie. Sua madre è morta e sua nonna Rose è in una casa di riposo: sta perdendo la memoria per colpa dell’Alzheimer, ma in un giorno di lucidità decide di rivelarle i segreti che ha nascosto per una vita intera e che porteranno Hope a Parigi, a riscoprire le proprie origini lontano dalla pasticceria di famiglia che cerca di salvare dai debiti.
In questa storia c’è un grande amore nato in un periodo buio e spezzato dalle deportazioni; ci sono i gusti di tradizioni millenarie che si intrecciano sul bancone di una pasticceria (nel libro sono presenti anche alcune ricette!) e c’è un messaggio estremamente forte sull’importanza di amare quando se ne ha la possibilità, senza temere di rimanere feriti, perché il vero amore sopravvive a tutto. È il vero amore che Jacob ha condiviso con Rose, aspettandola per un'eternità, sapendo dentro di sé che la donna non era mai morta.
Certo, il romanzo è molto semplice, la scrittura non ha grandi qualità e sul finale cade nel trovare soluzioni semplici a problemi complessi -il salvataggio della pasticceria, romanticismo in quantità un po' eccessive, espedienti per far commuovere a tutti i costi come la morte improvvisa dei due amanti appena ricongiunti.
Nonostante i difetti, ci sono anche elementi degni di nota perché davvero poco conosciuti. Quello che mi ha colpita maggiormente è il tema delle relazioni Interconfessionali e di come i cittadini musulmani di Parigi durante la guerra riuscirono a salvare degli ebrei, in particolare dei bambini: una pagina di storia di cui non avevo mai sentito parlare!
Più volte questa storia mi ha fatto spuntare una lacrima. È un romanzo appassionante, in cui ci si affeziona ai personaggi (il mio preferito è stato Alain), e dove l’ambientazione parigina di alcuni capitoli è davvero evocativa e piacevole da ritrovare nel testo.
Non è diventato uno dei miei romanzi preferiti, ma credo che potrà essere apprezzato da moltissimi altri lettori e ve lo consiglio!
Qual è l’ultima lettura ambientata nel passato che avete fatto?
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