martedì 29 luglio 2025

La volontà del male

Pensavo che avrei trovato una storia di crimine, di vendetta e di famiglie in frantumi in "La volontà del male" di Dan Chaon, pubblicato da NN editore: ed in effetti così è stato, ma il romanzo è decisamente diverso da quanto mi aspettassi.

Si tratta di un'opera complessa, in cui si alternano i punti di vista e i piani temporali. Nel presente abbiamo Dustin, suo figlio Aaron e il fratello adottivo Rusty: quest'ultimo è appena stato scarcerato dopo essere stato dichiarato innocente per l'omicidio dei genitori e degli zii di Dustin, avvenuto una trentina di anni prima. Proprio l'accusa di Dustin, allora preadolescente, e quella di una cugina erano state determinanti nell'arresto, ma molti elementi irrisolti rimangono, confusi i ricordi dei presenti quel giorno, impossibile distinguere la verità da ciò che è stato manipolato.

Aaron è appena maggiorenne, ha problemi di tossicodipendenza ed è rimasto solo con Dustin dopo la morte della madre e la partenza del fratello maggiore per l'università. È in balia delle sostanze stupefacenti, della voce dello zio al di là del telefono che gli svela un passato di cui non sospettava nulla, delle fragilità del proprio padre -che insieme ad un paziente il cui ruolo ha valicato i confini si interessa ad una serie di decessi di giovani uomini, forse compiuti da un serial killer.

Il romanzo inizia in modo convenzionale, ma via via la sua struttura diventa sempre più per frammenti, in pagine divise a metà o addirittura in quarti, in frasi che non arrivano alla fine, in avvenimenti che si contraddicono tra i vari punti di vista. "La volontà del male" è labirintico, vertiginoso, ci trasporta in luoghi oscuri ed inspiegabili, in un passato nebuloso sul quale sembra impossibile fare chiarezza e che non ci fa presagire un presente dal drammatico epilogo [Aaron viene rapito dal paziente di Dustin, Aquil, che è probabilmente responsabile di parte degli omicidi. Dustin va a cercarlo da Rusty, ma lo uccide, anche se l'assassino non era nessuno dei due ma all'epoca uno degli zii perché era stato tradito dal fratello e dalla moglie e aveva compiuto un omicidio suicidio. Anche Dustin viene trovato morto, forse suicida, forse ucciso da Aquil, che fa perdere le sue tracce]. 

Nonostante mi abbia a più riprese disorientata, l'ho trovata una lettura originale e appassionante, consigliata a chi stia cercando un libro dalle atmosfere thriller ma dal contenuto non convenzionale!

Qual è l'ultimo titolo NN che avete letto?

lunedì 28 luglio 2025

Leonard e Hungry Paul

Raccogliere le idee su un libro come "Leonard e Hungry Paul" è davvero difficile, perché l’esordio dell’irlandese Ronan Hession non contiene una vera e propria trama: è però un tale concentrato di poesia delle piccole cose, della genuinità dei gesti quotidiani e una celebrazione della pura gentilezza che non vedevo l’ora di consigliarvi questo gioiello, l’ennesimo del catalogo Keller.

Leonard e Hungry Paul sono due amici sulla trentina, che conducono esistenze tranquille. Leonard ha perso da poco la sua mamma e si occupa di scrivere enciclopedie per bambini come ghost writetr, mentre Hungry Paul fa il postino una volta alla settimana e vive con i suoi innamoratissimi genitori in un’armonia soddisfacente per tutti.

Intanto si avvicina il matrimonio della sorella di Hungry Paul, l’unica convinta che qualcosa nelle tranquille esistenze del fratello e i genitori dovrebbe cambiare. Il lettore segue i due amici alle prese con le loro attività di tutti i giorni: li vediamo recarsi al lavoro, dedicarsi alle conversazioni e ai giochi da tavolo, ma soprattutto vivere in armonia con il mondo che li circonda e con la propria essenza, che è forse anticonformista in un mondo frettoloso e competitivo, ma che entrambi hanno imparato ad accettare ed apprezzare appieno.

Si legge questo romanzo all’inizio chiedendosi forse dove voglio andare a parare, ma poi attimo dopo attimo, capitolo dopo capitolo (il focus è alternato, un capitolo dedicato a Leonard e uno ad Hungry Paul, anche se i due ovviamente si incontrano molteplici volte) ci si immerge nelle loro vite, nella loro sintonia e si è conquistati dalla purezza di cui sono intrise queste pagine, dalla semplicità che vi si trova, quella delle piccole cose che sono a conti fatti le più importanti.

Leonard e Hungry Paul è un libro che ci ricorda l’importanza dell’amicizia, del sostegno reciproco, di come dare il meglio di sé non voglia dire rispondere alle aspettative del mondo, bensì rimanere fedeli a se stessi e a ciò che sentiamo di poter condividere con gli altri.

Ho letto questo libro con il sorriso sulle labbra, pagina dopo pagina, provando un vero senso di benessere e concludendolo colma di gratitudine e di serenità. Insomma ho scoperto un libro di quelli che vuoi tenere sul comodino per averli vicini e per potervi tornare ogni volta che ne senti il bisogno, ogni volta che sarà necessario ricordare di come nel mondo vi sia anche tanta gentile bellezza e di come ci farebbe bene assomigliare un po’ di più a Leonard e a Hungry Paul.

Qual è l’ultimo libro che vi ha fatti stare bene?

Quando eravamo sorelle

Fatimah Asghar in "Quando eravamo sorelle", pubblicato da 66thand2nd, si ispira alla propria esperienza personale per raccontare la storia di Kausar, Aisha e Noreen, tre sorelle di origine pachistana che rimangono orfane da bambine quando il padre, unico genitore che hanno ancora, viene ucciso lungo la strada per uno scambio di persona.

Le tre sorelle vengono affidate allo zio materno, che si occuperà di loro il meno possibile, più interessato agli assegni governativi e a quelli dell'eredità che al benessere delle ragazze. Crescono così tentando di sopportare le costanti privazioni materiali ed affettive, legatissime tra loro, motivate ad evadere dalla loro condizione impegnandosi nello studio, cercando una normalità nella loro condizione del tutto anomala.

Le seguiamo nella crescita e poi, dopo uno stacco temporale piuttosto lungo, le ritroviamo distanti nelle loro vite di adulte, a ricongiungersi all'improvviso proprio in occasione del funerale dello zio, quello di cui per l'intero romanzo ci è stato taciuto il nome.

"Quando eravamo sorelle" è dunque una storia di formazione, ma è soprattutto un'opera interessante dal punto di vista linguistico e strutturale: la scrittrice infatti è una poetessa e questo si ritrova nel testo, che è arioso, alterna capitoli brevissimi ad altri più narrativi, cambia punto di vista tra il predominante di Kausar e quelli sporadici dei genitori scomparsi, scritti in poesia invece che in prosa. 

È un romanzo d'esordio potente e ricco, pieno di immagini evocative, in cui ci si affeziona alle protagoniste e si parteggia per loro, isolate e impotenti, impegnate a non rimanere prigioniere dell'ingiustizia di cui non sono state responsabili, nella loro elaborazione di un lutto impossibile da dimenticare. 

Non ne ho sentito spesso parlare, e credo che meriti davvero più notorietà! Non esitate a recuperarlo.

Qual è l'autrice che avete scoperto più di recente?

La casa di Fripp Island

Dopo "La casa dei Gunner", uno dei romanzi che più mi hanno emozionata dall'inizio dell'anno, ho acquistato in breve tempo i successivi titoli di Rebecca Kauffman, sempre pubblicati da SUR. Nel periodo estivo ho deciso di leggere "La casa di Fripp Island", che si svolge nell'arco di una settimana in una località di vacanza su un'isola nella Carolina del Sud.

Qui si trovano a trascorrere un periodo di ferie due famiglie, i Daly e i Ford, diversissimi per estrazione sociale ma accomunati dall'amicizia che sin dall'infanzia lega Poppy e Lisa. Se la prima però ha sposato un operaio, John, di cui è ancora profondamente innamorata, la seconda è la moglie di un uomo in carriera con cui non sembra avere molto da spartire. Sono madri entrambe: Poppy di un ragazzo in procinto di andare al college e di Alex, una bambina che quando ero piccola sarebbe stata definita "maschiaccio"; Lisa di due femmine, l'adolescente Rae e la più piccola Kimmy.

Il romanzo si apre con una narrazione breve e folgorante in prima persona, che ci introduce un mistero che solo molto più avanti ci verrà svelato: quello di una morte, che aleggia dunque nel corso della lettura mentre assistiamo a giochi di società, giornate in spiaggia e ai goffi tentativi dei vari membri della famiglia di tenere nascosti i propri segreti. [Scott il marito di Lisa infatti è dipendente dal gioco d'azzardo, il giovane Ryan ottiene guadagni facili spacciando marijuana, e addirittura una sera Lisa e Ryan in terrazza si baciano, scena che fa correre via Rae che da Ryan è molto attratta. La ragazzina incontrerà in spiaggia la moglie di un giovane ingiustamente accusato di crimini sessuali (i due erano solo molto giovani quando si erano innamorati) che per difendere la propria posizione, quando Rae finge di doversi incontrare con lui, la uccide. Ma tutti crederanno che sia annegata da sola]

La scrittura di Kauffman è anche qui scorrevole e magnetica, e tra le righe dissemina una critica feroce alla società statunitense dove si è costretti ad indebitarsi per potersi permettere le cure mediche e dove essere inseriti (talvolta ingiustamente) nel registro dei criminali sessuali può compromettere un'intera esistenza. Sono piccoli dettagli in una storia di relazioni e di mistero, ma se colti aggiungono alla lettura un tocco in più.

L'ho trovato un perfetto romanzo per questo periodo dell'anno e un'altra prova davvero riuscita della scrittrice, che di certo leggerò ancora prossimamente!

Avete letto romanzi ambientati in luoghi di villeggiatura quest'estate?

venerdì 18 luglio 2025

Zoo

Quando, anni fa, ho letto per la prima volta la poli-bilogia di Paola Barbato, pubblicata da Piemme, ho iniziato da "Zoo": il più crudo dei tre, quello dove gli elementi dell'orrore non mancano, e la tensione psicologica è alle stelle.

In un capannone abbandonato nella campagna modenese, dove un collezionista affascinato dal circo aveva accumulato dei carrozzoni provenienti da diverse parti del mondo, una mente criminale ha fatto prigionieri degli umani: ha iniziato con due senzatetto, Bella e il Rosso, ma poi si è fatto più coraggioso, intrappolando persone che ritiene colpevoli.

In questo scenario da incubo si risveglia Anna, che l'8 ottobre è uscita per andare al lavoro ma non vi è mai arrivata; Anna che da sempre è prigioniera della propria rabbia, che si rivela un'arma a doppio taglio nel contesto della prigionia e della relazione con le altre vittime del capannone.

Facciamo così la conoscenza di Giulio, del Coccodrillo, di Vasco e Nicola, delle quattro Scimmie (su ogni gabbia c'è il nome di un animale, i cui tratti distintivi ricordano quelli dell'occupante umano), ma anche di due personaggi che abbiamo già incontrato in "Io so chi sei": le vicende dei due romanzi si svolgono infatti in parallelo sul piano temporale, fino a convergere in una conclusione comune che verrà poi sviluppata in "Vengo a prenderti" -frase che chiude entrambi i libri, sebbene minacci un diverso destinatario.

Rispetto a "Io so chi sei", "Zoo" è un romanzo più duro, con un'ambientazione unica, che indaga approfonditamente la tortura della cattività e delle privazioni che porta con sé. Ci si sente in trappola tra queste pagine, si assiste impotenti e inorriditi alle meschinità che si possono compiere verso i propri simili quando è l'unico potere che ci rimane, e ci si sente soffocare nell'aria ferma del capannone, in trappola tra le sbarre che imprigionano i protagonisti. 

Se siete alla ricerca di un thriller da cui sia impossibile separarsi (e non siete troppo impressionabili davanti a scene di una certa durezza), "Zoo" è la scelta perfetta per voi -e a mio parere anche un ottimo punto di inizio per questa storia, che non vedrete l'ora di scoprire come continuerà nel successivo volume.

Qual è l'ultimo thriller che avete letto?

Le bambine che cercavano conchiglie

"Le bambine che cercavano conchiglie", pubblicato da Garzanti, è il romanzo d’esordio di Hannah Richell, scritto durante il periodo di congedo maternità dalla sua professione nel cinema.

Ricordo di averlo visto in biblioteca molti anni fa e di esserne stata immediatamente attratta, ma poi per chissà quale motivo non lo avevo mai preso in prestito, e quanto me lo sono trovata davanti ad un mercatino dell’usato non ho esitato un momento a portarlo a casa con me.

Si tratta di una storia familiare che si snoda tra il Dorset e Londra, su diversi piani temporali distanti l’uno dall’altro qualche decina d’anni, e narrato da i punti di vista delle tre protagoniste: la madre Helen e le sue figlie Dora e Cassie.

Ne seguiamo le infanzie, le decisioni da prendere più o meno sofferte, ma soprattutto i traumi che segnano per sempre: e così ci troviamo in un libro sull’elaborazione della perdita, dei segreti che non abbiamo il coraggio di confessare a nessuno e dei sensi di colpa impossibili da elaborare.

[Mentre la madre Helen infatti aveva una relazione extraconiugale, il fratellino Alfie affidato alle due sorelle è scomparso in mare, dopo che Cassie lo aveva indotto ad andare a nuotare nonostante non ne fosse capace per rimanere da sola con la sua ragazza.]

“Le bambine che cercavano conchiglie” è un romanzo molto drammatico e cupo, che solo nell’ultima parte si apre alla speranza per il futuro, mentre Dora accoglie la propria gravidanza con fiducia e liberandosi dal peso che la opprime sin dall’adolescenza.

La scrittura è molto semplice ma al tempo stesso scorrevole e coinvolgente, e nonostante non possa definirlo un romanzo particolarmente originale o d’impatto è stata comunque una lettura che ho affrontato con grande interesse e partecipazione.

Qual è l’ultima lettura recuperata ad un mercatino che avete terminato?