Letto negli ultimi mesi dell’anno, "I Greenwood" di Michael Christie, pubblicato da Marsilio, ribalta quelli che credevo sarebbero stati i titoli preferiti di questo 2025, rientrandovi con prepotenza e necessità.
Sin dalle prime pagine ho sentito che questo voluminoso romanzo familiare mi sarebbe entrato nel cuore, ma ancora non potevo immaginarmi quanto!
A cosa è dovuta a quella prigionia? Ad aver salvato una vita, quella di Willow l’ennesima parente che entra in famiglia senza avere alcun legame di sangue con i Greenwood, creduta figlia di un ricco magnate e della sua amante (in realtà concepita da lei e dalla guardia del corpo di lui, dipendente dall’oppio e già sposato con troppi bambini); una neonata senza nome, viene lasciata nel bosco dove Everett vive nascosto e quando la trova pur desiderando sbarazzarsene all’inizio, le si affeziona e pur di non lasciarla in mani che non la amerebbero quanto lui, dichiara di averla uccisa e così la libera. L’affida al fratello, quel fratello che di sangue non è, e sconta una pena per omicidio e per rapimento, reati che non ha mai commesso.
Everett è il personaggio a cui mi sono più affezionata sin dalle primissime pagine in cui è comparso in scena e ho temuto per lui al punto che ogni tanto ho dovuto interrompere la lettura perché non ero pronta a ricevere notizie negative al suo riguardo.
Oltre a Willow, poi che rifiuterà la ricchezza del padre e soprattutto il suo continuo abbattere gli alberi, scegliendo di vivere in un furgone, compare Liam, suo figlio che prende il nome di quell’amore segreto di suo padre Harris, quell’uomo irlandese che leggeva poesie ad alta voce. Liam, che si innamora di una musicista e fabbrica una viola che finisce distrutta, Liam che è più solo ancora di suo zio e di suo nonno e che nemmeno riuscirà a conoscere sua figlia Jake, la prima che conosciamo in questo romanzo e anche la voce che lo terminerà.
Jake, l’ultima dei Greenwood o forse no, perché essere un Greenwood non è mai stata una questione di DNA, apre e chiude questo romanzo insieme al Grande Avvizzimento che non lascia scampo agli alberi del mondo e ci parla del riscaldamento globale, di quanto l’essere umano stia distruggendo il pianeta -realtà che conosciamo già bene al giorno d’oggi. Così come la Grande Depressione non aveva lasciato scampo all’epoca in cui i primi fratelli Greenwood erano bambini. il Grande Avvizzimento stermina gli alberi del 2038 di cui Jake cerca di essere guardiana, al di là di ogni convenienza, perché gli alberi sono al centro di questa storia: che siano il legname commerciato da Harris, la fonte dello sciroppo ricavato da Everett per sopravvivere o appunto i protetti di Jake che si ritrova a fare da guida ai più ricchi del pianeta, dove della natura non rimane niente.
"I Greenwood" è un romanzo corposo, la cui mole non si percepisce per nulla: è un romanzo in cui ci si commuove, ci si emoziona, in cui attraverso il diario di una giovane donna le vite si inseguono e si ritrovano; dove nessuno forse riesce a salvarsi, ma tutti ci provano per come possono, come un albero malato che cerca di resistere alla siccità e ai parassiti.
"I Greenwood" è un romanzo pieno di umanità: l’umanità degli ultimi, di coloro che sono rimasti soli, che spesso lo hanno addirittura scelto. È un romanzo che conquisterà gli amanti delle storie familiari che non potranno che sentirsi parte di questa foresta familiare, fatta di condivisione, di darsi riparo reciprocamente e per cui non c’è bisogno di appartenere allo stesso lignaggio. Ho amato ogni pagina di questo romanzo, e da tempo non sentivo la necessità di andare avanti con una storia come con questa lettura, di cui sento già la mancanza un attimo dopo aver terminato l’ultima pagina e che non posso fare altro che consigliarvi di cuore!
Qual è l’ultimo romanzo familiare che vi ha conquistati?

 
 
 
 
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