Di Francesca Albanese si è parlato molto in questi mesi, e giustamente: relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, ingiustamente attaccata da voci ignoranti da ogni fronte, tacciata di antisemitismo, mentre da anni si spende per il riconoscimento delle condizioni intollerabili della vita in Palestina, facendo sentire la propria voce contro l'apartheid e, più di recente, il genocidio a Gaza.
Per sostenere il suo operato ho acquistato "Quando il mondo dorme", titolo pubblicato da Rizzoli, che ha in copertina l'illustrazione dell'artista palestinese (rifugiata in Inghilterra) Malak Mattar -la stessa autrice del cosiddetto "Guernica di Gaza", intitolato in realtà semplicemente "No words".
Racchiusi tra un'introduzione e una conclusione, il testo di Albanese è composto da nove capitoli centrali, tutti dedicati a persone che hanno avuto un particolare ruolo nella progressiva presa di coscienza di Albanese riguardo a quello che avrebbe dovuto essere il suo impegno per la Palestina. Vi troviamo intellettuali, artisti (la già citata Malak), amici incontrati durante gli anni a Gerusalemme est e anche vittime del massacro iniziato ad ottobre 2023, come la piccola Hind Rajab, la cui voce è al centro del film "The voice of Hind Rajab", premiato a Venezia con il Leone d'Argento ed in corsa per gli Oscar.
Il primo aggettivo che utilizzerei per descrivere "Quando il mondo dorme" è: accessibile, ed il secondo: necessario. Albanese scrive infatti un libro che potrà, e dovrebbe, leggere un vastissimo pubblico, anche dagli studenti delle scuole superiori: un testo informativo, che ripercorre in modo semplice e chiaro l'occupazione della Palestina, che stimola alla riflessione, che crea collegamenti con gli altri genocidi della storia -anche quelli che di rado vengono chiamati così, come la fondazione degli Stati Uniti d'America e del Canada.
È un testo pieno di persone e di umanità, che crea vicinanza con i lettori dal momento che Albanese riporta le proprie esperienze e i propri incontri, e ci tiene ad essere informativa e comprensibile sulle tante ingiustizie e su come esse vengano manipolate dai media per non essere percepite come tali. Per chi ha già letto molto sull'argomento non ci saranno grandi scoperte in questo libro, ma ogni occasione è buona per essere ancora più consapevoli, e per chi invece sente di avere grosse lacune questa può essere la lettura perfetta per cominciare a porvi rimedio.
Qual è l'ultima lettura sulla Palestina che avete terminato?
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