Dopo i primi quattro romanzi del ciclo Malaussène, la serie di romanzi di Daniel Pennac (portata in Italia da Feltrinelli editore) poteva forse considerarsi conclusa; nel 1996 in Francia però escono due testi brevi, "Monsieur Malaussène au théatre" e "Des chrétiens et des maures", che non la portano avanti bensì si inseriscono nella narrazione precedente. Ad oggi sappiamo che Pennac ha poi proseguito le vicende dei suoi protagonisti (e io ho tutta l'intenzione di dedicarmi anche ai volumi successivi), ma quanto al 1996 la linea temporale della famiglia Malaussène non si sposta in avanti.
Racchiusi in un volume unico intitolato "Ultime notizie dalla famiglia" nell'edizione italiana, i due testi sono rispettivamente una breve opera teatrale che traspone una versione riassunta del quarto volume della serie "Signor Malaussène" in cui viene alla luce il figlio di Benjamin e Julie, e un flashback sulle origini de Il Piccolo e l'identità del padre di quest'ultimo.
Se in "Monsieur Malaussène au théatre" non trova nulla di nuovo un lettore costante delle avventure della famiglia di Belleville, anzi vi ritroviamo passaggi che riconosciamo integralmente aver già letto sin dal primo romanzo "Il paradiso degli orchi", molto più godibile è "Des chrétiens et des maures". Si tratta di un racconto breve e citazionistico, che prende il via dal Bartleby di Melville nel momento in cui Il Piccolo "preferirebbe il suo papà", ed inizia uno sciopero della fame deciso a tutti i costi a scoprire chi fosse. Così i ricordi di Benjamin e dei suoi amici del quartiere tornano indietro di qualche anno, prima dell'arrivo di Verdun, di È Un Angelo, del cane Julius, e naturalmente di Signor Malaussène. Ci viene raccontata così una rocambolesca avventura della vittima di un crimine violento, rapita dall'ospedale in cui lavora Louna, per il quale non si trova altra soluzione che l'ospitalità in casa Malaussène nella speranza che possa rimettersi in salute -ma la conclusione torna ad essere letteraria e ricca di fantasia, perché "la maggior parte dei bambini nasce da una metafora" [l'uomo infatti, ebreo newyorkese poliglotta, si rivelerà il protagonista di una serie di romanzi, niente di meno e niente di più concreto].
Con questo titolo di transizione Pennac riporta i suoi fedeli lettori a Belleville, nell'universo colorato e fantasioso dei Malaussène, a perdersi tra i suoi personaggi teneri, divertenti, che se ne inventano sempre una nuova per non farci annoiare. Certo non è un capitolo fondamentale per godersi la serie, ma l'ho trovato comunque una piacevole compagnia per un pomeriggio e non ha fatto altro che aumentare ancora la mia voglia di proseguire nella lettura.
Qual è il titolo che preferite nella saga dei Malaussène?

 







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