Romanzo d'esordio di Jackie Polzin, "Quattro galline" (pubblicato in Italia da Einaudi) è stato piuttosto chiacchierato alla sua uscita, qualche anno fa. L'ho recuperato nella prima incursione del 2025 al mercatino dell'usato, e sebbene mi sia trovata davanti un testo molto diverso dalle mie aspettative si è rivelata una bella sorpresa.
Il pollaio diventa il simbolo del ciclo della vita, in questo testo: il nutrimento che viene dal suolo, e poi dalle uova che le galline producono per la coppia di sposi che le alleva, alla ricerca di un nuovo stile di vita. Lui è un ricercatore, lei pulisce le case che la sua amica cerca di vendere; hanno un rapporto quieto, le domande taciute non sembrano sopraffarli, il trauma della perdita di una gravidanza desiderata ancora da elaborare.
Le quattro galline del titolo hanno nomi e aspetti differenti, c'è la leader del gruppo, c'è quella più sottomessa, ma tutte vivono ugualmente immerse nel loro eterno presente, nel qui e ora su cui gli esseri umani non sanno più concentrarsi. Non so nulla di galline, e le pagine dell'autrice sono state un interessante sguardo in una dimensione del tutto lontana dalla mia quotidianità urbana.
Polzin organizza il testo per brevi brani, senza titoli né numeri a distinguerli, che accompagnano lo scorrere delle stagioni nel Minnesota, in un quartiere un po' malfamato. Ci racconta delle galline, certo, ma anche delle piccole cose di ogni giorno, e alla vita che scorre si accompagna la perdita, con l'inevitabile dolore che ci arreca, e la necessità di superarla.
"Quattro galline" è un romanzo agrodolce, che parla dei suoi animali ma soprattutto della protagonista, una donna riflessiva in cui è facile immedesimarsi. È un romanzo che offre più domande che risposte, scritto in punta di piedi, con tatto e delicatezza, e che sono certa sappia parlare in modo personale a ogni lettore (forse, più in particolare, a ogni lettrice).
Qual è l'ultimo titolo che vi ha sorpresi?