sabato 25 marzo 2017

Anna

Scenari apocalittici dove bambini ed adolescenti si trovano a dover sopravvivere in autonomia, dopo la scomparsa di ogni adulto, non sono nuovi alla letteratura. Chiunque abbia letto "Il signore delle mosche" non lo ha di certo dimenticato (anche se in quel caso l'espediente narrativo per dare il via alla storia era un disastro aereo, e non una catastrofe).
 
 
 
 
Titolo: Anna
Autore: Niccolò Ammaniti
Anno della prima edizione: 2015
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 274





Anna ha tredici anni quando in Sicilia la Rossa, un morbo letale, non ha lasciato in vita nessuno che avesse superato l'adolescenza. Lei sopravvive, vista la sua giovane età, e così pure Astor, il fratellino di appena quattro anni.
La loro esistenza non è facile: la ricerca del poco cibo ancora commestibile, le bande auto-organizzate di pericolosi ragazzini con cui fare i conti, gli animali inselvatichiti. Uno di questi è un maremmano con cui Anna ha un violentissimo scontro, non adatto agli stomaci più deboli e ai cuori più amanti degli animali (come il mio), a seguito del quale però tra lei e il cane si instaurerà un forte legame e Coccolone -questo il nome che sceglierà per lui- diventerà un compagno di viaggio inseparabile dai due fratelli.
 
Un compagno di viaggio, sì, perché Anna e Astor sono in viaggio. Vogliono lasciare la Sicilia, terra devastata e ricoperta di cadaveri, nella speranza che in Calabria, oltre lo stretto, i Grandi siano ancora vivi e la vita sia tornata alla normalità.
Camminano senza mai arrendersi attraverso gli scenari post-apocalittici delle città abbandonate insieme a Pietro, e tra lui e Anna scatta una scintilla che ci regala un attimo dolcezza e di speranza nel mezzo di tanta angoscia.
 
 
 
Niccolò Ammaniti ha scritto opere di certo migliori di questo romanzo distopico, dove le novità non sembrano abbondare e di scene che stupiscano i lettori ce ne sono davvero poche -Coccolone, il cane, è il più riuscito dei personaggi. Anna è un'adolescente credibile, testarda e coraggiosa, impossibile non ripensare a "Io non ho paura" che dello stesso autore è un romanzo più convincente ed intenso.
Diverse sono le scene drammatiche e piuttosto crude, ma non è certo questo che spaventa i lettori, quanto il fatto che nel complesso ci resta un senso di noia diffusa mentre invece una storia come questa si presterebbe a non farci staccare gli occhi dalle pagine fino alla sua conclusione.
 
Su temi simili a quelli racchiusi in "Anna", Fabio Geda e Marco Magnone stanno dando vita ad una serie di libri ambientati a Berlino. Parleremo a breve dei primi tre già pubblicati!
Qui vi racconto il primo, "I fuochi di Tegel".
 
 

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