mercoledì 29 marzo 2017

Diario di Sunita

Cosa sappiamo dei rom? E dei bambini rom, più nel dettaglio?
Raramente li incontriamo tra i banchi di scuola, ma qualche caso fortunato c'è. Un sinto della mia città una volta mi ha detto che alle feste di compleanno di sua figlia, quando abitavano nel campo, non ci andava nessuno. Ora che risiedono in un appartamento i compagni si fidano di più.
Titolo: Diario di Sunita. La scuola è una pizza ma io ci vado lo stesso
Autore: Luca Randazzo
Anno della prima edizione: 2016
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 251
Questa è una storia vera, e non ha una fine, è solo un anno -scolastico- di vita di una ragazzina rom, Sunita. Sunita esiste davvero e vive a Pisa, sballottata tra un campo e l'altro, da uno sgombero al successivo. I suoi genitori sono macedoni e così anche lei non ha diritto alla cittadinanza italiana, e la sua frequenza scolastica sembra un problema marginale per il comune di residenza -anche se le multe ai suoi familiari perché non mandano i bambini nelle aule continuano ad arrivare.
Sunita scrive un diario di un anno scolastico, quando frequenta la quinta elementare -dopo aver saltato la quarta e metà della terza, perché il pullmino non andava più a prendere lei e i suoi sette fratelli. In quinta Sunita ha l'opportunità di abitare da lunedì al venerdì presso la famiglia di Luca e Clelia, con le loro figlie Marta e Bianca, e di sperimentare un mondo completamente diverso da quello al quale è abituata.
Luca Randazzo con Sunita in una fotografia di Pietro Costanzo
Quello di Luca è un mondo di regole, in cui ci si lavano i denti dopo colazione e dopo cena, in cui si mangia a tavola tutti insieme, in cui si dorme a letto dopo aver messo il pigiama, in cui non mancano acqua calda ed elettricità.
Quello dei genitori di Sunita invece è fatto di baracche fatiscenti, di un unico letto matrimoniale in cui dormire in sette fratelli, di tinozze piene d'acqua e il bucato che quando fa troppo freddo non si può fare. La mamma di Sunita non sa leggere, e quando riceve posta deve attendere il weekend perché Sunita la legga per lei; non è mai andata da un dentista e i suoi denti sono neri e rovinati. Non si possono portare libri nella baracca, perché le sorelle di Sunita li strapperanno; anche il diario va nascosto con attenzione, per proteggere i propri pensieri.
Luca Randazzo è un maestro e uno scrittore (qui il suo blog) che ha accolto nella sua famiglia Sunita per un anno. Per lei le differenze tra i suoi due mondi non sono importanti, lei li vive entrambe con la spontaneità e la naturalezza di una ragazzina che sa adattarsi a tutto -o quasi: alle verdure cucinate da Luca, proprio no!
Questo diario è una testimonianza preziosa. Non sovvertirà, probabilmente, alcuno degli stereotipi sui rom che abbiamo in mente: Sunita ci descrive uomini con le birre in mano, i camion pieni di ferraglia, donne che si sposano prematuramente, bambini lasciati a giocare svestiti in pieno inverno. Non vedremo i campi in cui abitano con un altro sguardo, questo no: ma dietro i volti dei loro bambini ci immagineremo che qualcuno (non tutti, certo, ma qualcuno sì) voglia imparare a scrivere in corsivo, a ripetere le tabelline, giocare a calcio in una squadra ed essere promosso alle medie inferiori, proprio come Sunita.

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