martedì 11 luglio 2017

Piccole grandi bugie

Arrivo alla lettura di questo libro dopo essermi innamorata della mini-serie Big Little Lies che ho visto qualche mese fa. Complice la splendida colonna sonora, le magistrali interpretazioni delle attrici protagoniste (per fare giusto un paio di nomi, Nicole Kidman e Reese Whiterspoon, insieme ad un cast di piccoli, straordinari attori) ed una trama appassionante, nel giro di due o tre puntate l'avevo già eletta la serie preferita del 2017.
Per un caso più unico che raro quindi mi sono trovata a leggere il romanzo tempo dopo aver terminato la visione delle puntate, ed è stato più difficile del solito fare un confronto.
 
 
 
 
Titolo: Piccole grandi bugie
Autrice: Liane Moriarty
Anno della prima edizione: 2014
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 428
 
 
 
 
 
Come già il titolo ci suggerisce, questa è una storia di bugie, piccole e grandi. È una storia di segreti: una storia che ci ricorda che ognuno ha qualcosa da nascondere, più o meno in profondità, e che non conosciamo mai nessuno fino in fondo.

Jane, Celeste e Madeline si incontrano perché i loro figli (Ziggy, i gemelli Josh e Max, e Chloe) frequentano la prima classe della stessa scuola elementare a Pirriwee, immaginaria penisola sulla costa australiana nei dintorni di Sydney. Ognuna di loro ha uno scheletro nell'armadio: l'identità dell'assente padre di Ziggy nel caso di Jane, il rancore mai passato nei confronti dell'ex marito ed il difficile rapporto con la figlia adolescente di Madeline ed il matrimonio in apparenza perfetto che nasconde gli abusi sotto una facciata di ricchezza e benessere nel caso di Celeste.
 
Il primo giorno di scuola le donne si incontrano (Celeste e Madeleine si conoscono già, Jane si è appena trasferita) ed immediatamente si crea un legame tra loro. Da una serie di testimonianze raccolte alla fine di ogni capitolo del libro sappiamo che, mesi dopo quel primo giorno (il libro si sviluppa in una sorta di conto alla rovescia, dapprima di mesi, poi di settimane e giorni), un evento tragico sul quale indaga la polizia colpirà la comunità di Pirriwee in occasione della serata dei quiz organizzata dalla scuola elementare. Quale sarà stata, tra le tante piccole crepe che scalfiscono ogni giorno la quotidianità, quella ad aver dato davvero inizio a tutto? Quale sarà stato il fatto scatenante, il cerino a far divampare l'incendio?
Sarà stata l'accusa verso Ziggy di aver strangolato una bambina, la frattura sempre più insanabile tra le madri, o saranno state le guerre interne alle loro famiglie sempre così impegnate a mostrarsi perfette?



Sono molti i segreti che Celeste, Jane e Madeline si tengono nascosti, ed i legami tra loro superano quelli che si potrebbero aspettare. Il ritmo della storia è trascinante quanto quello delle puntate della serie, e tiene i lettori incollati alle pagine come gli spettatori allo schermo.

Le differenze sono marginali: la trasposizione sostituisce una penisola australiana con la California, elimina un figlio del secondo matrimonio di Madeline, invecchia un po' la figlia maggiore Abigail, rende afroamericana la nuova moglie dell'ex marito. Nel romanzo naturalmente l'approfondimento psicologico è maggiore per quanto riguarda certi personaggi (ad esempio l'infanzia di Perry), ma lo spazio riservato a personaggi secondari come la madre della piccola vittima di bullismo è maggiore sullo schermo. Un elemento inventato di sana pianta nella serie è il tradimento di Madeline, ed è l'unico che mi è parso superfluo. Il mosaico di testimoni interrogati a proposito della catastrofe della serata dei quiz invece è più funzionale quando rappresentato da attori, raccontato dalle loro voci ai margini dell'episodio.

Temevo che il romanzo mi avrebbe delusa dopo aver apprezzato così tanto le sette puntate della miniserie, ma non è successo, anche se come dicevo ho preferito alcuni aspetti sullo schermo. Quello che conta è certamente la storia, ed i personaggi femminili forti e fragili allo stesso tempo nei loro ruoli di donne, di madri, di lavoratrici e soprattutto di amiche. Sì, perché uno degli aspetti più interessanti di questa storia è che oltre le rivalità, i pettegolezzi, i problemi che dividono le abitanti di Pirriwee, queste donne riescono a trovare la loro maggiore risorsa nel legame che le unisce, che le sostiene davanti a tutto e tutti, ribaltando gli stereotipi delle donne serpenti nei confronti delle proprie pari. Mi è sembrato quindi un ottimo modo per ricordarci che è necessario riconoscere le donne che ci circondano come sorelle, sostenerle invece di ostacolarle, creare con loro una rete che possa salvarci, tutte insieme.

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