lunedì 20 novembre 2017

Noi siamo tutto

Quando ero adolescente, leggevo avidamente i libri della collana ExLibris: oggi quasi tutti fuori catalogo, con mio grande dispiacere, mi hanno aperto finestre sul mondo plasmando la persona che sono oggi. Uno di essi, intitolato “Al di là della tenda”, affrontava il tema della SCID, o “sindrome del bambino nella bolla”: una particolare e gravissima condizione per cui l’organismo di un individuo deve essere protetto dal mondo esterno, che potrebbe suscitare in lui reazioni mortali.
 
 
 
 
Titolo: Noi siamo tutto
Autrice: Nicola Yoon
Anno della prima edizione: 2015
Titolo originale: Everything, Everything
Casa editrice: Sperling&Kupfer
Pagine: 320
 
 
 
 
Anche nel libro di Nicola Yoon, a metà tra il young adult e il romanzo rosa, la SCID riveste un ruolo fondamentale. La protagonista Madeleine infatti ne è affetta, e per questo ha trascorso i primi diciotto anni della sua vita sostanzialmente segregata in casa, insieme all’amorevole madre ed all’infermiera Carla, di origini messicane e dalla grande vitalità. Il padre di Madeleine ha perso la vita quando Madeleine aveva pochi mesi, in un incidente del quale è rimasto vittima anche suo fratello maggiore: da allora la madre della ragazza ha solo lei, e di proteggere la figlia dal mondo ha fatto la propria missione, cercando anche di renderle la propria condizione più tollerabile proponendole film, letture e serate di giochi da tavolo.
 
Tutto sommato Madeleine accetta la propria malattia con una sorta di rassegnazione: in fondo non conosce un altro modo di vivere, trova conforto nei romanzi e nell’architettura di cui è appassionata e non si pone troppe domande. Questa apparente tranquillità viene però sconvolta quando nella casa accanto a quella di Madeleine e sua madre trasloca una nuova famiglia: padre (alcolizzato e violento), madre e due figli, maschio e femmina. Il ragazzo, Olly, suscita in Madeleine un’immediata attrazione, e attraverso uno scambio di messaggi alla finestra ed e-mails l’innamoramento scatta subito tra i due -in modo forse fin troppo semplice, fin troppo immediato e ricambiato.
Complice Carla, donna coraggiosa che sa cosa significhi rischiare per dare un senso alla propria vita, i due ragazzi riescono anche ad incontrarsi seguendo le procedure previste per la condizione fisica di Madeleine; naturalmente non resistono ai propri impulsi e comincia così una storia d’amore fatta anche di contatti e di baci che sconvolgono Madeleine profondamente, facendole capire quanto desideri vivere al di fuori delle proprie quattro mura di casa, al punto da indurla ad organizzare una fuga con il ragazzo.
Andare oltre nel riassumere la trama di questo romanzo significa inevitabilmente fornire dettagli che ne rovinerebbero la lettura, quindi segnalo la presenza di spoiler al di sotto di questa immagine!
 
Amandla Stenberg e Nick Robinson in una scena del film
"Noi siamo tutto" di S. Meghie (2017)
Quello di Nicola Yoon è un romanzo semplice e scorrevole, che si legge in breve tempo e con il desiderio di scoprire cosa accadrà. Personalmente mi accompagnava durante la lettura un brutto presentimento, una sensazione di ineluttabilità riguardo il destino di Madeleine: durante i giorni che lei e Olly trascorrono al sole, a godersi i bagni ed i loro corpi, mi aspettavo che questo avrebbe avuto una ripercussione inevitabile sulla salute di lei.
Inutile dire quindi a chi ha già portato a termine il romanzo quanto sia rimasta stupita dalla conclusione, dove a soffrire di un disturbo non è Madeleine, ma sua madre: incapace di superare il lutto legato al decesso di figlio e marito, ha fatto del proteggere la figlia superstite la propria missione al punto di innescare una specie di sindrome di Münchhausen.
 
Nonostante la credibilità di questo rovesciamento della trama sia a mio parere molto limitata, ammetto che il fatto che Madeleine abbia ottenuto la possibilità di rifarsi una vita al di fuori della sua bolla mi ha di certo fatto piacere per il personaggio. Nel complesso però non ritengo questo libro una lettura che mi abbia particolarmente emozionata: ha alcuni aspetti gradevoli, ad esempio l’aspetto grafico delle pagine dove troviamo estratti dal diario della protagonista, ricevute di pagamenti, biglietti aerei e materiali vari; Madeleine di certo suscita tenerezza nel lettore. Lei e Carla però sono gli unici personaggi con un’identità convincente; Olly invece, nonostante il suo ruolo di primo piano, è assai poco caratterizzato e resta estremamente piatto, passivo davanti al verificarsi degli eventi.
In conclusione quindi mi sentirei di definire questa lettura abbastanza incolore, forse più apprezzabile dagli appassionati di romanzi d’amore; non la consiglio affatto a chi vorrebbe sfruttare l’occasione per approfondire il tema della SCID, perché è trattata in modo piuttosto superficiale.

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