domenica 14 agosto 2022

Uomini senza donne

I titoli di Murakami che preferisco sono quelli meno onirici, più aderenti alla realtà, proprio come questa raccolta di sette racconti pubblicati per la prima volta insieme nel 2014. Prende il titolo dall'ultimo, "Uomini senza donne", e i rapporti tra uomini e donne sono senza dubbio uno dei temi principali di queste storie.


Titolo: Uomini senza donne
Autore: Haruki Murakami
Anno della prima edizione: 2014
Titolo originale: Onna no inai otokotachi
Casa editrice: Einaudi
Traduttrice: Antonietta Pastore 
Pagine: 222


Ricorrente è l'elemento del triangolo: un'amicizia maschile tra due uomini che hanno avuto a che fare con la stessa donna si presenta in "Drive my car" (racconto che è stato ampliato e arricchito di dettagli dal film omonimo, premiato agli Oscar 2022) ma anche in "Yesterday" e in "Organo indipendente". In tutti e tre i casi, il rapporto tra i due uomini coinvolti termina in maniera piuttosto brusca ed inspiegabile, mentre le donne in questione restano sullo sfondo, molto poco caratterizzate.

Un legame improvviso che si instaura tra due uomini è elemento cardine anche in "Kino", il più vicino alla produzione onirica dell'autore: renderà felice chi ama i presagi, i significati nascosti e i sottintesi, che invece su di me hanno quasi sempre l'effetto di farmi sentire smarrita!

Troviamo un triangolo anche nel racconto "Sheherazade", ma qui al centro c'è una donna, divisa tra il marito e l'uomo di cui si occupa e che diviene il suo amante. L'elemento cardine di questa storia però è la narrazione, il potere delle storie: la donna infatti racconta all'uomo delle proprie vite precedenti, che è convinta di aver vissuto nei panni di una lampreda, ma anche i suoi ricordi dell'adolescenza. Particolarmente interessante è la struttura narrativa che riprende "Le mille e una notte" a cui dichiaratamente si ispira, perché il racconto si interrompe proprio come quelli dell'opera classica!

I miei preferiti sono stati però gli ultimi due racconti, del tutto differenti da quelli che li precedono: "Sansa innamorato", un'adorabile riscrittura de "La metamorfosi" di Kafka in cui Gregor si risveglia nella incomprensibile forma umana, e "Uomini senza donne" in cui il protagonista riflette tra realtà e immaginazione sul significato che ha per lui la perdita di una donna che ha amato in passato e che nel presente si è tolta la vita.

Qual è l'ultima raccolta di racconti che avete letto?
E il vostro Murakami preferito?


ANALISI DEI SINGOLI RACCONTI (ATTENZIONE AGLI SPOILER!):

"Drive my car", da cui è stato tratto l'omonimo film vincitore dell'Oscar al miglior film straniero nel 2022, dà voce ad un attore rimasto vedovo che racconta alla ragazza incaricata di guidare la sua auto il rapporto di amicizia che aveva instaurato per un periodo con l'amante della propria moglie. Il film a mio parere è riuscito ad ampliare questa storia in modo efficace, caratterizzandone meglio i personaggi e rispettandone le atmosfere. ***

Anche in "Yesterday" ritorna l'elemento del triangolo: due giovani uomini che diventano amici, uno non sembra riuscire a combinare granché nella sua vita e non si impegna per entrare all'università, così suggerisce all'altro di intraprendere una relazione con la sua fidanzata -che in realtà si sta già guardando in giro. Anche in questo caso l'amicizia tra i due uomini si interrompe bruscamente e senza una vera e propria ragione. ***

Tra i primi tre, "Organo indipendente" diventa il mio preferito: la frequentazione tra l'autore e un chirurgo plastico abituato a frequentare molte donne, finché non si innamora perdutamente di una di loro (che però gli spezzerà il cuore, al punto di spingerlo a lasciarsi morire). Una riflessione su come i sentimenti ci portino a perdere il controllo di noi stessi fino alle estreme conseguenze, come nei precedenti raccontata all'interno della cornice di un rapporto maschile che termina bruscamente -qui con l'allontanamento del chirurgo, che perlomeno una ragione ce l'ha: la propria volontà di farla finita.****

Diverso dei tre precedenti è il racconto "Sharhazad", che oltre ad ispirarsi dichiaratamente alla protagonista della raccolta di storie "Le mille e una notte" ne riprende anche la struttura. Qui non c’è più triangolo composto da due uomini che instaurano un legame tra loro e una donna, bensì solo due protagonisti in scena: un uomo per qualche motivo impossibilitato a lasciare il proprio alloggio e la donna incaricata di occuparsene. Come in molte storie di Murakami abbiamo comunque un triangolo, perché la donna sappiamo dall’inizio è sposata, ma nonostante ciò sceglie di avere anche rapporti carnali con il protagonista. Non sono però il fulcro della loro relazione: esso sono infatti racconti che la donna inizia ad ogni visita e termina in quella seguente, proprio come nella celebre raccolta della tradizione araba. Oltre a narrare le sue vite precedenti, che ricorda nei panni di una lampreda: il più interessante è senz’altro un ricordo della sua adolescenza nella quale si introduceva di nascosto nella casa del ragazzo di cui era infatuata, almeno finché probabilmente a causa degli indizi lasciati da lei stessa la serratura non venne cambiata. Ho apprezzato molto che la struttura del racconto si ispiri all'opera classica al punto di non terminare il racconto di questo ricordo, e sono rimasta con molta curiosità in merito: lo ritengo pertanto il più riuscito dei primi quattro racconti della raccolta.****

In "Kino", il gestore di un bar che ha avviato l’attività dopo essere stato tradito dalla moglie e aver lasciato il precedente lavoro, incontra un uomo dedito a leggere nel suo locale e che dopo diversi presagi (un gatto che non fa più ritorno, la comparsa di alcuni serpenti) gli consiglia di andarsene per un po’. Solo da lontano Kino entra in contatto con i propri sentimenti, e riesce a piangere per la fine del suo matrimonio. Anche qui un legame tra due uomini, non vi è però alcun triangolo; le donne principali sono la ex moglie che lo tradisce e poi gli chiede scusa, e una cliente con segni di bruciature sulla pelle che una sera va a letto con lui senza più alcuna conseguenza. Qui ho provato lo spaesamento che avverto quando non comprendo completamente il sottotesto alle opere dell'autore!**

Il mio preferito dei racconti: "Samsa innamorato", riscrive La metamorfosi di Kafka con Gregor che d’improvviso si ritrova umano, nel mezzo di una rivoluzione che imperversa a Praga. I suoi familiari sono con ogni probabilità fuggiti abbandonandolo nella stanza dove lo tenevano rinchiuso; nella casa arriva una ragazza con una deformità (ha una gobba) incaricata di sostituire una serratura e Gregor è istantaneamente attratto da lei. Divertente il modo in cui il protagonista trova questa volta così improbabile essere nei panni di un umano, cercando di capire come vestirsi e comportarsi!****

Il più malinconico e struggente dei racconti dà il titolo alla raccolta e la chiude. In prima persona un uomo scopre, dal marito di lei che gli telefona in piena notte, che una sua ex fidanzata si è suicidata (ed è la terza che lo fa: qui si potrebbe aprire un lungo capitolo, ma l’autore non ci dice nulla di più). Il protagonista allora riflette tra realtà e immaginazione sui ricordi che ha della donna, sull’amore che ha provato per lei ma anche della condizione universale di struggimento e sofferenza che accomuna tutti gli uomini che hanno perso una donna che amavano. La descrizione del dolore è molto vivida, ben resa; il racconto è triste e toccante, mi è piaciuto molto.****

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