giovedì 26 ottobre 2023

Come dividere una pesca

 "Come dividere una pesca", titolo di Noor Naga portato in Italia da Feltrinelli editore  (il titolo originale è "If an Egyptian cannot speak English"), è un romanzo che ha superato le mie aspettative.

La trama, di per sé, potrebbe non sembrare originale: una ragazza americana di origini egiziane si trasferisce al Cairo alla ricerca della propria identità, ma fatica ad inserirsi con i suoi capelli rasati e il suo arabo impreciso; incontra un giovane fotografo originario del modesto villaggio di Shubra Khit dove è cresciuto con l'amata nonna (poi morta suicida in un forno tradizionale), in difficoltà economiche e tossicodipendente, che a sua volta non trova un posto nella società dopo aver documentato anni prima la cosiddetta rivoluzione di piazza Tahrir, che ha poi purtroppo deluso i ragazzi come lui. 

È dunque una storia di differenze, di classe e di provenienza, di chi torna in un Paese da cui i trentenni non vedono l'ora di potersene andare, differenze di lingua (l'arabo di lei incerto, lui che non ha mai studiato l'inglese), di appartenenza culturale -lei è figlia del #metoo, delle rivendicazioni, della battaglia per i diritti lgbtq+ e lui ha lottato per la libertà d'espressione, contro la dittatura, ma è cresciuto immerso nel patriarcato e nell'omofobia.

Quello che colpisce in questo romanzo e lo rende degno di nota è la sua struttura: diviso in tre parti, la prima si apre ad ogni brevissimo capitolo con una domanda, apparentemente scollegata dal suo contenuto. Alterna i punti di vista dei due e non fornisce spiegazioni, approfondimenti, note a pié di pagina, solo le loro voci dirette e prive di abbellimenti. Le note compaiono nella seconda parte, che contestualizza modi di dire, tradizioni e comportamenti, ma anche parole che erano prima lasciate prive di traduzione tanto da disorientare un po' il lettore.

Ancora più sperimentale è la terza parte: in qualche modo una sostituzione di una vera e terza parte del romanzo, si costruisce come un dialogo metaletterario, che conclude la vicenda con degli accenni che il lettore deve cogliere tra le voci di altri lettori a cui il libro è stato presentato dalla protagonista stessa. 

Questa forma è la sua forza, distingue "Come dividere una pesca" da altre storie che potrebbero somigliargli, lo rende ancorato all'attualità statunitense ma anche egiziana, richiede al lettore un certo impegno ma lo ripaga abbondantemente. Se siete alla ricerca di una lettura insolita e ben costruita, ve lo consiglio!

Qual è l'ultima autrice che avete scoperto?

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