venerdì 3 gennaio 2025

Finché non aprirai quel libro

Ho iniziato l'anno con un'iniezione di positività, leggendo un romanzo giapponese che mi era stato regalato quando era ancora una novità e poi era rimasto ad attendermi: "Finché non aprirai quel libro" di Michiko Aoyama, pubblicato da Garzanti editore.

Già dal titolo ci rendiamo conto del parallelismo con la popolare serie ambientata nel caffè dove si viaggia nel tempo, di Toshikazu Kawaguchi, e anche la struttura si è rivelata piuttosto simile: si tratta infatti di cinque storie indipendenti, collegate dalla cornice della community house di quartiere e dalla sua biblioteca (e bibliotecaria), con le strade dei protagonisti che ogni tanto si sfiorano.

I cinque personaggi che impareremo a conoscere sono diversi per età, professione e momento che stanno attraversando, ma accomunati dalle difficoltà che vivono, dal disagio che provano dal quale non sanno uscire: abbiamo una giovane commessa, un contabile che sogna di aprire un negozio di antiquariato, una donna appena diventata madre che a causa di ciò è stata demansionata, un ragazzo disoccupato che sognava di diventare un artista e un uomo appena andato in pensione che non si sente più utile alla società.

Tutti loro si recheranno, per ragioni diverse, nella biblioteca del quartiere e qui incontreranno la signora Komachi: una bibliotecaria che realizza piccoli oggetti in lana cardata, che elargisce come "supplemento" alle letture che consiglia a chi si rivolge a lei, lasciando che le pagine e il messaggio contenuto in quei doni cambino le vite di chi ne sente la necessità.

Inutile dirvelo: non troverete un capolavoro della letteratura tra queste pagine. Incontrerete però chi impara a prendersi di nuovo cura di sé cucinando un pandispagna, chi trova l'ispirazione per riscoprire la propria arte o chi decide di fare un mestiere della propria passione per le antichità, chi scopre la poesia e l'importanza del tempo libero, chi trova la pace nel proprio ruolo di madre e di donna lavoratrice nel mondo dell'editoria cambiando luogo di lavoro. 

Insomma, se avete bisogno di una lettura che vi ispiri a prendere in mano la vostra vita, che vi ricordi che avete davanti tutte le possibilità che desiderate se solo vi concedete di crederci, questo è davvero una scelta perfetta: e io l'ho trovato terapeutico e di ispirazione.

Qual è l'ultima lettura che vi ha fatti sentire bene?

Trilogia di New York

Il mio primo incontro con Paul Auster, avvenuto leggendo "Nel paese delle ultime cose", non mi aveva convinta: il punto di vista della protagonista femminile non mi era sembrato convincente, anzi lo avevo trovato irritante e forzato, troppo mediato dallo sguardo maschile dell'autore.

Grazie al gruppo di lettura #Loveyourshelf organizzato da @manumomelibri ho fatto un altro tentativo con "Trilogia di New York", sempre pubblicato da Einaudi, che avevo acquistato anni fa al mercatino dell'usato. Non posso dire che sia entrato tra i miei romanzi del cuore, ma è andata decisamente meglio!

Si tratta di un insieme di tre racconti, indipendenti ma ricchi di richiami interni: il riferimento nel terzo brano ai cognomi utilizzati nel secondo, Quinn e Stillman protagonisti del primo ritornano nell'ultimo. 

In comune hanno poi l'elemento dei protagonisti incaricati di compiti di sorveglianza e risoluzione di un mistero: in Città di vetro Quinn segue le tracce del padre di Stillman, la cui moglie gli ha commissionato l'incarico; in Fantasmi Blue sorveglia Black per conto di White, mentre in La stanza chiusa il protagonista cerca per conto della moglie, inspiegabilmente lasciata, un suo amico d'infanzia di nome Fanshawe.

Anche la presenza degli scrittori e della scrittura, anche rappresentata da un taccuino rosso che compare più volte, è costante: scrive Quinn, ma scrivono anche Black nella sua stanza e Blue che stila rapporti su di lui, Fanshawe ha scritto numerose opere e il protagonista del terzo racconto si trova a scrivere di lui.

"Trilogia di New York" è un'opera complessa e ricca di digressioni su storia e letteratura americana, riflessioni sulla natura delle parole e sull'incomunicabilità, addirittura un elemento di citazione dello stesso Auster e della moglie Siri. Si tratta di tutt'altro che di indagini classiche, composte da indizi, ricerca e risoluzione. Non è stato un colpo di fulmine per me, ma è stata comunque una lettura coinvolgente e stimolante, che sono contenta di aver affrontato!

Quali titoli dell'autore mi consigliate di scoprire?

Signor Malaussène

Quarto volume della saga di Daniel Pennac iniziata con "Il paradiso degli orchi", "Signor Malaussène", sempre pubblicato da Feltrinelli, non deluderà affatto gli estimatori dei volumi precedenti.

Insieme a Benjamin e alla sua numerosa ed eccentrica famiglia torniamo tra i colori, i profumi e i sapori di Belleville, senza farci mancare il giallo: questa volta ruota attorno alle prostitute che suor Gervaise ha allontanato dalla vita di strada, ma che diventano vittime di un killer interessato ad appropriarsi dei tatuaggi a soggetto religioso che lei stessa ha realizzato per coprirne di precedenti.

Ritroviamo Benjamin e Julie in un momento particolarmente importante delle loro vite, in attesa del loro primo bambino: inutile dire che non tutto andrà liscio, come non mancheranno di segnalare le crisi epilettiche del cane Julius, mentre Jéremy mette in scena la storia della famiglia al cinema Zebre e un illusionista torna dal passato di Julie a seminare il panico nel quartiere. 

Difficile riassumere le trame di Pennac, che non sono in fondo l'elemento più importante: quella che spicca è la creatività, il mosaico di personaggi e di avventure, delle improbabili soluzioni trovate per disguidi ancora più surreali. Anche questa volta ho provato il puro piacere della lettura, di un intrattenimento mai noioso, dove la sospensione dell'incredulità viene naturale e si prova per i protagonisti l'affetto che si sente per gli amici. 

Questo avrebbe potuto essere il capitolo conclusivo del ciclo Malaussène, che invece si è popolata poi di diversi altri volumi: non mi resta che scoprire cosa mi aspetta ancora!

A quale volume della serie siete arrivati?