Quando termino una lettura con le lacrime agli occhi, sono certa di aver scelto il libro giusto al momento giusto, e mi è successo con "L’emporio del Cielo e della Terra" di James McBride, parte della mia lista dei desideri del dicembre scorso, che sono molto felice siano stati esauditi! Pubblicato da Fazi è il titolo più recente dell’autore, che ha all’attivo altri romanzi dei quali vorrei recuperare l’esordio ma anche "Il diacono King Kong".
Di origini ebraiche per parte di madre ed afroamericane dal lato paterno, l’autore descrive una comunità e grazie alle proprie radici non si tratta di appropriazione culturale, bensì di dare voce all’America degli anni '30 dove la pluralità degli abitanti creava realtà come quella di Chicken Hill in Pennsylvania, al centro di questa narrazione.
Si inizia con i coniugi Chona e Moshe, entrambi ebrei di origini est europee; mentre lui gestisce un teatro e organizza concerti è lei ad occuparsi proprio dell’emporio del titolo, senza mai rifiutarsi di fare credito a qualcuno ed essendo un punto di riferimento per tutti gli abitanti del vicinato, ebrei o afroamericani che siano.
Proprio per aiutare due di loro, Nate e Addie, i coniugi si offrono di nascondere in casa il piccolo Dodo, sordo e rimasto orfano, che il governo vuole rinchiudere in una struttura, dove non riceverebbe alcuna cura adeguata alle sue brillanti capacità, che non gli vengono riconosciute per via della disabilità.
La prima metà del romanzo ci cala nelle atmosfere del luogo, ci fa conoscere i suoi protagonisti, in particolare Chona, Moshe, Nate e Dodo, mentre la seconda metà ha un ritmo più sostenuto, un approccio più corale e si allontana dall’approfondimento psicologico per concentrarsi sull’agire del quartiere che si coalizza per cercare di liberare il ragazzino dal luogo orribile dove si trova intrappolato.
Corredato di un’introduzione e di un epilogo assolutamente riusciti (e nel secondo caso anche molto emozionanti) che ci trasportano a quarant’anni e più di distanza da quando i fatti sono avvenuti, "L’emporio del Cielo e della Terra" è un testo dove la famiglia non è fatta di legami di sangue, dove nel vicinato e nell’amicizia si trova la salvezza ma anche la redenzione, e anche chi ha subito tanti abusi ed ingiustizie può rendersi capace di gesti coraggiosi e riparatori.
È un romanzo che racconta la pluralità americana della prima metà del Novecento, con il razzismo e le tensioni che l’hanno contraddistinta, ma anche la ricchezza che ha generato dove non è il DNA a rendere importanti l’uno per l’altro.
Quest’autore è stato un’ottima scoperta e sono certa che approfondirò in futuro la sua produzione!
Avete già letto qualcuno dei suoi libri?
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