Difficile trovare le parole per questo libro breve e potentissimo, l'esordio di Michele Ruol pubblicato da TerraRossa edizioni: "Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia", novantanove quadri a volte di poche righe, a volte di poche pagine, capaci di ferire in profondità.
A novantanove oggetti di uso quotidiano, di quelli che albergano nelle case di tutti, Ruol affida il compito di raccontare l'elaborazione del lutto di Padre e di Madre, che hanno perso i loro due figli maschi Maggiore e Minore in un incidente d'auto, del quale con un processo lungo quasi due decenni si cercheranno di accertare le responsabilità.
Non conosceremo mai i loro nomi, e non servono: diventiamo noi quei Padre e Madre, nei silenzi del loro matrimonio, nelle loro aspirazioni professionali e nelle divergenze educative, diventiamo noi quei Maggiore e Minore che crescono nelle loro camerette, tra vacanze al mare e debiti a fine anno scolastico, negli oggetti che hanno toccato, utilizzato, a cui sono stati affezionati.
Saremo stradari su cui segnare cerchi a penna rossa di cui soltanto un amico del cuore saprà il significato, saremo occhiali dalle lenti colorate attraverso cui guardare il mondo che qualcuno non potrà più vedere; e la perdita, quel senso devastante di perdita di significato e di mancanza, attanaglia ad ogni pagina di un libro che è coraggioso, che non utilizza mai una parola di troppo, che descrive dall'esterno e fa sentire completamente coinvolti.
Non ho figli, e il dolore di un genitore che perde chi ha generato non posso comprenderlo, e a nessuno lo auguro; ma l'elaborazione del lutto è un concetto che frequento da vicino da qualche anno, e in queste pagine ho letto tante volte parole che ho pensato anch'io.
Inserito nella dozzina dei candidati al Premio Strega di quest'anno, non posso che sperare che tra due giorni sarà inserito nella cinquina dei finalisti, perché fatico ad immaginare titoli che potrebbero meritarsi di più la notorietà e il riconoscimento.
Quali candidati allo Strega di quest'anno avete letto?
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