venerdì 23 maggio 2025

Quattro dopo mezzanotte

Quarta raccolta di racconti di Stephen King, pubblicata nel 1990, "Quattro dopo mezzanotte" come "Stagioni diverse" è più che altro composta da quattro novelle: I langolieri, Finestra segreta, giardino segreto, Il poliziotto della biblioteca e Il fotocane.

Come sapete sto procedendo in ordine cronologico nella lettura di quasi tutti i libri di King (per il momento rimando la serie de La Torre Nera e qualche altro volume), e di solito con le sue narrazioni brevi mi trovo molto a mio agio. Anche se l'ho apprezzata però questa raccolta, che possiedo in un'edizione Sperling divisa in due volumi con il prezzo ancora in lire, non è entrata a far parte dei miei preferiti.

"I langolieri" è ambientato tra un aereo e un aeroporto, in cui i viaggiatori sembrano gli unici esseri umani rimasti sul pianeta Terra. Le atmosfere ricordano molto un racconto precedente, "La nebbia", e la struttura corale in cui i personaggi superano insieme le difficoltà riporta alla mente "L'ombra dello scorpione"; purtroppo alcuni personaggi che avrebbero meritato molto più spazio sono poco caratterizzati (penso soprattutto a Nick e Laurel), e anche se mi ha tenuta incollata alle pagine alla fine non mi ha lasciato molto.

Al centro di "Finestra segreta, giardino segreto" c'è la salute mentale del protagonista, uno scrittore, e il suo progressivo decadimento, condito da manie di persecuzione. Mi ha trasmesso soprattutto dispiacere per Mort, incapace di controllarsi, e per chi lo circonda come l'ex moglie Amy, che si sente in colpa per averlo lasciato alle ombre della sua mente. Da questo racconto è stato tratto il film "Secret Window" con Johnny Depp.

Il racconto della raccolta che ho preferito è decisamente "Il poliziotto della biblioteca": è  l'unico che è riuscito ad emozionarmi davvero (la scena delle palle da baseball con i ritratti dei giocatori portate da Dave al figlio di Soames in ospedale sa commuovere), ci sono più elementi horror ma anche le atmosfere di "It", sia per il potere salvifico dell'amicizia sia per il male capace di manifestarsi nella forma delle peggiori paure e traumi dell'infanzia.

Ne "Il fotocane" torniamo a Castle Rock ed entriamo nel negozio che sarà poi "Cose preziose" di Lelan Gaunt, mentre ora Pop Merrill, uno strozzino senza scrupoli, si imbatte in Kevin e nella sua macchina fotografica Polaroid che emette solo un'inquietante sequenza di immagini di uno spaventoso cane arrabbiato. L'idea dell'oggetto posseduto è sempre stimolante, l'abbiamo già incontrata più volte in "Scheletri" e "A volte ritornano", ma nella lettura mi sono un po' annoiata.

Qual è il vostro racconto preferito di Stephen King?

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