Quarto volume della serie di gialli di Ilaria Tuti con protagonista la commissario Teresa Battaglia, "Figlia della cenere" sempre pubblicato da Longanesi è quello che più di tutti i precedenti fa luce sul traumatico passato della protagonista, che tante volte era stato accennato e questa volta ci viene narrato in maniera esplicita.
Dunque è un romanzo crudo, dove assistiamo a una crescente violenza fisica e psicologica su una donna, perpetrata come troppo spesso accade proprio tra le mura domestiche. La tensione creata dall’autrice è così forte che più volte ho sentito la necessità di interrompere la lettura e intervallarla con un’altra, perché provavo una vera e propria angoscia, che testimonia quanto questo romanzo come i precedenti sia scritto in modo convincente e coinvolgente.
Non c’è solo questo in figlia della cenere, ma come siamo abituati in questi romanzi c’è un giallo legato ad un caso del passato: l’agire di un serial killer che con Teresa negli anni ha instaurato un rapporto significativo, anche dovuto a come le loro strade si sono incontrate 27 anni prima [in questa circostanza infatti Giacomo, che oltre ad essere un assassino era un infermiere era stato colui che dopo la barbara aggressione del marito Sebastiano, che aveva cercato di uccidere Teresa, era riuscito all’ultimo momento a rianimarla e nei 27 anni successivi la donna non ha mai smesso di andarlo a trovare in carcere, dal quale all’inizio di questa storia l’uomo riesce a fuggire compiuto un nuovo omicidio diverso però dai precedenti. Non è mosso questa volta dai traumi dell’infanzia Giacomo, maltrattato dal suo patrigno e rifugiatosi poi nella violenza e nell’arte del mosaico, bensì è stato commissionato da un mandante, il quale conosce molte cose sul suo passato e anche su quello di Teresa e che ci aspettiamo di veder ricomparire nel prossimo volume].
Caratteristica sempre presente della serie sono alcune pagine in corsivo che tornano indietro nel tempo, e questa volta fanno riferimento all’antichità, in particolare agli albori del cristianesimo ad Aquileia e al culto di Iside -argomento estremamente interessante per gli appassionati della materia, ma un po’ meno per me che preferisco narrazioni più contemporanee. In ogni caso è indubbia la documentazione storica dell’autrice e la sua bravura nel riportarla alla luce.
Anche in questa quarta lettura ho trovato il personaggio di Teresa Battaglia umano ed emozionante, una protagonista per la quale si parteggia dalla prima all’ultima pagina, con le sue fragilità che la rendono lontana da un’eroina stereotipata ed infallibile e che non vedo l’ora di ritrovare tra le pagine in "Madre d’ossa" che è già stato pubblicato e che porterà avanti la storia da dove l’abbiamo interrotta con questa lettura.
Avete già letto questa serie di gialli?
A quale volume siete arrivati?
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