lunedì 19 ottobre 2020

Tanti piccoli fuochi

Non so resistere alle serie TV tratte dai libri: quando sul catalogo Amazon Prime è comparsa "Little Fires Everywhere" ho dovuto immediatamente recuperare il romanzo, prima di dedicarmi alla visione.



Titolo: Tanti piccoli fuochi
Autrice: Celeste Ng
Anno della prima edizione: 2017
Titolo originale: Little Fires Everywhere
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Traduttrice: Manuela Faimali
Pagine: 374



LA STORIA

Mia si trasferisce con la figlia adolescente Pearl in un sobborgo all'apparenza perfetto. È solo l'ennesimo dei loro improvvisi trasferimenti, che seguono l'ispirazione artistica di Mia e non lasciano a Pearl il tempo di affezionarsi a nessuno; questa volta però Pearl crea forti legami con i figli dei Richardson, i proprietari della casa dove alloggiano... e anche il rapporto tra le loro madri riserverà diverse sorprese.


COSA NE PENSO

"Tanti piccoli fuochi" è uno di quei romanzi alla fine dei quali ti viene voglia di metterti a discutere di quello che hai appena letto: dei torti e delle ragioni, dei personaggi odiosi e di quelli preferiti, di cosa sia meglio fare e di cosa sia discutibile.
Nel romanzo di Celeste Ng ci sono madri antitetiche: quelle consapevoli e preparate, abbienti e sistemate, e anche quelle confuse, smarrite, spesso troppo giovani, alle prese con le difficoltà di un mondo di cui non si sentono all'altezza. Difficile schierarsi, perché in "Tanti piccoli fuochi" non ci sono solo bianco e nero, ma i rapporti e le scelte si articolano in tutte le sfumature del grigio.
Perfino a distanza di anni, Mrs Richardson avrebbe continuato a ritenersi più che giustificata per avere scavato nel passato di Mia, con tutti i problemi che aveva causato. Era esclusivamente per il bene di Linda, avrebbe insistito – la sua più vecchia e cara amica determinata a fare il bene di quella bambina e che ora, per colpa di Mia, si ritrovava con il cuore spezzato.

Metà dei protagonisti sono adolescenti: vale per Pearl, ma anche per i quattro figli dei Richardson, Lexie, Trip, Moody e Izzie. Tutti e cinque sono piuttosto credibili, forse non caratterizzati in modo impeccabile -Trip e Moody per esempio sono abbastanza sfumati, la più definita è Pearl, quella dalle decisioni più difficili da comprendere Izzie -che mi è sembrata anche la più strumentale alla trama.
A metà dell’ora di algebra, mentre Pearl era in bagno e nessun altro stava guardando, Moody aprì lo zaino di lei e tirò fuori il piccolo Moleskine nero che le aveva regalato mesi prima. Come sospettava, il dorso non era neanche consumato. Quella sera, nella privacy di camera sua, strappò le pagine a manciate, le appallottolò e le gettò nell’immondizia. [...] Pearl non si accorse nemmeno che era sparito, e questo in un certo senso lo ferì più di ogni altra cosa.
Le madri sono più incisive: Mia per prima, l'artista, la vagabonda dal passato pieno di segreti (che ho cordialmente detestato); poi Elena, l'impeccabile madre della comitiva dei Richardson, che dietro la sua corazza cela la paura per l'ultimogenita, nata prematura, alla quale non è riuscita inconsapevolmente a perdonare quei mesi così sofferti.


Per ultime ci sono Linda, agiata amica di Elena che nonostante un decennio di tentativi non riesce a concepire, e Bebe, giovane immigrata cinese i cui conti non tornano mai, che rimane incinta e non ha idea di come poter accudire la sua bambina -da qui si dirama il tema dell'adozione, guardato da entrambe le parti, e fondamentalmente sbilanciato dato che si origina dalla disperazione, non da una scelta consapevole. 
Più avanti avrebbe capito che Bebe aveva inteso le sue parole in un altro senso. Probabilmente vi aveva colto una sorta di autorizzazione. Forse, con un po’ più di insistenza, Bebe le avrebbe rivelato ciò che aveva in mente, e Mia non sapeva se avrebbe tentato di fermarla o se l’avrebbe aiutata, nel caso l’avesse saputo. 
 
Linda e Bebe sono i personaggi più interessanti del romanzo, e quelli a cui ruotano attorno i dilemmi etici più stimolanti. Confesso che invece, nonostante siano le protagoniste, le dinamiche di Pearl, Mia ed Elena non mi hanno appassionata altrettanto. 
Il romanzo di Celeste Ng è fondamentalmente un'opera riuscita, per quanto all'inizio rischi di sembrare quasi un romanzo per ragazzi data la prospettiva presentata. Procedendo nella lettura invece le storie si intrecciano e si fanno più complesse, adatte ad un lettore più adulto che di certo troverà materiale su cui riflettere. 
Vi consiglio la lettura di "Tanti piccoli fuochi" se siete alla ricerca di una lettura semplice, dal linguaggio diretto e poco descrittivo, che si focalizzi sui personaggi femminili. Vi consiglio anche la visione della serie TV, che ha trasposto il romanzo addirittura migliorandolo, rendendolo meno adolescenziale ma senza eliminare alcun punto saliente. 

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