Ho sentito il richiamo del romanzo “La nipote” di Bernhard Schlink, pubblicato da Neri Pozza, dal giorno della sua uscita. Dello scrittore avevo letto, ai tempi in cui ancora riuscivo a portare a termine un romanzo in tedesco, “Der Vorleser” -ma questo mi è piaciuto ancora di più.
Ambientato tra Berlino e una Germania più rurale, segue le orme del settantenne Kaspar che, da poco rimasto vedovo, scopre che la moglie gli aveva tenuti nascosti diversi segreti, tra cui il più importante l’esistenza di una figlia nata prima che loro si sposassero, che aveva desiderato cercare ma non aveva mai trovato il coraggio per farlo davvero.
La cerca allora Kaspar, e la trova: Svenja è ormai una donna e insieme al marito e alla figlia adolescente Sigrun vive in una comunità di estremisti di destra, dove alla ragazzina viene insegnato che l’Olocausto non è mai avvenuto e che i musulmani vogliono prendere il controllo della Germania.
Inducendo in tentazione il padre con il denaro però Kaspar riesce a costruire a poco a poco un rapporto con quella nipote: la avvicina alla musica, le apre le porte della sua libreria, la incuriosisce su un mondo più grande di quello che ha abitato fino a quel momento. Ma naturalmente gli ideali dei genitori sono radicati in lei, ed è difficile sottrarsi ad un simile lavaggio del cervello.
Ciò che colpisce nel libro di Schlink sono le sfumature, i dilemmi morali, lo scontro tra opinioni distanti che si mettono in discussione o cercano di farlo. Colpisce che Svenja preferisca il suo orizzonte limitato essendo consapevole che le abbia salvato la vita, che vi sia poco spazio per il perdono, ma che al tempo stesso i legami germoglino anche su terreni aridi e inaspettati.
Non è un romanzo banale o già letto, anche per via dell’argomento del neonazismo in Germania e delle comunità völkisch di cui si conosce ben poco; racconta un’area d’Europa e i suoi abitanti di cui di rado si parla, ma è anche la storia di un nonno, di una nipote e delle loro settimane di vacanza, e della speranza che per Sigrun ci saranno più possibilità di quante ne avesse prima che le loro strade si incrociassero.
“La nipote” mi ha coinvolta dalla prima all’ultima pagina, l’ho trovato sempre convincente, mai retorico: e ora non vedo l’ora di approfondire la produzione di questo autore.
Conoscete i suoi romanzi?
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