lunedì 1 febbraio 2021

Da Haiti venne il sangue

La letteratura latinoamericana è una di quelle che conosco di meno e questa è stata la prima volta in cui mi è capitato di leggere un romanzo appartenente alla letteratura caraibica.


Titolo: Da Haiti venne il sangue
Autrice: Mayra Montero
Anno della prima edizione: 1992
Titolo originale: Del rojo de su ombra
Casa editrice: Feltrinelli
Traduttore: Gianni Guadalupi
Pagine: 166


LA STORIA

"Da Haiti venne il sangue" è un romanzo ambientato tra Haiti e la Repubblica Dominicana, che ha al centro l’aspetto culturale del voodoo e della ritualità ad esso collegata. La protagonista è Zulé, una giovane ragazza dotata di straordinari, precoci poteri che le conferiscono all’interno del suo clan il ruolo di "padrona", cioè di capo spirituale a cui ci si rivolge per essere protetti o guariti. Sin dall’inizio di questo romanzo Zulé si appresta ad affrontare un uomo che lei stessa ha salvato molto tempo prima, ma che poi ha giurato di ucciderla...

COSA NE PENSO

Il romanzo è raccontato in modo molto avvincente, alternando flashback del passato della protagonista sin da quando era bambina ad Haiti e poi una giovane donna nella Repubblica Dominicana, alla preparazione di Zulé e tutti quelli che la circondano allo scontro finale. Si tratta di un romanzo piuttosto crudo, dove oltre a scorrere il sangue scorrono fiumi di rum, dove i corpi e la sensualità hanno molto spazio e dove si parla di sacrifici e di rapporto tra il mondo dei morti e quello dei vivi

 “Quando si è così vicini alla morte come te, non è bene ricordare i defunti che abbiamo amato molto. Tu sai che i morti attirano a sé.” Lei lo sa e ne ha sempre avuto paura. Soprattutto da bambina, quando faceva il bagno nel torrente e aveva la sensazione che tutti gli annegati della sua famiglia venissero a risucchiarla dal fondo.

È un romanzo quindi intriso di cultura caraibica e di riti dei quali nel nostro contesto non si parla praticamente mai: questo è uno degli aspetti che ho trovato più interessanti. Un altro elemento degno di nota è la tensione che l’autrice riesce a costruire e la specularità tra la violenza, il sangue e lo scontro ed invece dall’altro lato il sentimento amoroso che la ragazza prova per colui che ora ne desidera la morte. Il crescente nervosismo si accompagna ai contenuti più emotivi del libro, che è ricco di allontanamenti e di addii, di lutti da elaborare e di amati perduti, e culmina in un colpo di scena finale che non mi sarei assolutamente aspettata -e che quindi rende la storia a mio parere ancor meglio costruita.

Non si sono mai abbracciate e non lo faranno adesso. Ma Zulé sa che se rimarrà un minuto di più a fissare quella donna di sabbia, si sgretolerà davanti ai suoi occhi. Perciò le volta le spalle, perciò finge ancora una volta che non le importi.

Una descrizione molto realistica, oltre a quella dell'universo spirituale del voodoo e dei suoi sortilegi, è dedicata alla condizione dei lavoratori migranti da Haiti alla Repubblica Dominicana, che si trovano impiegati come braccianti nei campi di agave o canna da zucchero, in condizioni faticosissime, spesso disumane. Questi ritratti della realtà compaiono qua e là nel romanzo, mettendo il lettore a contatto con un contesto lontano dai riflettori delle notizie trasmesse in Europa.

Avrebbe giurato che al mondo non ci fosse niente di più tagliente che lavorare fra i solchi dell’agave maturo; circondato da quelle lingue spinose che si piantavano nella pelle dei braccianti e aprivano ferite in cui poi si insediavano le zanzare per giorni interi.

Una difficoltà che ho incontrato durante la lettura e che mi sento di segnalarvi è la grande quantità di terminologia specifica, indicata con delle note a pié di pagina ma non in un unico glossario conclusivo. Questo talvolta si è rivelato dispersivo, e potrebbe disorientarvi come mi è capitato diverse volte, quando avevo dimenticato il significato di una parola e non riuscivo più a ritrovarlo all’interno del libro. 

Certo questo aspetto non è determinante nel giudizio complessivo su "Da Haiti venne il sangue", che avevo acquistato per pochi spiccioli al mercatino dell'usato e ho trovato una lettura scorrevole e appassionante che ho apprezzato soprattutto perché mi ha permesso di entrare in contatto con una letteratura che non conoscevo per nulla. Vi consiglio questo libro se siete interessati alle storie di nicchia, tutte da scoprire, che sappiano farvi viaggiare accanto ai loro personaggi!


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