mercoledì 7 aprile 2021

La malora

Di autori italiani del Novecento so di non leggerne abbastanza: approfondirli si tratta di un ennesimo buon proposito che spero di poter concretizzare, e questo è stato davvero un ottimo inizio.


Titolo: La malora
Autore: Beppe Fenoglio
Anno della prima edizione: 1954
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 90




LA STORIA 

Agostino Braida è un adolescente piemontese di inizio Novecento; la sua è una famiglia umile, di contadini, piena di debiti. Per ripagarli, i figli minori devono lasciare la casa: Emilio per farsi prete, in un seminario dove soffrirà la fame più che in campagna, Agostino per andare a servizio. 

COSA NE PENSO

Fenoglio pubblica "La malora" nel 1954 e vi racconta una storia di povertà, di vita di campagna, una vita di fatica e di miseria, che l'autore non idealizza mai. Agostino narra in prima persona, dagli occhi di un ragazzo giovane, ingenuo, rassegnato: sembra subire il proprio destino, non opporsi alle sventure che lo colpiscono (la morte del padre, che apre il romanzo e viene ripresa dalla metà in poi, un amore interrotto, la povertà estrema). 

C'è il Piemonte in questo lungo racconto, o romanzo breve che dir si voglia: ci sono le langhe, il paesaggio caratteristico delle campagne piemontesi accompagnate dal loro dialetto che impregna il racconto di Agostino, che ne rende al lettore di oggi complessa la lingua -considerata fin troppo semplice ai tempi della prima pubblicazione. L'ambientazione più che rimanere sullo sfondo de "La malora" ne è una parte integrante, un personaggio a sé, che con le sue piogge, i suoi campi da coltivare si racconta. 

I personaggi de "La malora" sono vittime: dei raccolti, dei lavori pesanti, dei debiti. Chi ha più denaro, come la famiglia Rabino dove Agostino è a servizio, soffre comunque per la fatica e i sacrifici che si impone per progetti di espansione che non si sa se si realizzeranno mai. Agostino invece non ha la forza neanche per sognare, per fare progetti -solo in amore ci prova, ma gli va male; quando gli si propone di mollare tutto, cambiare vita, si rende conto che non lo farà mai. 

Io lo lasciavo dire, e guardavo l'acqua perché Mario non mi leggesse negli occhi che non avevo il coraggio di risicare e che neanche lui me l'avrebbe mai messo. Ma era fino, e mi disse subito: "Non ti senti il coraggio? Sei anche tu di quelli che crepano sulle langhe solo perché ci sono nati?"

"La malora" è una lettura breve ed intensa, di quelle che scivolano via pagina dopo pagina mentre ti affezioni ad Agostino e vorresti risparmiargli la fatica, risparmiargli la fame, mandarlo in licenza qualche giorno prima per fargli rivedere il padre ancora in vita. È una lettura dolorosa, che mi ha emozionata e mi ha fatto scoprire Fenoglio, che ora mi piacerebbe davvero molto approfondire. 

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