giovedì 28 ottobre 2021

Il nostro meglio

"Il nostro meglio" di Alessio Forgione, pubblicato da "La nave di Teseo", è un romanzo spaccato in due. Da un lato c’è l’amore profondo di un nipote quasi ventenne per la nonna gravemente malata, di cui si aspetta la morte -che Forgione non ci risparmia nei suoi minimi dettagli. Dall’altro c’è un ragazzo alle prese con l’università, con un triangolo amoroso tra due ragazze poco convinte che lo interessano fino ad un certo punto, e qualche amico con cui mettere su una band, tirare tardi e uscire la sera.

Il lato familiare della narrazione è inevitabilmente coinvolgente e ci sono momenti che spezzeranno il cuore di chiunque abbia perso una nonna amatissima. A me i riposini dopo pranzo hanno fatto tornare in mente i pomeriggi tra le canzoncine e quando ci rotolavamo sul tappeto, e ho ricevuto così tanto amore che per questi ricordi ho pianto.

Di Amoresano ho capito la nostalgia per l’infanzia che chiunque sia stato un bambino felice prova, in un modo così struggente che ogni tanto fa male, mentre l’aspetto tardo adolescenziale invece mi ha lasciata decisamente più indifferente. Sarà forse che non ho più vent’anni, oppure che per questo protagonista indeciso e poco capace di provare amore e amicizia non ho provato molta empatia.

Ho apprezzato lo stile dell’autore, che ha evitato il fin troppo semplice ricorso al dialetto nei dialoghi, che invece sono misurati e realistici. Forgione usa poca punteggiatura e Amoresano si esprime in quello che ricorda un discorso indiretto libero lasciando fluire ricordi, emozioni e riflessioni in modo credibile e coinvolgente.
Il punto di vista però del narratore in prima persona rimane pressoché invariato tra gli anni universitari e quelli in cui invece è il bambino attraverso i cui occhi vediamo scorci di vita familiare, e questo mi è sembrato un difetto.

Nel complesso devo ammettere che avevo aspettative un po’ più alte nei confronti de "Il nostro meglio". Il contorno all’inesorabile attesa della dipartita della nonna sarà un aspetto che dimenticherò a breve, ma ci sono passaggi di questo libro per i quali mi sentirei di consigliarvene la lettura e che mi rimarranno impressa.
Quello che Amoresano prova nel perdere la sua nonnì è il dolore di tutti, e se siete stati nipoti amati scommetto che qualche lacrima la verserete anche voi: il potere più grande di questo romanzo è quello di rievocare ricordi, e così mi ha fatta emozionare.

Qual è l’ultimo libro che vi ha fatto piangere?

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