giovedì 28 ottobre 2021

L'idiota

Nonostante talvolta ci accostiamo ad una lettura con le migliori intenzioni e un grande quantità di entusiasmo ed interesse, non sempre tale romanzo si rivela semplice da affrontare. Non mi nascondo: io con Dostoevskij fatico. Ma non per questo mi arrendo!


Titolo: L'idiota
Autore: Fedor Dostoevskij
Anno della prima edizione: 1869
Titolo originale: Idiot
Casa editrice: Feltrinelli
Traduttore: Gianlorenzo Pacini
Pagine: 755


Il protagonista de "L'idiota" è il principe Myskin, un giovane uomo che rappresenta i valori dell’assoluta innocenza e bontà, in contrasto con la società nella quale si trova a vivere. Myskin è ritenuto da chi lo circonda "un idiota" proprio per la sua bontà e per la sincerità con la quale comunica i propri sentimenti, desideroso di non ferire e non deludere nessuno. Si trova così diviso tra due donne, Nastasja ritenuta poco rispettabile in società e Aglaja figlia di un generale.  

Dostoevskij cominciò a scrivere "L'idiota" in Svizzera, che è proprio il paese dal quale Myskin fa ritorno in Russia all'inizio della storia. In una lettera alla nipote nel 1868 scrisse che aveva iniziato il romanzo, ma poi aveva buttato via tutto perché insoddisfatto: il suo intento era quello di rappresentare un personaggio bellissimo, che ricordasse Cristo, ma si era rivelato un compito difficilissimo. 

Ci sono elementi autobiografici, ne "L'idiota" come nella maggior parte delle opere di Dostoevksij: l'epilessia in primo luogo, di cui soffriva l'autore e di cui soffre anche Myskin. C'è poi un episodio traumatico per lo scrittore che viene riportato nel romanzo: la condanna a morte annullata all'ultimo momento, proprio sul patibolo, così com'era capitato a lui. 

Le gerarchie e i valori morali non vanno di pari passo in questo romanzo, e chi ricopre ruoli di rilievo non per forza è rappresentato come una persona rispettabile. Il più ridicolo dei personaggi è infatti un generale, mentre la maggiore forza d'animo e la personalità che più rimane impressa, oltre alla perfezione di Myskin, è quella di Nastasja.

Tornano temi che avevo già incontrato in "Memorie dal sottosuolo": la ribellione al proprio destino per esempio, che qui emerge nel lungo monologo di Ippolit, un ragazzo di meno di vent'anni che sa di non poter sopravvivere alla tubercolosi, e medita il suicidio perché è l'unico modo in cui può ribellarsi al decadimento che lo aspetta. 

"L'idiota" ha un impianto quasi teatrale, con numerose scene che riportano lunghe conversazioni ed incontri tra molti personaggi, che mi hanno messa a dura prova! Per fortuna ero spronata da "Sanguina ancora" di Paolo Nori, che mi aveva fatto innamorare del romanzo ancor prima di leggerlo. Non è stata una lettura semplice, ma anche per me che sono una lettrice inesperta in letteratura russa la bellezza e la poesia dello stile di Dostoevskij sono stati evidenti. Ora il prossimo obiettivo sono "I fratelli Karamazov"...

Qual è il vostro Dostoevskij preferito?

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