giovedì 28 ottobre 2021

Il cacciatore di aquiloni

Avevo letto "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini (pubblicato da Piemme) quando ero appena adolescente e ricordo che lo avevo apprezzato, ma non quanto "Mille splendidi soli". Oggi da adulta il mio giudizio si è ribaltato: "Il cacciatore di aquiloni" mi è piaciuto quanto l’altro titolo, se non di più.


Titolo: Il cacciatore di aquiloni
Autore: Khaled Hosseini
Anno della prima edizione: 2003
Titolo originale: The Kite Runner
Casa editrice: Piemme
Traduttrice: Isabella Vaj
Pagine: 394

Il narratore in prima persona di questa storia è Amir, un uomo nato e cresciuto a Kabul insieme ad un padre che non si è mai riconosciuto in quel figlio ritenuto troppo debole, fino alla vigliaccheria. In effetti vigliacco Amir lo è stato, quando non ha saputo difendere Hassan, il bambino che con lui era cresciuto e per lui si era sempre sacrificato. Una volta adulto, negli Stati Uniti, Amir (che si è sposato e ha perso quel padre che a modo suo lo ha sempre protetto dal mondo) riceve una telefonata che lo riporta ai luoghi del passato, perché forse c’è ancora un modo per ritornare ad essere buoni e rimediare ai propri imperdonabili errori.

"Il cacciatore di aquiloni" è un romanzo duro e intriso di sofferenza, che racconta l’Afghanistan prima e durante l’occupazione sovietica e poi durante il dominio dei talebani. È un romanzo di formazione di un protagonista per il quale è difficile provare simpatia mentre impossibile è non ammirare il coraggioso, fedele, incrollabile Hassan, i cui sentimenti non perdono mai la loro nobiltà. Non si può dire lo stesso di Amir, ragazzo fragile, invidioso, alla costante ricerca dell’approvazione di un padre che gli ha tenuto segrete troppe verità. Una volta uomo però Amir diventa la miglior versione di se stesso ed un protagonista disposto a lottare per coloro che ama al punto di esporsi al pericolo per la prima volta.

"Il cacciatore di aquiloni" è una lettura pesante, che contiene scene violente e difficili da sopportare, soprattutto perché coinvolgono bambini innocenti vittime della brutalità di uomini disgustosi. È però un racconto che parla di famiglia, di amicizia e di legami che ci accompagnano per una vita intera; contiene un forte messaggio: non è mai troppo tardi per perdonare se stessi e compiere le scelte giuste, non è mai troppo tardi per diventare uomini integri e coraggiosi e fare i conti con il proprio passato riparando agli errori commessi. Forse per questo "Il cacciatore di aquiloni" mi è piaciuto di più ora che sono adulta, e ho compreso il punto di vista di Amir senza immedesimarmi soltanto in lui e Hassan bambini o nello sfortunato Sorhab.

Se non avete paura di leggere storie che vi commuovono al punto di farvi star male, "Il cacciatore di aquiloni" è una lettura che vi consiglio assolutamente, e  ne è stato tratto anche un film a mio parere riuscitissimo, che non elimina alcun aspetto fondamentale ma alleggerisce la storia soltanto di qualche episodio, senza farle perdere la sua potenza e rispettandone il finale, che mi ha fatto versare più di qualche lacrima -ma di quelle buone.

Avete mai letto Khaled Hosseini? Qual è il romanzo che preferite tra i suoi?

Nessun commento:

Posta un commento