giovedì 7 ottobre 2021

Il popolo dell'autunno

"Il popolo dell’autunno" stazionava sui miei scaffali da oltre 15 anni, quando al liceo ero nel pieno del mio innamoramento per Stephen King e avevo scoperto che Ray Bradbury era stato per lui una fonte d’ispirazione (proprio questo titolo è citato all'interno de "La zona morta"). Finalmente mi sono decisa a leggerlo, ingiallito e in parte scollato com’è -l’edizione Rizzoli che possiedo risale al 1978 e già quando entrata a far parte della mia collezione non se la passava benissimo.


Titolo: Il popolo dell'autunno
Autore: Ray Bradbury
Anno della prima edizione: 1962
Titolo originale: Something Wicked This Way Comes
Casa editrice: Rizzoli
Traduttore: Remo Alessi
Pagine: 239


"Il popolo dell’autunno" è un romanzo a più livelli. Ad una prima lettura si potrebbe considerare una storia dell’orrore che ha per protagonisti due adolescenti, tanto buono e prudente Will quanto intraprendente e curioso Jim, ed il padre bibliotecario di uno dei due. All’arrivo di un inquietante luna park in una cittadina dell’Illinois i ragazzi dovranno salvare se stessi e chi li circonda dal malefico carrozzone, completo di streghe, giostre che portano avanti o indietro nel tempo e uomini -non tatuati, ma illustrati!- capaci di neutralizzare le percezioni sensoriali.

Andando più a fondo però Jim, Will e il papà Charles di quest’ultimo sembrano tre facce della stessa medaglia: ognuno di noi infatti ha lati più assennati e altri più impulsivi, e in ognuno di noi c’è ancora il bambino che siamo stati e che rispondeva al richiamo dei giochi alle fiere e del profumo dello zucchero filato. Quando eravamo bambini inoltre c’era in noi il desiderio di crescere in fretta, di essere più adulti di quanto non fossimo, lo stesso che a tratti provano i due protagonisti più giovani mentre Charles desidererebbe ringiovanire. I tre insomma sembrano tre sfaccettature dell’essere umano, con le caratteristiche proprie delle diverse età della vita e proprio per questo fanno riflettere il lettore che accompagna le loro decisioni.

Lo stile di Ray Bradbury non è lo stesso che troviamo nei racconti horror contemporanei, e di certo anche la traduzione di Remo Alessi risente del tempo passato, ma io l’ho trovata una lingua poetica, ricca di immagini e di sentimento, uno stile forse non molto moderno ma anche per questo estremamente evocativo ed efficace. Anche per quanto riguarda l’immaginario dell’incubo l’autore riesce molto bene nel dare vita ad un insieme molto inquietante di personaggi. Quello che mi ha colpito di più è stato il signor Dark, l’Uomo Illustrato, che ho scoperto dare il nome anche ad una raccolta di racconti dell’autore che ho intenzione di leggere prossimamente.

Nel complesso ho apprezzato più la scrittura e i personaggi di questa storia rispetto all’avventura che racconta, che risente a mio parere di un ritmo forse un po’ lento, ma credo che il mio giudizio sia molto influenzato dal termine di paragone, Stephen King, che raramente sono riuscita a mettere da parte. Se apprezzate le storie del Re con protagonisti adolescenti che vivono grandi amicizie e insieme sconfiggono le forze del male (sì, lo so che state pensando a "It", e non sbagliate!) allora anche questo romanzo potrebbe fare al caso vostro.

*Nel 1983 ne è stato tratto un film, "Qualcosa di sinistro sta per accadere", prodotto dalla Walt Disney Pictures. Pare che alcune modifiche non siano state apprezzate dall'autore del romanzo...

Quali altri titoli mi consigliate di Ray Bradbury? 

"Fahrenheit 451" l’ho già letto e mi è piaciuto molto.


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