mercoledì 20 ottobre 2021

Le quattro casalinghe di Tokyo

Negli ultimi mesi ho riscoperto la letteratura giapponese, che non leggevo da quando  ero adolescente e mi dedicavo ai romanzi di Haruki Murakami o Banana Yoshimoto. Sto cercando di non limitarmi più soltanto a questi due autori ed è così che ho scoperto "Le quattro casalinghe di Tokyo" della scrittrice Natsuo Kirino.


Titolo: Le quattro casalinghe di Tokyo
Autrice: Natsuo Kirino
Anno della prima edizione: 1997
Titolo originale: Out
Casa editrice: Neri Pozza
Traduttrice: Lydia Origlia
Pagine: 652


Si tratta di un giallo dalla mole piuttosto voluminosa, che ruota attorno alla vita di quattro donne definite in modo ingiusto "casalinghe" dalla traduzione italiana del titolo: le donne infatti non sono delle casalinghe, bensì delle operaie addette al turno di notte in uno stabilimento che confeziona pasti pronti. È  qui che diventano in qualche misura amiche, anche se ognuna di loro nasconde delle profonde insoddisfazioni relative alla sua vita privata, che siano l’incomunicabilità di un matrimonio, un marito dedito al gioco d’azzardo che corre dietro alle prostitute, un’anziana suocera di cui prendersi cura, delle figlie ormai cresciute ed ingrate, o ancora una solitudine che si cerca di annegare negli acquisti compulsivi trascinandosi dietro così debiti e creditori.

Il giallo ha inizio però con un delitto: un omicidio improvviso, non premeditato. Una delle donne, Yayoi, strangola il proprio marito nel corso di un litigio e Masako, quella che delle quattro sembra la più forte e autoritaria, si offre di far sparire il cadavere. Ovviamente sbarazzarsi di un morto non è un lavoro così semplice e se tutto filasse liscio questo libro non avrebbe ragione d’essere, ma non voglio raccontarvi di più per non rovinarvi la lettura!

Il romanzo è costruito in maniera incalzante e appassionante. Ci sono diversi colpi di scena che non mi aspettavo, anche se come mi è capitato leggendo "L’uomo che voleva uccidermi" di Yoshida Shuichi ho trovato che l’indagine e l’omicidio non ricoprissero un ruolo centrale quanto la caratterizzazione dei personaggi e l’analisi delle loro motivazioni e reazioni (lo spazio maggiore è riservato a quelle di Masako e all'uomo che si rivelerà ad un certo punto il suo avversario). Le protagoniste di questo libro si svelano pagina dopo pagina; alcune perdono importanza via via che la storia si svolge, ma nessuna di loro rimane una figura piatta o stereotipata.
Molto interessante è infatti la descrizione che emerge della condizione femminile In Giappone: gli uomini sembrano incapaci di supportare le proprie compagne nella vita quotidiana e di essere loro di qualsiasi utilità, anzi arrivano spesso ad essere dei fardelli o a costituire addirittura un pericolo per loro.

L’unica nota negativa che mi sento comunque di far presente e che la conclusione è a mio parere un po’ piovuta dal cielo rispetto alla coerenza con cui i fatti si concatenano nelle precedenti pagine del libro. Il libro si chiude infatti con una sorta di scontro finale inutilmente violento, che ho trovato poco convincente e avrei evitato volentieri.

In conclusione la lettura di questo romanzo è stata per me comunque positiva: mi ha catturata sin dalla prima pagina e credo che a tutti gli amanti dei thriller psicologici con protagoniste femminili potrà piacere moltissimo!

Qual è l'ultimo romanzo thriller che avete amato?
Avete letto questo titolo?

Nessun commento:

Posta un commento