lunedì 1 novembre 2021

E l'eco rispose

Dopo aver riletto e apprezzato moltissimo i primi due romanzi di Khaled Hosseini ("Il cacciatore di aquiloni" e "Mille splendidi soli") ho deciso di acquistare la sua più recente pubblicazione, "E l’eco rispose", sempre pubblicata da Piemme.


Titolo: E l'eco rispose
Autore: Khaled Hosseini
Anno della prima edizione: 2017
Titolo originale: And The Mountains Echoed
Casa editrice: Piemme
Traduttrice: Isabella Vaj
Pagine: 455


La storia inizia in Afghanistan, in una famiglia estremamente povera dove l’unica alternativa sembra cedere a due facoltosi coniugi impossibilitati a procreare la loro bambina, separandola dal tanto amato fratello maggiore. Da qui si dipana una quantità a mio parere eccessiva di storie: quella di Pari e dei suoi genitori adottivi, quella dei suoi fratelli biologici, ma anche storie di altri personaggi come due vicini di casa emigrati poi negli Stati Uniti e quella di un chirurgo plastico originario di un’isola greca e della ragazza diventata per lui come una sorella. Queste ultime sotto trame mi sono sembrate devo ammetterlo addirittura superflue.

La scrittura di Hosseini è sempre scorrevole e capace di far affezionare il lettore ai suoi personaggi. Il fatto che siano però così tanti lascia meno tempo per conoscerli in profondità: in poche pagine vengono narrati interi decenni delle loro vite e il ritmo è un po’ frettoloso.

Interessante è la presenza di elementi che si sono già incontrati ne "Il cacciatore di aquiloni": personaggi incaricati di ritornare in Afghanistan a portare a termine una missione e ritrovare una persona smarrita nelle pieghe del tempo, l’emigrazione in California che caratterizza anche la vita dello stesso autore, un padre morto di cancro. Gli scenari di questo romanzo sono però più numerosi e non si limitano all’Afghanistan e agli Stati Uniti, ma coinvolgono diverse località europee tra cui la Francia e la Grecia -ambientazioni a mio parere non proprio necessarie.

*Somiglianze con Il cacciatore di aquiloni: -pretesto della missione da svolgere da persona in un punto di morte (qui: lettera di Nabi incarica Markos di trovare Pari; là: l’amico del padre incarica Amir di trovare Sabhor) ; -padre di un personaggio muore di cancro a casa (qui: Idris, là: Amir); riferimento autobiografico a personaggi che negli anni ‘80 emigrano dall’Afghanistan ottenendo l’asilo negli Stati Uniti, precisamente in California -l’autore conosce la materia della quale scrive (qui: Timur, Idris e le loro famiglie; là: Amir e il padre)

Non posso dire che questo romanzo non mi sia piaciuto. Tuttavia l’ho trovato costruito in maniera poco convincente per tutte le storie che vengono aperte e concluse dedicando ad ognuna poca attenzione, come se si volesse per forza arrivare ad un esito, avendo intrapreso però troppe strade. L’esito per di più è spesso funestato dalle più svariate patologie che sembrano non risparmiare i personaggi più in là con l’età!

Gli elementi che ho preferito sono sicuramente i capitoli dedicati a Pari e alla sua omonima nipote, oltre che la prima parte del romanzo che secondo me è la più riuscita e quella che condivide maggiormente l’atmosfera dei precedenti romanzi dell’autore. Insomma, se dovete scegliere di leggere per la prima volta un libro di Hosseini, sappiate che i due precedenti si meritano di più la vostra attenzione!

Avete letto questo romanzo? Siete critici quanto me?

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