giovedì 12 ottobre 2023

Una vita come tante

 Uno dei titoli che più mi è stato consigliato in questi ultimi anni è senza dubbio "Una vita come tante" di Hanya Yanagihara, pubblicato da Sellerio, che finalmente mi sono decisa a leggere. Se voi ancora non l'avete fatto, ma vorreste in futuro, non procedete nella lettura del mio parere, perché credo che svelerò troppo in proposito.

"Una vita come tante" è un romanzo strategico: è pianificato, costruito ad arte per fare più male possibile al lettore, per togliere il fiato dal dolore di certe scene. 

Il protagonista è Jude, che incontriamo giovane uomo con svariate problematiche di salute fisica e mentale; lo incontriamo avvocato in carriera, circondato da amici e da persone che lo amano. Tra gli amici più stretti ci sono Willem, aspirante attore, l'architetto Malcolm, l'artista JB che lo ritrarrà tante volte nel corso degli anni; Harold, un docente, che lo amerà come un figlio, il figlio che ha perso quando era solo un bambino. Ma Jude è anche perseguitato dai traumi dell'infanzia e dell'adolescenza in cui è stato vittima di indicibili abusi da parte di fin troppi uomini. 

E qui c'è il primo eccesso che ho riscontrato: Jude è una vittima predestinata, a cui sembra capitare di tutto e di più come se attirasse le violenze come una calamita, fino ad un inverosimile sequestro di persona. 

L'autrice ci fa rilassare, tra un flashback insopportabile e l'altro (e attenzione, se siete sensibili alla pedofilia e agli abusi su minore sarebbe meglio evitare questa lettura, io a più riprese ne sono stata davvero nauseata) ci regala anni felici di Jude, dove però rimangono l'autolesionismo, i fantasmi del passato, le relazioni abusive. 

C'è però Willem, faro nella notte, migliore amico che con Jude condivide tutto dall'epoca del college; c'è una relazione che potrebbe essere salvifica, dare un senso a un'esistenza cupa, ma qui torna la strategia dell'autrice, e nessuna serenità ci è concessa (con un incidente improvviso in cui Willem, divenuto un attore famoso, perde la vita -e anche qui, la coincidenza mi è parsa come sopra eccessiva, una vera e propria persecuzione). 

"Una vita come tante" è un romanzo furbo: non si riesce a chiudere prima di averlo terminato, perché si vuole a Jude un gran bene, perché si tifa per lui in modo disperato e irragionevole, nonostante gli innumerevoli presagi di sventura di cui il libro è disseminato.

Non posso dirvi che non mi sia piaciuto, perché mi ha commossa, le pagine dedicate all'elaborazione del lutto sono di una profondità e realismo rare, la costruzione dei personaggi è graduale e impeccabile al punto di renderli tutti tridimensionali, ci sono pagine di poesia e delicatezza come quelle dedicate all'adozione di Jude da parte di Harold e Julia che non dimenticherò facilmente. Tuttavia l'ho trovato anche un po' troppo strategico, un po' troppo determinato a farci versare le nostre lacrime, ad impressionarci e sconvolgerci: in qualche momento questo ha messo in difficoltà la mia capacità di sospendere l'incredulità davanti alla narrazione.

È una lettura che vi consiglio se siete di stomaco forte, se i tanti trigger warning che ho nominato non vi disturbano eccessivamente, se ve la sentite di affrontare mille pagine piene di sofferenza e di dolore, seppure conditi di qualche momento di speranza. Mi sono affezionata a Jude, profondamente, forse ancor di più a Willem; so che rimarranno con me a lungo, e faranno lo stesso con voi se vorrete affrontare questa avventura, in salita, ma a tratti affacciata su un magnifico panorama. 

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