mercoledì 7 febbraio 2024

Ragazzo divora universo

"Ragazzo divora universo" di Trent Dalton, pubblicato da HarperCollins, è un romanzo di formazione in parte ispirato all’infanzia dello stesso scrittore e ambientato in Australia. 

Il protagonista è Eli Bell, che incontriamo tredicenne e seguiamo fino al suo diciannovesimo anno di vita. Ha un fratello speciale, August, che da un trauma condiviso della loro infanzia ha scelto di smettere di parlare e si esprime scrivendo parole nell’aria. 

Gli adulti nel mondo di Eli non sono affidabili: bevono troppo, oppure si drogano, e il suo baby sitter e migliore amico Slim ha trascorso gran parte della propria vita in prigione. Attorno a questi adulti gravitano criminali di vari gradi, invischiati nel traffico di droga e anche in affari più inquietanti, come una fabbrica di protesi che nasconde in realtà un vero e proprio bunker degli orrori. 

Eli sogna di diventare un giornalista di cronaca nera, ma soprattutto un uomo buono, e sulla bontà, su cosa questo concetto significhi, riflette spesso: le sue risposte sono piene di sfumature, ancora piene di domande, come le parole di suo fratello maggiore che sembra capace di leggere nel futuro.

Tra i tratti più interessanti di questo romanzo ci sono dei tocchi di soprannaturale che non vengono mai spiegati del tutto: sono modi per sottrarsi ai traumi che i ragazzi vivono o si tratta davvero di qualche capacità extra sensoriale? Il telefono rosso che squilla, la voce di Gus dal futuro, la fine simboleggiata dallo scricciolo azzurro morto e la capacità dello scricciolo ma non soltanto di ritornare proprio dalla morte, come quella traumatica notte in cui hanno rischiato di annegare, non sapendo mai se il padre lo avesse fatto di proposito. 

C’è il carcere tra queste pagine, c’è la tossicodipendenza, una madre fragile che si infila troppo spesso in relazione abusive ma ama sinceramente i propri figli. Ci sono scene d’azione, talvolta eccessivamente confuse che avrebbero a mio parere potuto essere ridotte. Il romanzo nel complesso è un po’ disordinato, raggiunge picchi di bellezza ammaliante ma rimane confuso nell’estrema abbondanza di elementi che presenta. Ho trovato questo aspetto un limite, ma al tempo stesso mi sono affezionata ai suoi protagonisti e fino alla fine ho desiderato scoprire cosa ne sarebbe stato di loro.

Slim, uomo realmente esistito è a mio parere il personaggio più riuscito del romanzo, che rimane presente anche quando fisicamente se n'è andato -e la scena a cavallo tra due mondi nel giardino lussureggiante del carcere dell’aldilà è senza dubbio una delle pagine più poetiche del libro. 

Nel complesso vi consiglio questa lettura se siete amanti dei romanzi di formazione e vi piacciono quelli ricchi di eventi, talvolta anche violenti. Non è riuscito del tutto a conquistarmi, ma lo ritengo comunque un libro che ho letto volentieri! Ne stata da poco tratta una serie distribuita su Netflix che ho già visto e ho trovato molto fedele -anche qui, l’ho trovata un po’ caotica e credo che uno dei due prodotti sia più che sufficiente. 

Qual è l’ultima storia di formazione che avete letto?

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