mercoledì 29 maggio 2024

Il fumo della falena

Di Mohsin Hamid, autore pakistano contemporaneo, ho già detto diversi romanzi: "Il fondamentalista riluttante", che forse è il mio preferito, "Exit West" e "L’ultimo uomo bianco", che contengono in sé un tocco di realismo magico. 

Visto che apprezzo molto i suoi temi e la sua scrittura ho deciso di recuperare anche il suo romanzo d’esordio, "Il fumo della falena", interamente ambientato a Lahore, che ha per protagonista Daru, un giovane di non ancora trent’anni e la sua spirale di autodistruzione. Se inizialmente infatti lo incontriamo con un lavoro in banca, un domestico, una rete di relazioni sociali, la perdita del lavoro e le difficoltà economiche lo fanno sprofondare nella tossicodipendenza e in una serie di scelte sbagliate, tra cui una relazione con la moglie del suo migliore amico. 

Di per sé questa trama non ha nulla di particolarmente originale, tuttavia la capacità di Hamid è quella di mescolare i punti di vista, dando voce ai personaggi che ruotano attorno al suo protagonista sempre più autodistruttivo mettendoci a conoscenza dei loro sentimenti e dei loro pensieri, che inevitabilmente hanno una grande influenza sulla storia. Un altro elemento degno di nota è la capacità di caratterizzare il personaggio femminile in due capitoli dove nemmeno per un attimo mi è venuto da pensare che sembrassero scritti da un autore maschio, e questo non capita purtroppo tutti i giorni.

Il fumo della falena è il meno cosmopolita dei suoi romanzi, il più concentrato sul paese dove l’autore è nato e cresciuto, quello che presenta meglio il conflitto tra un mondo in espansione fatto di giovani che anelano al successo e alla ricchezza (anche grazie ai frequenti studi all’estero) e che si trovano però davanti ai blackout alla rivalità con i paesi vicini, alla corsa all’armamento nucleare in un paese che non corrisponde alle loro aspettative e si sfogano in feste sfrenate e abuso di sostanze stupefacenti. Hamid rappresenta la classe di ragazzi benestanti che stanno stretti nella vita di provincia e vorrebbero di più, ma non sempre, come capita a Daru, riescono ad ottenerlo.

Più che un romanzo di formazione si potrebbe definirlo un romanzo di disgregazione, e per essere un’opera d’esordio è davvero potente la dimostrazione che l’autore ci dà di quanto sin dall’inizio abbia saputo giocare con le parole e i suoi personaggi.

Avete letto qualcuno dei suoi libri?

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