Raccolta di racconti pubblicati dalla fine degli anni '60 alla metà degli anni '80, "Scheletri" di Stephen King contiene storie molto diverse per forma ("Ode del paranoide" e "Per Owen" non sono in prosa), lunghezza e contenuto, con un certo squilibrio anche per quanto riguarda l'incisività -di diversi credo mi rimarrà poco, nel tempo.
Tra alcuni sembra esserci un filo conduttore: elementi soprannaturali che incombono sui protagonisti inermi, in racconti inquietanti e pieni di angoscia -in "La nebbia", "La zattera", nel meno riuscito "Sabbiature".
In altri sono gli oggetti, teoricamente inanimati, a diventare veicoli di incubi e violenze a cui gli umani non possono sottrarsi: "La scimmia", "Il camion dello zio Otto", mentre altrove figure adulte e di riferimento diventano motore di scenari da brivido per malcapitati bambini: "Tigri!", "La nonna".
Un altro tema ricorrente è la salute mentale, e come la sua perdita abbia conseguenze irreversibili: "Ode del paranoide", "Nona", "La ballata della pallottola flessibile" e anche "L'arte di sopravvivere", dove il contesto alla Robinson Crusoe è determinante.
Alcuni racconti si basano su materiale molto promettente, ed è un peccato che non siano stati ampliati in veri e propri romanzi: "Il word processor degli dei", la coppia sul lattaio.
Infine troviamo come è abituale alcuni riferimenti ad altre opere del Re, in particolare l'ambientazione de "L'uomo che non voleva stringere la mano" è la stessa de "Il metodo di respirazione".
Per concludere, i miei preferiti: "Il braccio", struggente e malinconico, privo di elementi horror ma piuttosto una poetica riflessione sul termine della vita.
Qual è l'ultima opera del Re che avete terminato?
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