Apprezzo, in linea generale, gli autori con il dono della sintesi: opere come quelle di McEwan o di Ernaux, dove non c'è mai una parola di troppo, sono tra quelle che preferisco. Tuttavia la lettura di "Cose che si portano in viaggio" di Aroa Moreno Duran, pubblicato da Guanda, mi ha lasciato la sensazione che qualche pagina in più non avrebbe fatto male a questo libro.
In poco più di 150 pagine infatti l'autrice ripercorre la vita di Katia dall'infanzia all'età adulta, a partire dall'emigrazione in Germania dei genitori, esuli spagnoli comunisti sfuggiti alla dittatura franchista e trasferitisi a Berlino est poco prima che il muro tagliasse in due la città. Katia cresce nella DDR, finché da studentessa universitaria incontra Johannes, che la aiuterà a fuggire all'ovest e diventerà suo marito.
I capitoli di questo romanzo sono brevissimi, e tra l'uno e l'altro trascorrono quasi sempre diversi anni; ci sono così molti vuoti in questa narrazione, molti particolari assenti, a partire dall'ingresso di Johannes nella vita di Katia che la stravolgerà per sempre senza che apparentemente ci siano premesse sufficienti per un cambiamento tanto irreparabile. Anche il racconto del matrimonio, apatico e insoddisfacente mentre Katia solo una volta ha contatti con la sua famiglia all'est, è frettoloso, asettico. D'un tratto siamo all'epilogo di questa storia in cui il muro di Berlino è sorto, e poi è stato abbattuto; d'un tratto Katia può attraversare quella che non è più una frontiera, e trovarsi in mano una valigia in cui scoprire il collaborazionismo del padre, il suo arresto, lo spionaggio incessante della STASI.
A partire da un argomento di mio immenso interesse, purtroppo ho tratto una certa insoddisfazione da questa lettura, che ha qualche momento coinvolgente ma per il resto del tempo è così rapida, così pronta a passare da una decade all'altra del Novecento che non si ha modo di sentirsi coinvolti. Per una volta, avrei davvero voluto avere un più corposo numero di pagine, perché la scrittura dell'autrice è efficace e diretta ma in un volume così sottile non ha avuto modo di costruire una storia che alla fine risultasse approfondita.
Qual è l'ultima lettura che non ha fatto al caso vostro?
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