Nella mia libreria i titoli entrano e si accumulano, in attesa. A volte non c’è una vera ragione per cui rimangono lì ad aspettare; altre volte invece è dovuta al loro contenuto o alla loro ambientazione, legata a luoghi o eventi particolari in occasione dei quali mi riservo di dedicarmici.
È proprio il caso di "Latte di tigre" di Stephanie de Velasco, pubblicato da Bompiani, che avevo comprato da anni, ma che non avevo mai trovato il coraggio di aprire mentre mi prendevo una pausa da una città che ho molto amato e che contiene tra i miei ricordi più felici di sempre. Il momento è arrivato quest’estate e così anche tra queste pagine ho fatto ritorno a Berlino.
Le protagoniste di questa storia sono Nini e Jamila, due quattordicenni amiche sin dall’infanzia; la prima è tedesca mentre la seconda viene dall’Iraq, e sulla vita sua e della madre incombe costantemente la minaccia del rimpatrio forzato -colpevole quella madre di essere tornata un’unica volta in patria per il funerale della sua genitrice.
Jamila e Nini sono inseparabili e vivono le proprie giornate in un contesto fatto di trasgressioni delle quali neanche loro conoscono l’origine: calze a rete e uomini abbordati sul Kurfurstendamm come fossero giovanissime prostitute, ma anche i loro amici di una vita dalle disparate origini nazionali, le cui famiglie vivono legate ad usanze e regole che finiscono per sfociare addirittura nel delitto d’onore.
"Latte di tigre" è l’istantanea di un’estate in cui si consumano alcolici nei barattoli dello yogurt, in cui si mente per proteggere gli amici pensando di fare il meglio per loro, in cui su Berlino spesso piove e dove crescere è un’avventura capace di fare molto male.
È un romanzo poco conosciuto in Italia quello di Velasco: si tratta di un esordio che è stato piuttosto apprezzato in patria e che si legge d’un fiato, tornando ai ricordi di quando si avevano quattordici anni -in un contesto probabilmente più conservatore, ma con la stessa intensità dei legami che solo a quell’età si formano e che ci rendono una volta adulti le persone che siamo.
È stato per me un bel viaggio, molto intenso, anche se soltanto la prima tappa di questo percorso da compiere attraverso i libri e per una volta anche di persona.
Dov’è ambientato l’ultimo romanzo che avete letto?
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