Ambientato in una cittadina dello stato di New York e pubblicato nei primi anni Cinquanta, “La morte di Belle” è il mio secondo incontro con Georges Simenon, autore del quale ho deciso di recuperare innanzitutto i cosiddetti “romanzi duri” -la quantità dei libri con protagonista Maigret spaventa persino un’acquirente seriale come me!
Nonostante siano trascorsi oltre settant’anni dalla scrittura di questo noir, la sua storia potrebbe tranquillamente svolgersi al giorno d’oggi: ospite di una coppia di conoscenti della madre, la giovane Belle viene trovata assassinata nella sua stanza. Inevitabilmente l’ospite, il signor Spencer Ashby, è il primo sospettato, sebbene non vi sia alcuna prova schiacciante a suo carico ed egli dichiari di essersi trovato nel suo studio, immerso nella lavorazione della ceramica.
“La morte di Belle” è un romanzo sul sospetto, e come esso possa serpeggiare in una comunità facendo sentire escluso uno dei suoi membri, fino al punto di farlo identificare unicamente con il colpevole. [spencer infatti, convinto che il suo destino sia venire ingiustamente arrestato per l’omicidio di Belle, si macchia alla fine del libro davvero di un delitto, quello della stenografa degli investigatori, e si fa arrestare per esso]
È un testo in cui si osservano i fatti dalla prospettiva del protagonista, e se ne percepisce la crescente tensione, il distacco da ciò che lo circonda ed aumenta ad ogni pagina.
L’ho trovata una lettura coinvolgente e suggestiva, che mi lascia il desiderio di proseguire nella lettura di questo famosissimo autore belga e anche di vedere il film che da pochissimo è stato tratto da questo libro ed è uscito in sala con il titolo “Il caso Belle Steiner”.
Qual è il vostro Simenon preferito?
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