In moltissimi contenuti ho letto consigliare Sally Rooney come autrice della generazione millennial, quella a cui appartengo io per prima. In un paio di giorni però ho divorato "Supersaurio" di Meryem El Mehdati, pubblicato da Blackie edizioni, e credo che questo invece potrebbe rivestire il ruolo in maniera molto più credibile.
Di ispirazione dichiaratamente autobiografica, "Supersaurio" racconta le vicende di Meryem che dopo la laurea passa da uno stage all’altro a Gran Canaria dove vive, e approda in un’azienda nella quale inizia piano piano il suo percorso verso l’uscita dal precariato. Lo fa sottoponendosi a lavori ripetitivi, maltrattamenti da parte della sua referente, infinite persone che storpiano il suo nome (di origine marocchina, altra fonte di incomprensioni davanti al suo essere astemia ai cocktail aziendali) e conversazioni piene di stereotipi sulle giovani donne lavoratrici.
Chiunque sia laureato nel secondo decennio degli anni 2000, cresciuto credendo che sarebbe stato facile diventare adulti ed inserirsi nel mondo del lavoro e poi scontratosi con l’evidenza che sarebbe successo tutt’altro, soprattutto se in possesso di titoli di studio umanistici, non farà altro che riconoscersi nelle parole dell’autrice. Ad ogni pagina ho ritrovato pensieri che io stessa ho formulato per anni , le stesse frustrazioni, lo stesso senso di impotenza e di prigionia in una routine che ti svuota, ma dalla quale non puoi fuggire.
E ciò che ho trovato ancora più realistico è che mentre il contratto di lavoro diventa più stabile la pressione che Meryem riceve dall’ambiente di lavoro e da tutte le ore che è costretta a dedicargli non diminuisce, perché è così che viviamo la nostra vita adulta, cercando di ritagliarci tempo per ciò che ci piace, per ciò che siamo davvero, mentre ci scontriamo con i doveri pressanti delle nostre quotidianità.
La voce di Meryem è la nostra, quella delle donne nate tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, cresciute leggendo Harry Potter, qualcuna scrivendo fan fiction come lei, che hanno lavorato su se stesse con più senso critico dei propri genitori, ma anche con una minore ingenuità.
Quando ho iniziato "Supersaurio" non sono più riuscita a posarlo, perché le esperienze raccontate al suo interno sono così simili alle mie che mi è sembrato di rivedere un film già noto, raccontato però con arguzia ed ironia e con un linguaggio tagliente e mai banale che rendono la lettura un’esperienza ancora più coinvolgente e piacevole.
Se leggendo Sally Rooney avevo percepito una grande distanza tra i suoi personaggi e la mia esperienza, in Meryem mi sono ritrovata moltissimo, specialmente nel percorso lavorativo ma anche nelle delusioni amorose dei vent’anni, nel rapporto simbiotico e salvifico con le sue amiche, in quegli urli soffocati nel cuscino, ma allo stesso tempo nella sua determinazione ad affrontare l’indomani una nuova alba e una nuova giornata di lavoro.
Per chiunque faccia parte della cosiddetta generazione millennial, questa è una lettura in cui sono sicura che vi riconoscerete e vi affezionerete pagina dopo pagina alla protagonista!
Qual è l’ultimo libro sul mondo del lavoro che avete letto?

 
 
 
 
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