lunedì 20 luglio 2020

Vertigo

Siamo ormai abituati a poter scegliere tra una vasta offerta di thriller dalle atmosfere nordiche, ma molto più raramente ne leggiamo ad opera di scrittori che provengono da paesi a Sud del Mar Mediterraneo. Sono riuscita però a scovarne uno, ed è stata una piacevole sorpresa!




Titolo: Vertigo
Autore: Ahmed Mourad
Anno della prima edizione: 2007
Traduttrice: Barbara Teresi
Casa editrice: Marsilio
Pagine: 367




LA STORIA

Ci troviamo nella torrida capitale egiziana, affacciati sul Nilo, e passiamo da un club a uno studio fotografico. Il protagonista del romanzo, Ahmed, è infatti un fotografo che lavora al bar Vertigo: un locale frequentato da uomini ricchi e potenti, che usano il proprio denaro per alcol, prostitute e affari illeciti di vario genere.
Il romanzo di Mourad ha inizio con una strage che ha luogo proprio al bar Vertigo. Ahmed assiste impotente, ma documenta la scena attraverso le sue fotografie -che spera potranno far luce sul crimine una volta inviate alla stampa. Tuttavia le testate giornalistiche non sembrano affatto interessate ad indagare sull'avvenimento...


COSA NE PENSO

Mourad racconta scandali e segreti, facendo accompagnare il suo protagonista da due personaggi comprimari memorabili: il paffuto amico Omar, dalla preziosa conoscenza dei sistemi informatici, e Guda, fotografo più un là con gli anni proprietario di un armadio pieno di rullini dal contenuto scottante.

Dentro di sé, desiderava confonderli, spiazzarli, invertire i ruoli tra lui e loro e insinuare per la prima volta la paura nelle loro vite. Avrebbe voluto farli sentire come si sentiva lui: come chi vive ai margini.
L'Egitto che racconta Mourad ha molto da nascondere: alla luce del giorno la polizia avvicina le coppie di fidanzati che appena si sfiorano sulle panchine, nella notte lascia che nei suoi locali ogni trasgressione sia permessa.
Si tratta di un Egitto che precede le Primavere Arabe del 2011, che precede la rivolta di Piazza Tahrir: i suoi giovani hanno sete di giustizia e di verità, e Mourad dà loro la speranza di poterle conquistare con il loro impegno. Certo, oggi sappiamo che gli sviluppi della rivoluzione non sono stati quelli auspicati...

Guda stava a testa bassa. Non parlava, non gridava, non si difendeva. Come se aspettasse da tempo qualcuno che gli dicesse in faccia la verità: «Sei un bugiardo.» Sapeva di esserlo, così come sapeva di non volerlo sapere. Prima degli altri, ingannava se stesso.
La scrittura di Mourad è ironica e tagliente, spesso capace di far sorridere il lettore
Il giallo è ben costruito, avvincente e originale nel panorama dei thriller contemporanei dominati da serial killer e paesaggi innevati; ve lo consiglio se siete alla ricerca di un'indagine lontana da quelle a cui siamo abituati! 

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