lunedì 7 settembre 2020

Tempo curvo a Krems

Le raccolte di racconti sono un genere a cui mi sono avvicinata da poco: anni fa mi sembravano respingenti, mentre ora le apprezzo sempre di più. Questa in particolare mi è stata ceduta perché non particolarmente congeniale al suo proprietario... E ho colto l'occasione di scoprire un autore che non avevo mai letto!




Titolo: Tempo curvo a Krems
Autore: Claudio Magris
Anno della prima edizione: 2019
Casa editrice: Garzanti
Pagine: 88




"Tempo curvo a Krems" è una raccolta composta da cinque racconti -tra i quali quello centrale dà il titolo al libro, ed è il più lungo e complesso pur arrivando appena a venti pagine. 
In comune questi cinque racconti hanno l'elemento del tempo: il tempo che passa, soprattutto, e l'età che avanza. I protagonisti sono infatti cinque uomini, tutti maschi, tutti ormai anziani; tutti alle prese con l'affrontare una nuova fase della vita davanti alla quale si sentono impreparati, che faticano ad accettare con naturalezza.
Tutta la vecchiaia, del resto, era un avanzare per indietreggiare: ci si inoltrava in un territorio sconosciuto per sottrarsi alla realtà che premeva da tutte le parti, spigolosa e invadente.
Ci sono un industriale di successo che ha scelto di cambiare vita e dedicare la vecchiaia a fare il custode all'insaputa di tutti, mentre continua a provare nostalgia per la sua città natale, ora in Repubblica Ceca; un maestro di musica ebreo di origini polacche, sopravvissuto alla deportazione, che incontra il proprio allievo ormai più affermato di lui; un viaggiatore che attraverso la telefonata ad una donna del suo passato riflette sul significato del tempo, uno scrittore di origini ebraiche, sopravvissuto anch'egli all'Olocausto (tema che ricorre dunque, in due racconti su cinque) invitato ad una premiazione letteraria e infine un superstite della Prima Guerra Mondiale che rivive la sua giovinezza guardando le riprese di un film che lo riguarda. 
In quella stanza c’era tutto quello che gli era rimasto. Il resto… era un po’ assurdo pensare che c’erano state altre cose, tante altre cose, e a come si erano perdute.


Sullo sfondo delle vicende di questi uomini c'è Trieste con il suo passato asburgico e le lotte irredentiste, le sue strade che portano al mare, la sua atmosfera sospesa. C'è l'appartenenza di questi uomini ad un'epoca ormai trascorsa, ad una cultura di frontiera alla quale sono rimasti legati per tutta la vita -e che rende i racconti spesso molto suggestivi.
Nel racconto "Tempo curvo a Krems" ci si sposta da Trieste all'Austria, nella regione della Wachau, in viaggio con il suo protagonista: anche la città innevata è magica e riconosco che le ambientazioni, entrambe care a Magris, sono uno degli aspetti che ho amato di più di questa raccolta.
mi avevano portato a cena, chissà perché, a Krems. Era caduta la neve, che rendeva ancora più vuoto il sonnolento nulla della vecchia cittadina e induceva a vivere quel presente, quella sera, come se fosse già passata, immateriale e silenziosa come il ricordo, un soffice niente di cui il biancore non sembrava essere il segno reale ma un’immagine attutita e lontana.

Come sempre, tra i racconti si hanno i propri preferiti. Difficile scegliere tra cinque, che non sono molti; le parti che ho apprezzato maggiormente sono state quelle che rievocavano il passato: la cittadina di Hannsdorf con i suoi profumi per l'industriale de "Il custode", il padre ebreo che sfoggia con orgoglio la divisa da balilla del figlio bambino prima di essere tradito dall'Italia di cui si fidava ne "Il maestro", il ricordo della guerra combattuta da giovanissimo, senza senso nelle trincee del Carso, in "Esterno giorno - Val Rosandra".
Amava i nipoti, ma Hannsdorf, con la sua segheria odorosa di legno e di resina, e il burčák, il vino nuovo appena vendemmiato, era tanto più vicina.

Nel complesso credo che Magris sia un intellettuale da scoprire, anche se non sempre ne ho apprezzato lo stile allo stesso modo (mi è sembrato un po' artificioso nel racconto centrale, "Tempo curvo a Krems"), forse proprio per la natura dei racconti. Non sono sicura di aver iniziato dall'opera migliore per conoscere quest'autore, che però mi ha incuriosita molto per i temi ricorrenti in questi cinque brevi testi; sono comunque soddisfatta della lettura, e del fatto di non averla lasciata per anni su uno scaffale a prendere polvere! 

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