mercoledì 2 novembre 2022

La treccia della nonna

"La treccia della nonna" è il più recente romanzo di Alina Bronsky.

Dell’autrice avevo già letto "L’ultimo amore di Baba Dunja", ambientato a poca distanza dalla centrale nucleare di Chernobyl, che avevo amato moltissimo. Qui forse siamo un pochino al di sotto rispetto a quell’opera, ma si tratta comunque di una lettura che mi è molto piaciuta e vi consiglio. 


Titolo: La treccia della nonna
Autrice: Alina Bronsky
Anno della prima edizione: 2019
Titolo originale: Der Zopf meiner Großmutter
Casa editrice: Keller
Traduttrice: Scilla Forti
Pagine: 210


L'autrice è di origini russe e risiede in Germania. Questa caratteristica la accomuna ai suoi personaggi: il piccolo Max e i suoi nonni, che dall'Unione Sovietica emigrano in un sobborgo di Francoforte.

La nonna è un personaggio ingombrante e bizzarro: decisa ad affermare la propria presenza e a fare delle proprie decisioni l’unica legge vigente, traumatizzata come il marito dalla perdita della figlia è disposta a fare qualunque cosa per proteggere la salute del nipote che ritiene in costante pericolo, nonostante le evidenze. 

Max cresce dunque temendo di essere cagionevole e di avere poco da vivere, e la sua storia si intreccia a quella di Nina, una vicina che ha una figlia della sua età e che finirà per intrecciare un legame strettissimo con la famiglia di Max -al punto che ne nascerà un bambino. 

Incontriamo una famiglia imperfetta dunque, di legami che nessuno ha scelto e che condizionano tutti. La nonna di Max non è certo un esempio, con le sue bugie per quanto a fin di bene, con la sua totale incapacità di rivelare apertamente il proprio affetto mascherandolo sotto un'apparente durezza e invulnerabilità. 

Così come avevo amato il legame tra Baba Dunja e il suo scomparso marito anche qui l’amore tra la nonna e Cingiz è uno degli aspetti che ho preferito di questo sottile romanzo, dove non provare per Max una profonda tenerezza è davvero impossibile. 

È un romanzo che ci fa sospendere il giudizio: sarebbe troppo facile accusarla di disturbi mentali, di manipolazione, addirittura di maltrattamento di minore. Sarebbe facile, ma sarebbe anche lontano dalla verità, che non è fatta di bianchi e neri, ma di amori che non si sanno dimostrare e che ci rendono disposti a tutto per tenere al sicuro coloro che ci è caro.

Insomma un altro romanzo Keller che non posso fare altro che consigliarvi di cuore, capace di mescolare l’ironia e un certo humour nero ai grandi traumi e dolori della vita, che come ci insegna la nonna con la sua treccia in qualche modo vanno sempre superati. 

Qual è l'ultimo romanzo che vi ha scaldato il cuore?

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