martedì 17 gennaio 2023

L'ultimo uomo bianco

Di Mohsin Hamid, prima della recente pubblicazione Einaudi "L'ultimo uomo bianco" avevo già apprezzato molto "Exit West" e soprattutto "Il fondamentalista riluttante".


Titolo: L'ultimo uomo bianco
Autore: Mohsin Hamid
Anno della prima edizione: 2022
Titolo originale: The Last White Man
Traduttore: Norman Gobetti
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 136

In quest'ultimo romanzo ci sono parallelismi con i precedenti: la tematica razziale, già centrale ne "Il fondamentalista riluttante", e l'artificio fantastico che in "Exit West" erano i varchi spaziali, mentre qui la metamorfosi, eco di Kafka sin dalla prima riga del libro.

Il protagonista è Anders, un giovane uomo in un'imprecisata città americana, che una mattina si sveglia e si ritrova con la pelle non più bianca com’era abituato bensì scura. Questa metamorfosi interessa giorno dopo giorno percentuali sempre più alte della popolazione fino a raggiungerne la totalità, mentre ognuno elabora diversamente la questione.

Se dapprima il cambiamento rappresenta qualcosa di sconvolgente per la società, suscitando anche dei rigurgiti di vero e proprio razzismo che mettono a ferro e fuoco le città e inducono Anders a nascondersi terrorizzato a casa del padre che è gravemente malato, con il tempo si trasforma in una vera e propria nuova normalità in cui chi era bianco come Anders si trova a riflettere sul colore della propria pelle e sul suo peso simbolico.

C’è anche, in puro stile Hamid, una storia d’amore: tra Anders e Oona, che come lui a che fare con l’elaborazione del lutto in quel particolare momento della vita (ha perso il fratello, e la madre, grande sostenitrice dell'etnia caucasica, fatica a superarlo).

Degna di nota come sempre è la scrittura fiume dell’autore, in periodi lunghi, ricchi di virgole, che ci trascinano nella storia e nelle sensazioni dei personaggi. Hamid è anche bravissimo a creare storie che non richiedono mai una pagina di troppo e che pur essendo romanzi brevi non facciano sentire al lettore la mancanza di nulla. 

Ho apprezzato molto questa storia, una metamorfosi kafkiana in chiave meno legata alla lotta di classe e più all’identità etnica. È una lettura che vi consiglio anche se siete amanti delle storie strettamente realistiche, perché l’elemento inspiegabile non vi disturberà affatto! 

Conoscete questo autore? Qual è l’ultimo romanzo legato al razzismo che avete letto?

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