martedì 30 marzo 2021

Quando tornerò

Ci sono autori dei quali attendo le nuove uscite che compro immediatamente e sono pochi; uno di questi negli ultimi anni è diventato Marco Balzano.



Titolo: Quando tornerò
Autore: Marco Balzano
Anno della prima edizione: 2021
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 208


LA STORIA

Daniela è una donna che parte in tutta fretta dalla Romania, senza avere il coraggio di salutare nessuno perché il distacco sarebbe per lei troppo pesante. Parte per Milano dove l’aspetta un lavoro come badante, e si lascia dietro, abbandona, i figli Angelica e Manuel, affidati ai nonni e ad un padre su cui si può fare molto poco affidamento.

COSA NE PENSO

Il romanzo di Balzano dà voce ai tre personaggi principali di questa storia: dapprima a Manuel, quello che più di tutti soffre l’abbandono, poi a Daniela, che in Italia conduce una vita tutt’altro che perfetta ed è costretta a curare i parenti degli altri, mentre ha dovuto negare ai propri la stessa cura. Daniela lavora come badante e come tata, e si scontra con la difficoltà di lavori che coinvolgono anima e corpo, che impegnano 24 ore al giorno, che devono fronteggiare l’invecchiamento del corpo e della mente, la perdita della memoria, i momenti forse peggiori della vita di ognuno, oppure l'attaccamento materno per i bambini degli altri, come se sostituissero i propri.

Un giorno che ho litigato con te al telefono perché continuavi a raccontarmi balle sulla scuola e a trattarmi come una deficiente, Gianluca è venuto da me e mi ha detto: “Daniela, dimmi cosa è successo e mentre me lo racconti saltella, vedrai che poi ti sentirai meglio.

Infine c’è Angelica, la figlia maggiore, quella che è stata costretta dall’abbandono della madre a crescere troppo presto, ad assumersi troppe responsabilità. Angelica è diventata una donna diversa dalla propria madre proprio grazie al sacrificio e alle rimesse di quest’ultima, che le hanno permesso di diventare una giovane consapevole e desiderosa di scappare. 

Vorrei avere meno paura dell’amore che mi lega a lei, del destino che potrebbe assomigliare al suo. Vorrei avere meno paura del mio viso che col tempo diventerà sempre più uguale al suo viso scavato.

Diversa è la reazione di Manuel all’abbandono, perché Manuel davanti ad una madre che troppo spesso è partita decide che lui sarà uno di quelli che restano, che pianteranno i pomodori nell’orto, che coltiveranno la terra rumena come gli ha insegnato il nonno Mihai -amata figura di riferimento, l’unico ad avergli davvero trasmesso valori e conoscenze, pilastro della sua vita insieme alla nonna che con il suo silenzio tiene insieme una famiglia sfilacciata.

Per scrivere questo romanzo Marco Balzano è stato di persona in Romania, nella città di Iași dove "Quando tornerò" è ambientato. Qui hai incontrato i cosiddetti "Left Behind Children", i bambini lasciati indietro, i figli che si trovano talvolta affidati a parenti ma altre volte addirittura in comunità, mentre le madri emigrate mandano loro rimesse e cercano di guadagnarsi una vita altrove. È una realtà durissima, racconta Balzano in numerose interviste e nella nota alla fine del romanzo: paesi interi sono svuotati delle donne, perché sono le donne ad essere più spesso partite per lavorare altrove. Manuel è uno di quei ragazzini e paradossalmente è più fortunato di altri, proprio perché viene cresciuto dai nonni, gli resta accanto una sorella, e tuttavia non sa elaborare quell’abbandono che si porterà dentro per sempre.

Se fosse stata qui magari non le avrei rivolto la parola e senz’altro avremmo anche litigato, ma averla accanto avrebbe cambiato tutto. La vita è solo questione di starsi vicini, come i conigli nell’aia quando fuori si gela.

In questo romanzo c’è un ritorno, ma è un ritorno obbligato, dovuto ad un evento traumatico. "Quando tornerò" non è un romanzo ricco di lieti fini, è un libro doloroso, sofferto, che fa riflettere sulla maternità ma soprattutto sulle donne che incontriamo spesso nelle nostre città, alle quali affidiamo i nostri nonni, talvolta i nostri bambini e sulle vite delle quali non ci fermiamo molto spesso a riflettere. Dietro di loro ci sono solitamente livelli di istruzione medio alti, famiglie lasciate nei paesi d’origine: viviamo dunque in un sistema economico che obbliga le madri a prendersi cura dei figli degli altri, che obbliga le figlie ad accudire gli altrui genitori, quelli per cui noi non abbiamo più tempo. 

A volte m’incantava a guardare quelle donne che parlavano in cerchio. Dicevo: pensa se scioperassero. Non una giornata intera, un’ora soltanto. Tutto si fermerebbe: i figli dei vecchi dovrebbero tornare dal lavoro, sporcarsi le mani per pulire e cambiare i padri, sollevare dai letti le madri, e forse allora smetteremmo di essere così invisibili, nascoste nei palazzi. Barricate dentro le stanze.

"Quando tornerò" è un romanzo che mi è piaciuto molto, è scorrevole, appassionante; la caratterizzazione dei punti di vista è credibile e arricchisce la storia di sfaccettature attraverso le quali diviene tridimensionale, capace di rappresentare una realtà alla quale spesso non troviamo il tempo per pensare. Dopo "Resto qui" (che ritengo ancora sia il migliore dei romanzi di Balzano) l’autore pubblica un altro titolo estremamente riuscito e che mi sento di consigliare a tutti coloro di voi che amano i romanzi familiari e i temi legati all’attualità.

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