mercoledì 21 aprile 2021

Bastava chiedere

"Bastava chiedere" mi corteggiava da un po’ dai banchi esposizione della libreria, e quando finalmente è uscito in edicola per di più ad un prezzo ridotto non ho assolutamente potuto resistere.



Titolo: Bastava chiedere
Autrice: Emma Clit
Anno della prima edizione: 2020
Casa editrice: Laterza
Traduttrice: Giovanna Laterza
Pagine: 186


Emma Clit è una fumettista francese che ha raggiunto la popolarità attraverso il proprio blog. All’interno di "Bastava chiedere" racconta attraverso l'unione di immagini colorate e testi chiari e diretti come sia diventata consapevolmente femminista una volta rientrata al lavoro dopo il congedo maternità. 

Non pensate però che questa sia un’opera rivolta soltanto alle mamme: "Bastava chiedere" infatti tocca nei suoi dieci capitoli argomenti che riguardano tutti, donne e uomini che abbiano a che fare con l’altro sesso e ancor meglio abbiano deciso di convivere. Alla maternità o meglio alla genitorialità è dedicato in esclusiva un solo capitolo; gli altri invece riguardano aspetti della vita come il lavoro, la cura della casa, l'educazione, la sessualità e l’approccio con l’altro sesso attraverso lo sguardo rivolto al corpo della donna. 

Per chi si interessa di tematiche femministe in maniera approfondita questo fumetto potrà sembrare un po’ semplice, talvolta scontato. In realtà, nonostante non sia il primo testo sull’argomento al quale mi avvicino e nonostante abbia un linguaggio senza dubbio diretto e comprensibile a tutti, senza tecnicismi o concetti molto complessi, credo che "Bastava chiedere" saprà offrire spunti di riflessione ad ognuna di noi. 

Nel mio caso il concetto che mi ha colpita di più è stato quello del "carico mentale", ovvero come la gestione della casa e della quotidianità ricada sulla donna anche a livello organizzativo, come se fosse una sua responsabilità esclusiva. Non posso dire infatti che il mio compagno non condivida a livello materiale parte delle attività domestiche, in particolare si occupa quasi esclusivamente lui della cucina; tuttavia l’aspetto organizzativo -gli appuntamenti, le scadenze, i documenti da preparare, l’archiviazione di questi ultimi e così via- sembrano non competergli in alcun modo e viene dato per certo che sarò io a tenere sotto controllo la situazione. Così, da donna economicamente indipendente senza figli che si ritiene piuttosto emancipata, mi sono riconosciuta in una dinamica che io stessa ho sempre dato finora per scontata.

Sono sicura che ognuna di voi saprà cogliere in questi dieci capitoli uno spunto per ripensare a delle norme patriarcali alle quali ci siamo con il tempo abituate, ma che naturalmente hanno bisogno di essere messe in discussione a partire dal nostro piccolo. "Bastava chiedere" ha il grande pregio di parlare in modo chiaro e comprensibile a donne di tutte le età: magari non proprio bambine per via delle tematiche legate anche alla sfera sessuale, ma sicuramente a partire dall’adolescenza è una lettura che mi sento di consigliare. Ho trovato infatti disarmante la statistica secondo la quale un terzo delle studentesse francesi di prima liceo intervistate non avessero idea di dove si trovasse il clitoride! C’è bisogno di parlare del corpo della donna, c’è bisogno di parlare del ruolo della donna, e di farlo in termini di parità, in termini di lotta di classe, in termini di consapevolezza di sé contro lo sguardo maschile autoritario e inamovibile della società che ci circonda. 

"Bastava chiedere" è in questo senso un ottimo punto di partenza, perché affronta tematiche private ma anche pubbliche, mettendo in luce le contraddizioni stesse interne ai diversi movimenti femministi senza dunque idealizzare alcuno schieramento. Porta invece al centro del discorso ciò che è veramente importante: la rivendicazione di un ruolo femminile radicalmente diverso. Non posso fare altro quindi che consigliare questo fumetto a tutte le lettrici, e naturalmente anche a tutti i loro compagni e familiari maschi, il cui impegno è più che mai fondamentale nella lotta che abbiamo deciso di combattere.

Nessun commento:

Posta un commento