mercoledì 26 maggio 2021

Danny l'eletto

"Danny l'eletto" è un romanzo che ho letto piuttosto a sorpresa, dopo averlo ricevuto in scambio al posto di un titolo che non mi interessava più. Avevo spesso letto di come il suo autore fosse consigliato ai ragazzi delle medie inferiori e superiori, e ne ero molto incuriosita.


Titolo: Danny l'eletto
Autore: Chaim Potok
Anno della prima edizione: 1969
Titolo originale: The Chosen
Casa editrice: Garzanti
Traduttrice: Marcella Bonsanti
Pagine: 357


LA STORIA

Sono gli anni '40 del Novecento a New York, nelle comunità ebraiche chassidiche e non; tra due scuole ebraiche, due yeshiva, si disputa una partita di baseball giocata in modo a dir poco agguerrito, che segnerà per sempre il destino di Reuven (il narratore di questa storia) e del giovane Danny, destinato a prendere un giorno il posto di suo padre, capo della comunità chassidica di cui fa parte.


COSA NE PENSO

"Danny l'eletto" è una storia di formazione, che vede Danny e Reuven diventare grandi tra lo studio del Talmud, i rapporti con i loro padri e i compagni di scuola, la seconda guerra mondiale e lo sterminio del popolo ebraico ed infine la nascita dello stato di Israele.

Guardai la magra, fragile figura dell'uomo cinquantenne dai capelli grigi, le guance smunte e gli occhiali. Lo guardai, e a un tratto mi accorsi che da quando era venuto a prendermi all'ospedale, mio padre non aveva tossito una sola volta.

È fondamentale tenere conto della centralità della religione e della cultura ebraica in questo romanzo, che potrebbe addirittura urtare la sensibilità di chi tiene alla causa del popolo palestinese: i protagonisti di "Danny l'eletto" sono profondamente ebrei, e dopo la tragedia dell'Olocausto non riescono a vedere gli arabi come portatori di diritti uguali ai loro, bensì soltanto la terra della Palestina come appartenente in modo legittimo al popolo ebraico, a risarcimento delle sofferenze patite.

Mentre l'Irgun era così impegnato - facendo saltare i treni, attaccando i posti di polizia, tagliando le linee di comunicazione - l'Haganà continuava a infilare di soppiatto gli ebrei in Palestina attraverso il blocco navale inglese, a dispetto del ministero delle colonie britannico che aveva sbarrato le porte del paese all'immigrazione ebraica.


Molto spazio occupano le sacre scritture dell'Ebraismo, il loro studio e il loro commento da parte dei giovani Danny e Reuven, anche se le strade che i due giovani decideranno di prendere saranno differenti. Ho trovato molto interessante il modo di Chaim Potok di sviluppare questo rapporto di amicizia all'interno di una cultura della quale non conoscevo poi tanto, e che viene descritta in un momento cruciale della sua esistenza -quello immediatamente successivo all'Olocausto.

Mi abbandonai nella poltrona e alzai gli occhi al cielo: era di un intenso turchino, senza una nuvola, e mi parve di poter quasi toccarlo. Ha il colore degli occhi di Danny, pensai. È turchino come gli occhi di Danny. Di che colore sono gli occhi di Billy? mi chiesi.

Una volta terminato "Danny l'eletto" (in cui ho apprezzato particolarmente lo sviluppo della relazione tra Danny e suo padre), ho avvertito però una certa sensazione di incompiutezza: informandomi, ho scoperto che essa ha senso, visto che a questo volume ne segue un successivo, intitolato "La scelta di Reuven". Non escludo di poterlo leggere in futuro, anche se di certo non nell'immediato; per il momento mi sento di consigliare la lettura di questo primo romanzo agli amanti delle storie di formazione, in particolare a coloro che provano interesse verso l'ebraismo. 

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