lunedì 17 maggio 2021

Quel che il giorno deve alla notte

Tra i generi di romanzi che preferisco ci sono sicuramente il romanzo familiare e quello di formazione: "Quel che è il giorno deve alla notte" appartiene ad entrambe le categorie, ed è un libro assolutamente imperdibile e davvero troppo poco famoso.


Titolo: Quel che il giorno deve alla notte
Autore: Yasmina Khadra
Anno della prima edizione: 2008
Titolo originale: Ce que le jour doit à la nuit
Casa editrice: Mondadori
Traduttore: Marco Bellini
Pagine: 382


LA STORIA

Il protagonista è Younes, che nasce negli anni '30 nella campagna algerina, in una famiglia poverissima e molto sfortunata; dopo un’infanzia di privazioni e di sacrifici, il padre è suo malgrado obbligato ad affidarlo al fratello, un agiato farmacista che vive ad Orano. Qui il nome arabo di Younes verrà francesizzato in Jonas, e lui diventerà amico di un gruppo di ragazzi figli di coloni europei, con i quali condividerà la giovinezza. Le loro strade però dovranno inevitabilmente separarsi allo scoppio della guerra di liberazione, conflitto durante il quale Younes si ricorderà di essere arabo.


COSA NE PENSO

"Quel giorno deve alla notte" è un romanzo di formazione che racconta insieme alla vita di Younes anche la storia dell’Algeria dagli anni '30 del Novecento ad oggi: la colonizzazione prima, le città specchio dell’Europa in cui bere vino, fare festa, e poi il Fronte di Liberazione Nazionale intenzionato a scacciare i francesi attraverso una lotta anche sanguinosa per l’autodeterminazione, ottenuta negli anni '60. 

L'Algeria algerina nasceva con il forcipe in un lago di lacrime e sangue; l'Algeria francese rendeva l'anima in un salasso torrenziale. Tutt'e due consumate da sette anni di guerra e di orrore, per quanto sfinite, trovavano ancora la forza di dilaniarsi a vicenda come non mai.

Questo romanzo però è anche una storia di amicizia tra Younes e i ragazzi con i quali cresce da ragazzo privilegiato ed istruito, e con i quali dimentica la propria identità di ragazzo arabo, integrato com'è nella società dei coloni

C’è anche un grande amore in questo romanzo, che però non trova mai compimento. Ne è oggetto Emilie, una ragazza contesa dal gruppo di amici di Younes ma che sembra avere occhi solo per lui; Younes tuttavia non si deciderà mai a ricambiare il suo amore, nonostante i propri sentimenti. In "Quel che il giorno deve alla notte" vediamo crescere il nostro protagonista e lo vediamo spesso bloccato in un’identità ambigua, una doppia appartenenza, una nostalgia per la propria famiglia d’origine e allo stesso tempo la consapevolezza delle più grandi opportunità all’interno della casa dello zio. 

Mi resi conto che avevo sbagliato su tutta la linea. Chi ero stato a Rio? Jonas o Younes? Perché, quando i miei amici ridevano a crepapelle, le mie risate erano stentate? Perché avevo sempre l'impressione di essere di troppo fra i miei amici, di essere colpevole di qualcosa quando gli occhi di Jelloul fissavano i miei? Ero stato tollerato, integrato, addomesticato? Cosa m'impediva di essere pienamente "me stesso", incarnare il mondo nel quale vivevo, coincidere con esso mentre voltavo le spalle ai "miei"?

Molto interessante anche il personaggio dello zio di Younes, farmacista e studioso, che crede nel diritto dell’Algeria all’autodeterminazione e alla libertà ma al tempo stesso non è interessato a partecipare attivamente alle lotte. In qualche modo gli somiglia, Younes, che non vorrebbe mai schierarsi in prima linea, non vorrebbe mai prendere decisioni, e quando è costretto a farlo spesso si blocca, spesso va in cortocircuito e nonostante questo o forse proprio per questo è un protagonista al quale è impossibile non affezionarsi

La vita è un treno che non ferma in nessuna stazione. O lo si prende al volo oppure lo si guarda passare sul binario, e non vi è tragedia peggiore di una stazione fantasma.

Yasmina Khadra (pseudonimo di Mohammed Moulessehoul) è un bravissimo scrittore, del quale avevo già letto prima di oggi i romanzi "L'attentato" e "Khalil", pubblicati da Sellerio; credo però che questo sia diventato il mio preferito, per il modo commovente in cui chiude il cerchio, e dopo tanto dolore dopo tante sofferenze e indecisioni porta a compimento la storia di Younes e dei ragazzi ormai anziani che sono cresciuti con lui e che, non essendo a sua differenza di origine araba, hanno dovuto abbandonare l’Algeria pur non avendola mai dimenticata. 

"Quel che il giorno deve alla notte" è un romanzo che mi sento di consigliare a tutti gli amanti dei racconti di formazione. Sebbene nella parte centrale il ritmo subisca un leggero rallentamento e potrebbe indurre il lettore a perdere un po' di interesse per le vicende narrate, se si decide di resistere fino alla fine la fatica verrà assolutamente ricompensata da una conclusione che ho trovato a dir poco riuscitissima.

Nessun commento:

Posta un commento