lunedì 8 novembre 2021

Il gatto che voleva salvare i libri

Il gatto che voleva salvare i libri" di Sosuke Natsugawa è una lettura molto tenera e delicata, assolutamente perfetta per i momenti in cui avete bisogno di un libro che vi dia conforto e sappia farvi sorridere.

Il protagonista è il giovane Rintaro, un ragazzo piuttosto asociale (si definisce infatti un "hikikomori") che vive insieme al nonno, il quale gestisce una libreria dell’usato. Alla morte del nonno il ragazzo si ritrova solo, senza sapere che cosa ne sarà del resto della sua vita, ed è proprio allora che compare un gatto parlante che lo incarica di alcune missioni che hanno lo scopo, come dice il titolo, di salvare i libri da dei personaggi che li stanno mettendo in pericolo.

Rintaro sembra una sorta di "Piccolo Principe" che come nella famosa favola viaggia non da un pianeta all’altro, ma da un labirinto all’altro per portare a termine le sue missioni da amante della lettura. Invece di addomesticare una volpe è Rintaro che viene in qualche modo addomesticato dal soriano parlante, capace di fargli riscoprire il proprio valore e le proprie potenzialità. Il gatto chiama il ragazzo "seconda generazione" proprio perché è sin dall’inizio convinto che sarà Rintaro a portare avanti la libreria del nonno, come in effetti anche il lettore arriva presto a pensare -ed in cuor mio ho interpretato il gatto proprio come una manifestazione del nonno stesso, che da una dimensione parallela entra in contatto con il nipote per fargli trovare il coraggio in lui stesso.

"Il gatto che voleva salvare i libri" è un libro che attraverso la fantasia dà voce all’amore per la lettura, a quanto sia importante non perdere di vista il valore dei libri e di ciò che sanno insegnarci, primo tra tutti la capacità di provare empatia. 
È un libro breve, pieno di buoni sentimenti, che è anche una perfetta favola di Natale perché proprio a cavallo tra la Vigilia e il 25 dicembre si svolge l’ultima avventura di cui Rintaro è protagonista: quella più importante di tutte perché gli permette di salvare la sua amica Sayo, e di riscoprire così anche l’importanza dei legami interpersonali.

Di certo si tratta di una lettura leggera e non di un grande classico come quelli che questo libro più volte nomina, da "I fratelli Karamazov" a "Cent’anni di solitudine". Tuttavia è uno di quei libri che una volta chiusi lasciano il lettore con un sorriso sul volto e il cuore più leggero, e per questo è una lettura che vi consiglio e che vi suggerisco anche se siete incerti su un regalo di Natale da acquistare  per qualcuno a cui volete bene e che ama leggere!

Nessun commento:

Posta un commento