martedì 9 novembre 2021

Origini

"Origini" di Saša Stanišić, pubblicato da Keller editore, è uno di quei romanzi che quando l’hai finito ti lascia con un sorriso sulla faccia per la soddisfazione di aver letto qualcosa di così intenso e letterario al tempo stesso. 

Non è una storia inventata quella che l’autore racconta in "Origini", bensì ripercorre la propria vita dall’infanzia in Bosnia, all’emigrazione in Germania all’inizio degli anni '90, allo scoppio della guerra. In Germania è cresciuto e vi risiede tuttora; continua a svolgere il mestiere di scrittore che ha sentito come proprio sin da giovanissimo e che grazie a degli impiegati dell’ufficio immigrazione forse più illuminati di altri gli ha permesso di rinnovare i propri documenti di soggiorno anche quando i suoi genitori vennero invece rimpatriati.

Al centro di questo libro c’è quindi l’autore, ma c’è anche sua nonna ormai anziana, alle prese con la perdita della memoria. Così ci troviamo a viaggiare tra Heidelberg e Visegrad a incontrare pastori, poliziotti, zatterieri sulla Drina, donne che leggono il futuro nei fagioli rossi, adolescenti che portano su di sé i traumi della guerra o l’emarginazione dell’essere straniero, fino ad uno straordinario epilogo che mostra tutta la capacità narrativa dello scrittore. Ritorniamo insieme all'autore all’infanzia in una sorta di libro-game che ci fa saltare da una pagina all’altra e che preferisce rappresentare i toni fantastici di una battaglia contro i draghi e la ricerca del tanto amato marito della nonna, invece di un funerale.

Stanišić scrive un’autobiografia sui generis, in cui parla delle origini e dell’appartenenza, ma rende evidente come siano le storie il luogo dove si sente a casa. "Origini" è un testo sull’ex Jugoslavia, sui bambini che tifavano la Stella Rossa prima che le divisioni portassero i conflitti armati e ai campi minati; è un testo sull’essere rifugiati, sullo spaccarsi la schiena in lavori faticosi e poco gratificanti. Nonostante rappresenti in particolar modo l’Europa degli anni '90 è un testo molto legato alla contemporaneità che vede riflessa la fuga dell’autore e di sua madre nei profughi afghani che oggi faticano a passare i confini, molto più controllati di trent’anni fa. 

"Origini" è un libro capace di far riflettere moltissimo, ma soprattutto scritto con una lingua poetica, ipnotica, descrittiva senza mai eccedere, capace di rendere al meglio le emozioni contenute nei ricordi. La scrittura di Stanišić mi è piaciuta così tanto che ne ho centellinata la lettura per non terminarlo in fretta e nonostante l’avessi già apprezzata moltissimo quando sono arrivata alla fine l’ultimo capitolo è riuscito ancora a sorprendermi.

Come sempre questa casa editrice si conferma eccezionale nello scoprire autori lontani dalla banalità, che creano storie che ci rimarranno impresse a lungo. "Origini" è un testo più sperimentale di quelli che avevo letto fino ad oggi pubblicati da Keller e credo sia diventato uno dei miei preferiti. Inutile dire che ve lo consiglio di cuore soprattutto se siete lettori che amano essere stupiti!

Qual è l’ultimo libro che vi ha lasciati senza parole?


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