giovedì 18 novembre 2021

Notte a Caracas

Il mio primo incontro con la letteratura venezuelana avviene attraverso una lettura molto politica, immersa nella contemporaneità. Il titolo originale del romanzo "Notte a Caracas" di Karina Sainz Borgo è "La figlia della spagnola": forse meno attraente se stampato su una copertina, ma più coerente con il contenuto del testo.


Titolo: Notte a Caracas
Autrice: Karina Sainz Borgo
Anno della prima edizione: 2019
Titolo originale: La hija de la española
Casa editrice: Einaudi
Traduttrice: Federica Niola
Pagine: 203

La protagonista e io narrante in prima persona è Adelaida Falcones, una giovane donna venezuelana che la cui madre è appena morta di cancro, in un paese devastato da una guerra civile e da una dittatura di ispirazione marxista. Adelaida è priva di punti di riferimento, e persino la sua casa è stata occupata da un gruppo vicino al regime.

"Notte a Caracas" è una storia di rinunce: Adelaida deve rinunciare alla madre, che è stata sempre il centro dell’universo per lei e con cui condivideva oltre la quotidianità anche il nome. Deve rinunciare alla sua casa, alla sua umanità quando decide per sopravvivere di sbarazzarsi del cadavere di una vicina, poi della sua identità quando assume quella della donna (la figlia della spagnola, appunto) che ha lasciato consumare nel rogo. Non ha scelta Adelaida, e la capiamo mentre cerca di salvarsi la vita dicendo addio al suo Venezuela ed emigrando in Spagna -lo stesso percorso è stato compiuto dall’autrice, che conosce bene la materia della quale scrive.

Sebbene si presenti come un romanzo, molti sono gli elementi riconoscibili tratti dalla realtà: nel Venezuela di Chavez prima e di Maduro poi l’inflazione è stata devastante per l’economia, accrescendo il potere del mercato nero e così anche la guerriglia e il narcotraffico che rendono le strade di Caracas luoghi ben poco sicuri, dove le sparizioni e gli omicidi sono all’ordine del giorno. Confrontandomi con un caro amico venezuelano ho capito che molti degli episodi raccontati in questo romanzo non sono quasi per nulla di fantasia…

L’autrice scrive un romanzo dal contenuto molto duro e dallo stile asciutto, giornalistico (la sua occupazione principale è proprio quella di giornalista), ma anche ricco di riferimenti alla cultura latino-americana, dalla poesia alla letteratura alla musica.
È un romanzo che trasporta il lettore in un universo spaventoso per me, che sono cresciuta in una città pacifica e sicura, ma che è importante che ottenga attenzione appunto per il fatto di non essere un’invenzione della scrittrice. È stata una lettura interessante, che mi ha turbata a più riprese e che vi consiglio perché di questo paese e delle terribili condizioni a cui la sua popolazione è costretta ad adeguarsi si parla davvero troppo poco.

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